DATA
DI APERTURA: fino al 31 dicembre 2003
LUOGO: Museo Archeologico di Eboli (Sa)
ORARIO: 9-14
BIGLIETTO: gratuito
INFORMAZIONI: tel. 0828332684
La mostra espone i reperti provenienti
da uno scavo effettuato per l’impianto del metanodotto nella città
di Eboli tra il 1998 e il 1999. Gli oggetti rinvenuti sono relativi a
sepolture indagate nelle vie Mattei e Ripa, e si datano tra l’ultimo
quarto dell’VIII sec. ed il IV sec. a.C. Il luogo in cui sono
ubicate queste strade, costituiva parte di necropoli che furono
utilizzate intensamente ed in varie epoche.
Il primo corredo tombale esposto è relativo alla sepoltura di una
fanciulla di circa 12 anni deposta, con le gambe piegate sul lato
destro, in una fossa delimitata da ciottoli. Gli oggetti che
l’accompagnavano erano situati ai suoi piedi, tra essi si
distinguono: una coppa di tipo greco ascrivibile alla tipologia
“Thapsos” (coppe prodotte intorno alla seconda metà dell’VIII
sec. a.C. Prendono il nome dal sito di Thapsos, odierna Magnisi, nei
pressi di Siracusa, dove sono attestati i primi ritrovamenti di queste
coppe), proveniente da Pitecusa (odierna Ischia) e che costituisce
l’elemento datante della sepoltura, ed ornamenti di vario genere:
cavigliere, anellini, fibule (spille), cavigliere ed uno scarabeo in
“faience” (materiale simile alla porcellana) infilato in un
pendaglio d’argento che era sospeso ad un laccio che non si è
conservato.
Alcorredo appartenevano anche tre tessere fittili con due fori
relative, probabilmente, a cinture, e rocchetti e fusaiole, oggetti
allusivi alla filatura che era un’attività tipicamente femminile:.
Alcuni pannelli affissi alle pareti esplicano il modo in cui
avvenivano la filatura e la tessitura. Gli strumenti utilizzati per la
filatura erano: la conocchia, su cui si disponevano le fibre grezze;
il fuso, su cui si arrotolavano le fibre; le fusaiole che rendevano
stabile il movimento del fuso ed i rocchetti attorno ai quali si
arrotolava il filo.
Su un secondo pannello è disegnato un telaio costituito da pali in
legno e da pesetti in terracotta che tenevano ben tesi i fili
verticali, l’ordito.
Proseguendo con la visita della mostra è possibile fruire dei reperti
rinvenuti nelle altre sepolture. L’unica tomba di Via Mattei
conteneva un’olla d’impasto, alcuni vasi di cui non si è
individuata la forma data la frammentarietà ed un’oinochoe (tipo di
brocca) in bucchero. La tomba risale alla fine del VII – inizio VI
sec. a.C.
La sepoltura n.2 di Via Matteo Ripa, databile al IV sec. a.C., era
costituita da una cassa di grosse tegole e conteneva vasi a vernice
nera, una fibula in bronzo ed una moneta d’argento, un diobolo
appartenente alla zecca di Turi.
I corredi delle tombe n.1 e 3 non si sono conservati interamente in
quanto le sepolture sono state disturbate da lavori meccanici.
Nella sepoltura n.1, risalente alla fine del VI - V sec. a.C., è
stata rinvenuta una fibula in bronzo ed una coppa a vernice nera di
imitazione attica. La tomba n.3 presentava al suo interno una coppa
ionica a vernice nera ed una oinochoe in bucchero e si data al VII
sec. a.C.
Il corredo della tomba n.4, databile alla metà del IV sec. a.C., è
costituito da tre vasi non decorati: il mortaio, la pentola e l’olletta
fornite entrambe di coperchio, una fibula, due vasi a figure rosse
prodotti a Paestum e contenitori a vernice nera.
La sepoltura n.5, tomba dell’ultimo quarto del V sec. a.C.,
conteneva un cratere (grande vaso connesso all’uso del vino)
decorato con una linea ondulata ed una fila di puntini compresi tra
due fasce dipinte con vernice rosso-bruna, un’anforetta, un’olletta
ed un boccale a vernice nera.
Concludono l’esposizione due pannelli illustranti le iscrizioni in
lingua e scrittura etrusca presenti sui vasi rinvenuti ad Eboli e le
tecniche di lavorazione del bucchero, ceramica scura con superficie
lisciata di produzione tipicamente etrusca.
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