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Evoluzioni proprie

Stabilità di un sistema differenziale

La risposta forzata

La trasformata di LaPlace nello studio dei sistemi

Metodi di rappresentazione

EVOLUZIONI PROPRIE
 
Si definisce evoluzione propria (o libera) di un sistema differenziale un qualunque segnale di uscita y(t) =w(t) che si può avere in assenza di ingresso , cioè per x(t)=0.
Si considera l’equazione omogenea associata , ossia l’equazione ottenuta ponendo x(t) e sostituendo w(t)  al posto di y(t) :

 

L’insieme delle soluzioni della omogenea associata , rappresenta l’insieme delle evoluzioni proprie.
 
Il comportamento del sistema in assenza di segnali di ingresso è definito in modo univoco solo quando all’equazione omogenea associata si associano le n condizioni iniziali :
w(0) = a0                          (integrale particolare)
w(0) = a1                          (integrale particolare)
…..=.....                  (integrale particolare)        
wn-1= an-1                        (integrale particolare)
L'insieme degli integrali particolari costituisce l'integrale generale.
Per n=2 l’integrale generale è w(t)=c1w1(t)+c2w2(t)
Le funzioni w1(t)……w2(t)    si ricercano risolvendo l’equazione caratteristica nella variabile k avente grado pari all’ordine n dell’omogenea associata e uguali coefficienti a2k2+a1k+a0=0
Si hanno quindi 3 casi in base al segno del discriminante :
 
a) D>0               la soluzione generale dell’integrale generale è : w(t)=c1ek1 t+c2ek2 t
 
b) D=0               ………………………………………………. : c1ekt  + c2tekt
 
c) D<0                ………………………………………………. : est [c1cosωt + c2senωt]
 
La determinazione di k si ricava dalla risoluzione dell’equazione caratteristica ricavata dalla omogenea associata :
                                        
Che ha soluzioni : k1=0 , k2=-3
Quindi w(t)=c1et + c2e-3t = c1 + c2e-3t
Ad ogni radice ki di molteplicità m corrispondono m soluzioni della forma ekit , tekit , t2ekit , tm-1ekit .
 
Esempio:  K=-1       m=1        e-t
                     K=-2      m=2       e-2t te   
                 K=1       m=3        et tet t2et
 
 
 STABILITÀ E INSTABILITÀ DI UN SISTEMA DIFFERENZIALE
·        Un sistema si dice instabile se esiste almeno una evoluzione propria (libera) non limitata in un intorno di +.
·        Un sistema si dice semplicemente stabile se non è instabile, cioè se tutte le evoluzioni proprie sono limitate in un intorno di +.
·        Un sistema si dice asintoticamente stabile quando tutte le evoluzioni proprie tendono a zero, per t che tende a +.
Condizione necessaria e sufficiente affinché un sistema differenziale lineare invariante sia stabile, è che l’equazione caratteristica non presenti alcuna radice con parte reale positiva e che le eventuali radici puramente immaginarie siano semplici.
Per la stabilità asintotica è necessario e sufficiente che tutte le radici dell’equazione caratteristica abbiano parte reale negativa.
 
LA RISPOSTA FORZATA
Si definisce risposta  forzata yf(t), la funzione di uscita y(t), a condizioni iniziali nulle, che si ottiene in risposta a una data funzione di ingresso x(t).
L’integrale generale dell’equazione differenziale completa può essere espresso come somma dell’integrale generale dell’omogenea associata più la risposta forzata:
y(t) = w(t)+yf(t)
La risposta forzata diventa quell’integrale particolare dell’equazione completa che si ottiene con la scelta delle costanti nulle ( C1=C2=…=0).      
ESERCIZIO:
Dato il sistema differenziale descritto dall’equazione:
 
 
Determinare l’evoluzione propria che soddisfa le seguenti condizioni iniziali:
 
Soluzione:
Risolviamo l’equazione differenziale omogenea che si ottiene ponendo x(t)=0 e y(t)=w(t).
 
L’equazione caratteristica risulta:
K3+4K2+5K+2=0
Ad essa corrispondono le soluzioni K1= -1 con molteplicità 2 e K2= -2 con molteplicità 1.
L’insieme di evoluzioni proprie risulta:
w(t)= C1e- t+C2e- t+C3e- 2 t
E da esse si ricavano le grandezze w(0) , w1(0) , w2(0):
w(0)=C1+0+C3
 
 
Che uguagliate ai valori forniti dalle condizioni iniziali, forniscono le seguenti relazioni:
C1+C3=1
C2-C1-2C3=2
C1-2C2+4C3= -1
Risolvendo il sistema a tre incognite si ottiene: C1= -3 , C2=7 , C3=4.
Pertanto l’evoluzione propria richiesta ha equazione:
w(t)= -3e- t+7te- t+4e- 2t=(7t-3)e- t+4e- 2t
 
L’USO DELLA TRASFORMATA DI LAPLACE NELLO STUDIO DEI SISTEMI DIFFERENZIALI LINEARI E INVARIANTI
La trasformata di Laplace può essere utilizzata per il calcolo delle evoluzioni (proprie o complete) di un sistema differenziale , lineare e invariante , in risposta ad un dato segnale di ingresso x(t).
Si consideri un sistema differenziale descritto da un’equazione transcaratteristica di generico ordine n>2:
                                               
Trasformando entrambi i membri si ottiene una relazione algebrica tra la trasformata del segnale di ingresso x(s)= L[x(t)] e la trasformata del segnale di uscita y(s)= L[y(t)] , in cui compaiono gli n valori y(0-) , y’(0-) , y’’(0-) …. Y(n-1) (0-) che definiscono le condizioni iniziali del segnale x(t) applicato in ingresso , nulle nel caso in cui x(t) sia casuale.
L’uso della trasformata di Laplace nella risoluzione di un’equazione differenziale consente di determinare direttamente la soluzione particolare y(t) che soddisfa alle condizioni iniziali assegnate.
 
Esercizio:
Un sistema differenziale è definito dalla seguente equazione transcaratteristica:
Supponendo di applicare in ingresso il segnale: x(t) = ω(t) (cos2t + e3t)
Determinare per t>o l’uscita y(t) che soddisfa alle seguenti condizioni iniziali : y(0-) = 0 , y’(0-) = 1
 
Soluzione:
METODI DI RAPPRESENTAZIONE
La funzione di trasferimento H(s) può essere rappresentata graficamente se si suppone di operare in condizioni di regime sinusoidale.Ponendo s=jω , H(s) diventa una funzione complessa di variabile reale , ovvero un numero complesso H(jω) dipendente dal parametro ω.L’andamento di tale numero complesso viene descritto nei seguenti modi:
Diagrammi di Bode-in cui si rappresenta il modulo |H(jω)| e la fase arg[H(jω)] in funzione di ω , su scala logaritmica.
Diagrammi di Nyquist-in cui si rappresenta su piano complesso l’insieme dei punti corrispondenti ai valori assunti da H(jω) , facendo variare ω da -∞ a +∞.
Diagrammi polari-in cui si rappresenta su piano complesso l’insieme dei punti corrispondenti ai valori assunti da H(jω) , facendo variare ω da 0+ a +∞.