SOLOFRA: L’ETA’ ROMANA.
Le necropoli, le ville rustiche, la ceramica(I a. C. -IV d. C.).
L’intensiva colonizzazione
territoriale del vicus Salufranus
conosce la sua massima espansione nel I° secolo d. C., con una fitta
parcellizzazione fondiaria della media valle e la costruzione di numerose
villae rusticae, a conduzione prettamente
schiavistica. L’Autore ne rinviene circa 14 nel sito vallivo solofrano; oltre 25
nell’intero comprensorio naturale solofrano-montorese-sianese, segnalate con
particolare cartina archeologica alla Soprintendenza competente attraverso studi
editi. Risale all’aprile del 1979 la segnalazione del sito archeologico di
Tofolo, attestante la presenza di una poderosa fattoria imperiale di notevole
estensione (VR/7). Scavi sistematici, ed altrettanti abbandoni con distruzione
dei reperti, sono stati effettuati da archeologici ufficiali a più riprese, con
risultati ampiamente anticipati da Francesco Guacci nel testo del 1979:
Preistoria e Storia della valle solofrana. Il rarissimo sito
archeologico è stato indagato con modesta metodologia scientifiae; piuttosto
come cantiere occasionale per indagini preliminari di
accezione burocratico/urbanistica. La tenacia attenzione e la salvaguardia del
pregevole sito archeologico, da parte dell’Autore e scopritore, ne ha evitata la
sicura distruzione a seguito di moderno insediamento edilizio a ridosso
dell’area archeologica, con la
definitiva distruzione della poderosa cinta
muraria fortificata dell’imponente fattoria imperiale, riaffiorata durante i
primi saggi del dopo terremoto del 1980. Tuttavia i risultati ottenuti
attraversi successivi scavi indagativi hanno evidenziato la straordinaria
imponenza dell’architettura e la sua stratigrafica vita con le varie fasi di
utilizzo dei vani destinati alla “ pars
rustica “, per l’intensiva produzione di olio e vino, oltre
alla coltivazione di cereali ad uso e consumo interno. La conduzione era
prettamente schiavistica almeno fino a tutto il III secolo d. C. ; successivamente
la fattoria conosce
fasi
alterne di abbandono e riutilizzo, come attestano i rimaneggiamenti dei vani ad
opus spicatum
dell’area interessata alla presenza dei relativi torchi di tipo
pliniano. Presente nel sito anche una
officina doliare per la produzione di anfore ad uso interno, mattoni, mattoncini, tegoloni
con bollo doliare a cartiglio rettangolare ( VR/7 e VR/14, con bollo similare
). Dalla villa rustica di Tofolo provengono anche alcune antefisse fittile a
protome leonina (gocciolatoi), lucerne imperiali a becco ogivale e sporadiche
tessere musive relative alle pavimentazioni dei vani abitativi. Nel corso del
III secolo d. C. la fattoria conosce il suo momento più stravolgente con la
trasformazione dell’impianto rustico-produttivo; vengono ricoperti i pavimenti
in opus spicatum e resi inutilizzabili gli antichi torchi vinari. Si
costruisce un solo torchio vinario ad uso interno con pavimento in
cocciopesto in area esterna all’antica
fattoria, nei pressi di quello che appare un vano per la produzione di olio per
la presenza di macina in pietra lavica di tipo pompeiano. Il sito archeologico
di Tofolo di Solofra è . attualmente, salvaguardato da idonea copertura;
tuttavia durante le fasi di indagine preliminare, e successivi abbandoni da
parte degli archeologici esperti, furono definitivamente distrutte alcune
epigrafe musive, molto rare.
Compromesso risultò anche parte del sito esposto agli agenti atmosferici. L’area culturale è tutelata dal vincolo giuridico e costituisce la premessa per un futuro “parco archeologico” con Antiquarium. Nel giugno del 1981 lo scrivente effettua la scoperta e salvaguardia di importante necropoli imperiale nel sito naturale denominato “ san Nicola ” di Solofra.
VR/7 :anfora vinaria. |
VR/7: torchio vinario in cocciopesto di seconda fase tardo-imperiale. |
Le tombe ad inumazione risultano del tipo alla cappuccina, realizzate con grossi tegoloni di officina doliare locale. La cronologia spazia dal III al IV secolo d:C. ; una delle tombe risulta riutilizzata da un secondo inumato in epoca, verosimilmente, del tardo antico. Alcuni grossi dolia per grano attestano la presenza nei dintorni di un’altra villa rustica a conduzione schiavistica. Il sito sarà scoperto qualche anno più tardi, da Francesco Guacci, e segnalato come VR/14, sigla corrispondente alle tracce di resti archeologici di villa rustica. L’area indagata restituisce resti di mura, intonaci parietali, frammenti di pavimenti in cocciopesto, ceramica imperiale d’uso, numerosi mattoni, uno dei quali con bollo figulino del tipo VR/7 di Tofolo. La necropoli di ponte S. Nicola presenta un arco cronologico comprensiva dei primi secoli imperiali e parte iniziale del tardo antico.
Solofra (Av) località ponte S. Nicola: tomba romana alla cappuccina.
Per approfondimenti si rimanda al testo: F.Guacci, Preistoria e Storia della valle solofrana,Salerno 1979 (vol. II).