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L’antropometria, per mezzo di analisi e misurazioni sulle
ossa umane, stabilisce le caratteristiche fisiche dell’individuo,
in modo tale da ottenere informazioni sul sesso, sull’età
alla morte, sul tipo di corporatura, sul tipo di lavoro, sulle possibili
malattie che hanno lasciato tracce sulle ossa. Il quadro finale
è molto preciso e, nel caso di un campione abbastanza ampio,
si possono stabilire le precise caratteristiche di un’etnia,
regionale o sub-regionale se il campione è omogeneo, o tracciare
le differenze tra gruppi diversi.
Nel caso, inoltre, di gruppi di diverso periodo si può seguire
l’evoluzione morfologica del gruppo: variazione dell’
altezza, la speranza di vita nei bambini, la patocenosi ecc., sono
tutti segnali di buone o cattive condizioni di vita che possono
cambiare col tempo incidendo sulla popolazione.
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Gli strumenti usati per le misurazioni sono diversi: si va dai
più comuni come il centimetro da sarto per misurare le circonferenze
a quelli un po’ più particolari come il mandibulometro
o la tavola osteometrica, quest’ ultima usata per misurare
la lunghezza massima e quella fisiologica delle ossa lunghe.
Ma gli strumenti principali sono: il compasso a branche dritte e
il compasso a branche curve, entrambi fondamentali per uno studio
antropologico.
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Ogni osso ha dei punti particolari stabiliti da un’apposita
commissione di anatomisti. Esistono dei punti fissi, come la glabella,
e dei punti che vanno cercati, come l’eurion, perché
la loro posizione può variare da un individuo all’altro.
Da questi punti si ottengono misure che vengono elaborate in indici.
I risultati degli indici definiscono le caratteristiche dell’osso.
Come è stato già detto le caratteristiche morfologiche
di un osso emergono da determinati indici elaborati da misure prese
in punti precisi.
Dal risultato dell’indice si ottiene la caratteristica dell’osso.
Ogni osso ha degli indici e delle caratteristiche specifiche.
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In questo esempio si sta misurando la lunghezza massima = distanza
tra la glabella e l’opistocranio.
La distanza eurion-erion (immagine in basso) da invece la larghezza
massima.
Da queste due misure (larghezza e lunghezza massima) si ottiene
uno degli indici principali, l’indice cranico orizzontale:
la formula è “larghezza/lunghezza x 100”.
In base al risultato il cranio può essere definito:
Dolicocranio
Mesocranio
Brachicranio
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In
questo caso si sta misurando la larghezza orbitaria.
Gli indici sono diversi e non determinano soltanto la conformazione
fisica dell’osso: ad esempio dalla lunghezza del femore, della
tibia o dell’omero si può determinare l’altezza
dell’individuo anche se si tratta di un feto.
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Lo scheletro umano è da considerarsi
un archivio biologico, un vero e proprio nastro magnetico; esso
registra i fenomeni naturali indotti dalle situazioni, anche estranee
alla sua volontà, in cui esso è venuto a trovarsi
durante la vita.
La ricerca antropologica si è andata arricchendo di nuove
metodologie (studio del DNA mitocondriale) e di nuovi strumenti
come lo spettroscopio ad assorbimento atomico che permette di determinare
la dieta, e quindi le abitudini alimentari fino ad arrivare al tipo
di economia (nel caso di un campione cospicuo).
Lo studio antropologico e morfometrico, inoltre, è alla base
di una nuova disciplina: la ricostruzione fisiognomica, la quale
si basa sugli stessi metodi usati in medicina legale. |
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