...e venne il giorno dei lunghi tiri

Archi ed arcieri alla prova in una giornata di tiro alla massima distanza, il Flight Shooting

Una prima europea assoluta di questa specialità riconosciuta dalla Fita

Ricordate o voi arcieri quando eravate alle prime armi, ovvero la prima volta che vi siete costruiti o acquistato un arco ? Mi rivolgo soprattutto ai vecchi arcieri che in tempi remoti ( circa venti o trenta anni fa ) , quando non esistevano molte situazioni o campi dove iniziare a tirare e allora si andava "per prati". Allora cosa è stata la prima cosa che avete fatto o avete tentato di fare ?

Avete piazzato un bersaglio con la convinzione di andare subito a spot ? Sinceramente non credo.

Il vostro primo irrefrenabile desiderio è stato quello di tendere verso l’alto e scagliare la vostra freccia il più lontano possibile. In buona parte dei casi quella prima freccia non è mai stata più ritrovata in quanto era sicuramente andata molto più distante di quanto crediate. Da lì avete preso coscienza delle potenzialità ( e della pericolosità ) del vostro attrezzo se mal usato e avete proseguito a tirare cercando di colpire bersagli decisamente più prossimi alle vostre possibilità.

Se facciamo il solito passo indietro nelle pieghe della storia militare quando l’arco la faceva da padrone, la prima qualità apprezzata dagli inglesi medievali come dagli arcieri orientali, era la gittata che poteva scaturire da un arco, ovvero colpire con forza il nemico prima di essere raggiunti dallo stesso.

Primi giochi da arciere e Storia a parte, Il Flight Shooting, ovvero la gara a chi arriva più lontano è una specialità di tiro riconosciuta dalla Fita e finora praticata grazie al campionato americano valido per il mondiale organizzato dalla National Archery Association, ovviamente negli Usa.

L’Italia già conta grandi nomi che si sono distinti sul suolo americano, come Giancarlo Marchesini, decano italiano della specialità sin dal 1988 e detentore di vari record ( american longbow world record con 348.72 metri ) e Luciano Cecili ( primitive bow world record con 282.98 metri )

Bisogna notare che i tiri in America vengono effettuati zone asciutte e calde in alta quota dove la densità dell’aria è minore e sempre a favore di vento, anche se comunque sono sempre risultati notevoli ed apprezzabili come il record assoluto effettuato con il compound ( 1103.03 metri ).

L’esperienza dell’Arca insieme al recente team di ricercatori che anima il Museo Virtuale dell’Arcieria – Musarco ha consentito di non rimanere solo a guardare ma di essere parte attiva in questa corsa all’ultimo metro. Detto fatto , con il patrocinio ed il riconoscimento ufficiale dell’evento da parte della Fitarco, alla presenza dell’arbitro federale Piero Maiorani, il giorno 11 febbraio 2001 è iniziato il primo Historical Flight Day, gara di tiro di gittata con archi storici. La scelta di settorializzare al solo arco storico per questa prima edizione è scaturita innanzitutto dalla spiccata conoscenza del settore da parte degli organizzatori e dai limitati problemi di sicurezza dovuti alla "limitata" portata di questi archi. Oltre la gara erano in gioco delle analisi a carattere tecnico scientifico, cioè quanto c’è di vero nei racconti storici sulle reali potenzialità degli archi; come rendono in condizioni normali o sfavorevoli ( diverse da quelle americane ); vedere le differenze fra stili di tiro e soprattutto fra archi elaborati e pezzi di legno. L’evento ha suscitato un inaspettato interesse fra molti tiratori e costruttori. Si fa infatti un gran parlare di piedi al secondo in uscita dall’arco, ma che rendimento hanno veramente questi attrezzi?

Al raduno si è trovato un gruppo considerevole di arcieri giunti da varie regioni d’Italia con archi semplici, rinforzati e compositi e la rappresentanza degli Arcieri Felsinei guidata da Luciano Cecili con la supervisione di Giancarlo Marchesini e la "storica" figura di Giovanni Bosco Ricci , non è mancata all’appello. Erano anche presenti fra i bolognesi Yuri garuti degli arcieri di Misa, Luigi Covelli da Caserta fine costruttore di archi storici e primitivi nonché ispiratore della manifestazione, l’artigiano e tiratore romano Giovanni Vettorazzo e Stefano Maugeri noto nel campo della ricerca e dell’archeologia sperimentale. Anche se non nominati, un ringraziamento va anche ai molti altri arcieri che pur senza titoli ed esperienze del genere sulle spalle hanno partecipato riservando anche delle sorprese con i loro risultati come Marcello Giubbi che con un umilissimo arco autocostruito in canna di manila ( il materiale più povero ) da 40 libbre ha raggiunto i 207.15 metri.

In questa competizione oltre alle caratteristiche tecniche dell’attrezzatura e del meteo, incide anche la tecnica di inclinazione del corpo e soprattutto del rilascio che risulta utile anche nel tiro di precisione su bersaglio.

Anche se non era prevista per questa edizione una categoria giovani, un paio di ragazzi si sono entusiasticamente proposti per questa gara. Fra loro spiccava Robin Morucci che con un arco da 19 libbre con particolari sottili flettenti riportati, costruito dall’artigiano romano Giovanni Sacrati, raggiungeva la non indifferente distanza di 99 metri e il primato non ufficiale del maggior rendimento pari a 5,2 metri per libbra.

Ma veniamo alla cronaca della giornata; ospiti dell’oasi naturalistica wwf di Palo Laziale , poco a nord di Roma, installiamo il campo nel pratone prospiciente al litorale ed al castello dei principi Odescalchi, con i riferimenti che serviranno per le successive misurazioni.

L’asse di tiro volge verso i 39° S-SW, mentre il vento spira quasi nella stessa direzione ( 35° S-SW ) con una velocità di sette nodi ma che arriva a 10 nodi a causa di improvvise raffiche. Il cielo era ovviamente sereno ma oltre alla quota non favorevole ( 2 metri sul livello del mare ), la temperatura si aggirava intorno ai 13°-15° con una umidità del 61% ed una pressione atmosferica di 1025 mb. Le condizioni, vento a parte non si debbono considerare favorevolissime soprattutto per gli archi storici ma ci hanno dato lo spunto per una analisi scientifica per lo studio del rendimento delle attrezzature in tali situazioni.

I risultati non si sono fatti attendere i primi di ogni categoria sono stati; primo assoluto e primo nella categoria arco semplice over 50, Luciano Cecili - 258,08 metri - con un longbow di 92 libbre ; primo nella categoria arco semplice under 50, Giovanni Bosco Ricci - 229,77 metri – con un arco diritto da 49 libbre ; primo nella categoria arco composito over 50 , Stefano Maugeri - 203,84 metri - con un composito da 56 libbre ; primo nella categoria arco composito under 50 , Luigi Covelli - 190,94 metri - con un composito da 43 libbre ; primo nella categoria arco rinforzato under 50 , sempre Luigi Covelli - 194,47 metri – con un flatbow rinforzato con tendini da 49 libbre.

Inaspettatamente gli intervenuti reclamavano a gran voce il ripetersi dell’iniziativa e non ci siamo potuti congedare senza promettere il nostro impegno per una successiva edizione che probabilmente sarà allargata ai longbows in fibra e con l’inserimento del propulsore.

Buone frecce a tutti…scagliate il più lontano possibile.

Bruno Morucci