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Shtėpia e Arbėreshėve tė Italisė La Casa degli Albanesi d' Italia  
 
SPECIALE HEVZI NUHIU
 
LO SCULTORE VENUTO DAL KOSOVO di Gennaro De Cicco
 
Lo scultore kosovaro HEVZI NUHIU giunge tra gli arbėreshė di Calabria nel 1983.
Nuhiu, coniugato felicemente e padre di un giovanotto di nome Skifter (Falco), vive  a San Demetrio Corone da molti anni.
La sua passione per la scultura in legno č anche la sua professione.
L’arte e la tecnica dello scultore kosovaro consistono nel formare, operando sul legno con lo scalpello e altri strumenti, forme o figure tridimensionali.
Egli utilizza legni di olivo, di noce, di abete e di castagno per creare sculture e bassorilievi.
Le sue mani da artista trasformano  tronchi e ceppi di alberi, raccolti nei campi e nei boschi, in seducenti figure femminili e riescono a dare vita e movimento a uomini, donne e bambini che da forme amiche si trasformano in miti della fantasia.
Le figure femminili, metą donne e metą piante, organizzate in senso geometrico, sono di solito racchiuse in un disegno circolare che blocca alle radici il dinamismo.
Diventano energiche quando l’artista interviene nelle venature del legno e crea delle sinusoidi  a volte lineari e a volte curve.
Personaggi dinamici e statici, in sintonia con i contrasti spirituali dell’artista, in continuo travaglio tra il reale e il fantastico.
I volti delle sue creature rispecchiano, non solo, la sensibilitą della tradizione e degli ideali che stanno scomparendo, la bellezza e la nostalgia per la sua patria e per la sua gente, ma anche il desiderio  di scoprire nuovi valori in un mondo fatto di democrazia, di giustizia e libertą.
La sua opera č una sorta di viaggio sospeso tra memoria e futuro.
L’Albania e il  Kosovo agiscono in maniera profonda sull’artista, costituendo il suo retroterra culturale.
La sua memoria visiva  diventa elemento fondamentale nelle sue sculture e il suo scalpello, come ha affermato il grande artista IBRAIM KODRA, “riesce con facilitą a dare forma a tutto ciņ che ha valore nella vita del suo popolo”.
Gli ultimi lavori che rappresentano la tragedia del popolo Kosovaro, espressione di un’arte matura e consolidata, restano una testimonianza delle atrocitą della pulizia etnica e si proiettano nel tempo sotto forma di ammonimento. 
Nuhiu ha sempre  vissuto con angoscia i tragici avvenimenti della guerra e della repressione serba.
Le sue sculture comunicano sofferenze antiche e moderne di un intero popolo perennemente in lotta con il proprio destino.
Lo scultore kosovaro ormai ha raggiunto la piena maturitą artistica.
La complementarietą di forma e spazio, di pieni e di vuoti, caratteristica di molte sculture di stile moderno, l’avvicinano a Moore, Marini, Metrovic e ad altri famosi scultori stranieri.
La produzione di Nuhiu č stata arricchita anche dalla sua permanenza in un paese arbėreshė, ricco di storia e di cultura.
Per descrivere il suo amore per San Demetrio Corone e per i paesi arbėreshė si č servito dei bassorilievi ed ha rappresentato, con molta bravura, paesaggi, personaggi storici e scene di danza.
Nel bassorilievo “I CANTORI”, l’aquila bicipite, simbolo dell’Albania, fa da cornice al poeta Girolamo De Rada, al vecchio pifferaio e al gruppo di danzatori.
Nell’intento dell’artista essa rappresenta l’antica terra degli avi, a cui gli italo-albanesi storicamente e culturalmente si sentono legati.

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