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1996

L'ARCA  
CENTRO DI INIZIATIVA DEMOCRATICA



PER UN FISCO ORDINATO, CHIARO, MENO ONEROSO: GIUSTO.

"Dato il moltiplicarsi delle molte leggi, leggine, decreti e regolamenti in materia tributaria, spesso in contrasto tra loro, e spessissimo in contrasto con le norme generali di diritto positivo, non è a stupirsi come non soltanto i contribuenti , ma gli avvocati stessi e in professionisti in genere siano, salvo rare eccezioni, completamente all'oscuro delle disposizioni tributarie e non riescono ad orientarsi in mezzo al dedalico ginepraio" ( A. Uckmar - 1 gennaio 1926 )


STRATEGIE PER IL FUTURO

Un male antico
A distanza di settant'anni ci ritroviamo con gli stessi identici problemi che oggi, più che mai, collidono con concetto di ordinamento democratico.

Un fisco ordinato e chiaro
Un fisco ordinato e chiaro è la prima condizione di esistenza di un ordinamento democratico. Soltanto così, infatti, è possibile realizzare il risultato di una reale democrazia fiscale il cui nucleo centrale è la solidarietà intesa come valore fondante del dovere tributario.

La solidarietà - I passaggi necessari
Il tributo deve essere concepito come assunzione di responsabilità verso gli altri e, quindi, espressione di un dovere di solidarietà.  Un fisco non ordinato e sperequato, che interpreti il principio di capacità contributiva ( art. 53 della Costituzione) più come limite dell'imposizione che garanzia del cittadino, è, per converso, omogeneo ad un'amministrazione fiduciaria dotata non di " autorità " ma di " sovranità ": Sono queste le ragioni che impongono come prioritarie le scelte riformistiche in senso di razionalizzazione e tregua legislativa rispetto alle tecniche di imposizione.

Il passaggio è dato da tre momenti: 
1) affermazione del Parlamento quale sede naturale di produzione delle leggi e conseguente cessazione immediata della decretazione d'urgenza;
2) abolizione della legislazione delegata suscettiva di produrre gli inconvenienti di cui al primo punto nonché quelli legati alla costituzionalità delle leggi stesse;
3) tregua legislativa non inferiore al almeno tre anni. Questo è l'aspetto più delicato e dolente, la cui ignoranza si accompagna alla violazione degli elementari diritti di cittadinanza.


La qualità
La pressione fiscale prima che in termini quantitativi si impone in termini qualitativi, determinati dalla alluvione legislativa e dalla conseguente incertezza del diritto. Il nostro sistema è il cane che si morde la coda: ha creato la fiscalità di massa senza avere gli strumenti di controllo della produzione della ricchezza e senza considerare che nella società industriale e, soprattutto in quella postindustriale:
a) è cresciuto fortemente il livello culturale dei cittadini e la coscienza dei loro diritti;
b) è costante il confronto con le istituzioni degli altri paesi e la globalizzazione dell'economia comporta l'adeguatezza a quest'ultima del fisco e non viceversa;
c) la ricchezza è fornita prevalentemente dalle conoscenze (professionalità, idee, brevetti ecc.) e l'uomo si afferma in base a quel che sa;
d) sono diffuse le iniziative autonome a livello artigianale, commerciale e professionale.


La nostra società oggi
La nostra società si caratterizza. quindi, dalla liberazione della capacità produttiva, dal dinamismo, dall'internazionalizzazione, riconducibile ad cresciuta cultura ed indipendenza della persona.

Porre fine all'alluvione legislativa
Ecco perché si impone prioritaria l'esigenza di conoscere e non produrre le norme tributarie: porre fine all'alluvione, alla overdose legislativa significa rendere un buon servizio a tutta la collettività, superando gli steccati tra lavoro dipendente e lavoro autonomo.

Un sistema schizofrenico
Non è questa la sede per illustrare le cause o per indicare gli obiettivi generali di riforma: tutti saremo d'accordo nell'invocare minori aliquote, per dichiarare guerra all'evasione, per conclamare la semplificazione. Ma non tutti saremo d'accordo sui mezzi tecnici. 
Proviamo ad elencarne alcuni che, a nostro parere, s'inseriscono nella logica della solidarietà, che dell'equità fiscale e della lotta all'evasione.


