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Shtėpia e Arbėreshėve tė Italisė La Casa degli Albanesi d' Italia  

 

 VALLET

Secondo la tradizione queste feste sono state stabilite per rievocare una grande vittoria riportata da Giorgio Castriota Skanderberg contro gli invasori Turchi, proprio nell'imminenza della Pasqua. La vallja consiste in una danza popolare, formata da giovani vestiti in costume tradizionale arbėresh, che tenendosi a catena per mezzo di fazzoletti e guidati all'estremitą da due figure particolari, chiamati "flamurtarė" (portabandiera), si snodano per le vie del paese eseguendo canti epici, rapsodie tradizionali, canti augurali o disdegno per lo pił improvvisati. Non si tratta di una variante della tarantella calabrese, ma di una ridda dal colorito originale albanese, che ci richiama i ritmi sostenuti e fieri che ancora oggi trovano nelle danze dei montanari del Dukagjini, del Rugovo, regione montuosa della Kosova, e dell'Epiro. Il ritmo della danza a volte grave e a volte aggressivo si rintraccia soprattutto nella "vallja e burravet" (la danza degli uomini). Questa vallja č composta da soli uomini che tratteggiano e ricordano nei loro movimenti la tattica di combattimento adottata da Skanderberg per catturare il nemico. La vallja si svolgeva anticamente in quasi tutti i paesi arbėreshė il pomeriggio della domenica di Pasqua, il lunedģ e il martedģ. Attualmente ha luogo quasi il martedģ dopo Pasqua "Vallja e martės sė Pashkės", ed č viva solo a Civita, Frascineto e ad Eianina e in parte a San Basile e Firmo. La ridda compie fantasiose evoluzioni, e con improvvisi spostamenti avvolgenti "imprigiona" qualche cortese turista che, di buon grado, offre generosamente nei bar per ottenere il "riscatto" della sua libertą.

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