Ciò che è possibile fare subito - Le proposte
1) Tassazione al netto e non al lordo: riconoscimento esteso a tutti i contribuenti indistintamente, di uguali detrazioni dei costi relativi alla produzione del reddito. Si solleciterà così l'interesse del committente a richiedere l'emissione di fattura riducendo quindi una emersione del reddito non dichiarato;

2) Decentramento fiscale: si attribuisce agli enti territoriali, Comuni in testa, il potere impositivo insieme con la capacità di spesa. Fino a che le spese saranno decise in periferia e le entrate al centro, non si risolverà la contraddizione consistente nella contestuale operatività di due organismo completamente "indipendenti", senza controllo delle spese. In questa ottica vano spiegate e razionalizzate le forme di protesta di categorie produttive che si indirizzano indiscriminatamente al centro ed alla periferia, prestandosi così a demagogiche strumentalizzazioni politiche;

3) Abbandono della pratica di condono: il ricorso ai condoni è stato sempre demagogicamente giustificato dalla " necessità" di azzerare il passato e di porre fine alle controversie col fisco. In realtà esso premia l'evasore fiscale. Il primo presupposto tecnico per disincentivare la legislazione premiale è fermare la schizofrenica sequenza dei metodi di accertamento. Rispetto agli ultimi tre anni, vi sono ben tre diversi criteri di accertamento che disorientano anche il più diligente dei contribuenti ( nel 1994 i coefficienti presuntivi; nel 1995 i parametri; nel 1996 gli studi di settore). Orbene, almeno gli ultimi due criteri intervengono sull'attività economica ad anno già concluso, quando omai si è chiuso il periodo di imposta sulla base di regole già applicate. Intervenire a posteriori non rende buon servizio alle regole del gioco e costringe anche i più diligenti a cedere al ricatto;

4) Corrispondenza tra imposte locali e servizi offerti dalla pubblica amministrazione: ala pagamento delle imposte comunali (rifiuti,Tosap,Iciap,Ici) non corrispondono, o sono di cattiva qualità, i servi resi dalla pubblica amministrazione. Alcune di queste tase sono effettivamente "gabellari" (Iciap), altre non sempre soddisfano il loro pagamento (rifiuti solidi), E che poi dire dell'imposta di pubblicità luminosa quando le insegne addirittura sopperiscono alla mancanza di illuminazione pubblica? E' evidente che un'attenuazione di tali carichi renderebbe più ragionevole o più ragionevolmente sopportabile il sostenimento dei costi dei contribuenti;

5) Attuazione del principio di autotutela: l'amministrazione finanziaria deve concorrere all'accertamento della capacità contributiva effettiva e, quindi, si deve far rientrare nei doveri d'ufficio anche l'azione "positiva" (rettifiche delle dichiarazioni anche a favore del contribuente, reale attivazione dei rimborsi d'ufficio, ritiro dei provvedimenti palesemente illegittimi o infondati) senza la costrizione alle procedure contenziose. E' ingiustificato e vessatorio che il cittadino-contribuente debba essere costretto ad affrontare un estenuante giudizio di non meno dieci (!) ani per vedere riconosciuto un suo diritto anche nei casi in cui il fisco riconosca spontaneamente i propri errori e potrebbe spontaneamente porvi rimedio;

6) Abolizione delle misure delle sanzioni così come attualmente in vigore: anche è ingiustificato ed assurdo che per errori meramente formali siano dovute sanzioni che decuplicano il debito o puniscano la buona fede. Il danno e la beffa sono specularmente determinati non solo dal mancato introito per il fisco delle ingenti somme - che la stampa diffonde come "evasione"- non recuperabili manche dei costi di difesa che l'inerme contribuente deve sostenere per difendersi;


Tutto quanto precede è, senza nulla concedere a facile demagogia, attuabile senza impegno di spesa e rende giustizia di tanti slogan vuoti e farneticanti. Su questa strada è possibile togliere le pietre senza che il tetto cada.



A cura del 
Gruppo di lavoro " Fisco ed equità fiscale " coordinato dall'avv. Antonio Damascelli
L'ARCA - Centro di Iniziativa Democratica 
1996