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AUTOPSIA DI BENITO MUSSOLINI

 

Epigrafe:

 

Benito Mussolini - fucilato a Giulino di Mezzegra il 28 aprile 1945. Esecuzione capitale mediante colpi multipli d'arma da fuoco. Obitorio comunale 30.4.1945. Prof. Cattabeni. Prof. Scolari.Prof D'abundo. Oggioni. Losa. Richiamo al verbale d'autopsia n. 8357.

Annotazione: " Si da atto che la necroscopia è stata eseguita alle ore 7,30 del mattino del 30 aprile 1945 nella sala anatomica dell'obitorio Comunale. Il prof. Mario Cattabeni assistito dai Proff. Emanuele D'abundo ed Enea Scolari, tutti della facoltà medica dell'università di Milano. Presente il Generale medico "Guido", della direzione Generale di Sanità Comando Generale del Corpo volontari della libertà.

REFERTO AUTOPTICO SUL CORPO DI BENTIO MUSSOLINI

La salma é preparata sul tavolo anatomico priva di indumenti. Pesa kg. 72. La misua non può misurarsi che con approssimazione in m. 1,66, data la cospicua deformazione traumatica del capo. Il volto è sfigurato da complesse lesioni d'arma da fuoco e contusive che rendono pressoché irriconoscibili i tratti fisionomici. Non si effettuano rilievi antropometrici del capo perché deforme da comminuta frattura dello scheletro cranio-facciale. Rigidità cadaverica risolta alla mandibola. Persistente agli arti. Colorazione verde putrefattiva assente.

Capo: deforme per lo sfacelo scheletrico completo, con profonda depressione dell'intera regione parieto-occipitale di sinistra e schiacciamento della regione orbitale dello stesso lato, ove il globo oculare appare afflosciato e lacerato con fuoriuscita completa dell'umore vitreo: il cellulare adiposo dell'orbita, vastamente scoperto da un'ampia lacerazione, non è infiltrato di sangue. In regione frontale mediana ed in sede parieto-frontale sinistra, due vaste soluzioni di continuo lineari del cuoio capelluto, a margini lacerati dall'ampiezza di circa 6 cm. ciascuna, discoprenti la teca cranica. In regione occipitale, a destra della linea mediana, due fori ravvicinati a margini estroflessi, irregolari, del diametro massimo di circa 2 cm., dai quali affiora sostanza cerebrale spappolata, senza aspetto di infiltrazione ematica. Alla nuca, poco a destra della linea mediana, ampio foro lacero, del diametro di quasi 3 cm., con margini estroflessi non infiltrati di sangue. In regione temporale destra due fori ravvicinati, tondeggianti, a margini finemente laceri, non infiltrati di sangue. In regione temporale sinistra ampio forame lacero con margini estroflessi ed affioramento di sostanza cerebrale spappolata. Vasto foro d'uscita alla conca del padiglione auricolare di sinistra. Anche queste due ultime lesioni hanno tipico aspetto di lesioni post-mortali. Alla radice del naso piccolo foro lacero con frammenti ossei comminuti estroflessi, infiltrati modicamente di sangue. Sulla guancia destra un gruppo di tre fori seguiti da un tramite diretto in profondità verso l'indietro, con lieve obliquità verso l'alto con margini imbutiformi verso l'interno non infiltrati di sangue. Frattura comminuta del mascellare superiore con vasta lacerazione delle parti molli e schelettriche della volta palatina, avente carattere di lesione post-mortale. Alla palpazione é apprezzabile frattura comminuta della mandibola. Nel restante ambito dei tegumenti del capo si notano numerose aree variamente distribuite di escoriazioni e piccole lacerazioni lineari dermo-epidermiche, tutte con aspetto di lesioni post-mortali. In regione sopraioidea, a destra della linea mediana, foro di entrata di proiettile con netto alone escoriativo emorragico. In regione sopraclaveare destra, presso la linea mediana, foro di entrata di proiettile con netto alone escoreativo emorragico; 3 cm. al di sotto sulla parasternale destra altra lesione del tutto simile. All'emitorace sinistro, anteriormente, nella metà superiore, un gruppo di quattro fori ravvicinati con alone escoriativo emorragico, compresi tra la linea emiclaveare e l'ascellare anteriore. All'emitorace di sinistra, posteriormente, nella metà superiore, un gruppo di quattro fori d'uscita compresi nell'area tra la linea mediana e la marginale della scapola, con margini infiltrati di sangue. Sempre al dorso, in regione sopraspinosa destra, due fori d'uscita con infiltrazione emorragica dei margini. Alla base dell'emitorace destro, posteriormente, un foro d'uscita con aspetto di lesione post-mortale. Al fianco destro, poco al disopra di un livello corrispondente alla spina iliaca superiore, un foro d'entrata con ampio alone escoriativo, cui fa seguito un tramite sottocutaneo sboccante in un foro d'uscita al livello della regione glutea di destra, nel quadrante anterosuperiore. Poco al disotto ed all'esterno della spina iliaca anteriore di destra, un foro d'entrata con margini privi d'infiltrazione emorragica cui fa seguito un tramite destro verso l'alto e verso sinistra con obliquità verso l'indietro. Nel quadrante addominale superiore di sinistra una breve soluzione di continuo lineare a margini netti dell'ampiezza di circa 1 cm., senza infiltrazione emorragica, approfondendosi pochi millimetri nel cellulare sottocutaneo. All'avanbraccio destro, sul margine ulnare, due fori ravvicinati: uno più esterno di entrata con netto alone escoriativo emorragico e l'altro più interno e distale con tipico aspetto di foro d'uscita e di lesione prodotta in vita. Ferita lacera post-mortale del polpastrello del pollice destro. Sulla faccia anteriore della coscia destra tre antiche cicatrici lineari parallele, dirette quasi verticalmente aderenti ai piani profondi: una più mediale di circa 15 cm., dal terzo medio alla regione del collo del piede, aderente al piano osseo tibiale. Null'altro è giudicato degno di rilievo nell'esame del cadavere.

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Allo scollamento del cuoio capelluto non si osserva sulla faccia profonda infiltrazione emorragica a livello delle diverse lesioni. La teca cranica è comminutamente fratturata con delimitazione di numerosi frammenti mobili, rimossi i quali si accede direttamente alla cavità endocranica. Normale è lo spessore della calotta ossea. La pachimeninge appare afflosciata con ampie lacerazioni nella metà anteriore; nessuna traccia di versamento emorragico epi ed ipodurale. Liberi, esangui i seni durali. La rimozione dell'encefalo non può compiersi in toto perché il cervelletto, ponte mesencefalo e una parte inferiore dei lobi cerebrali occipitali appaiono spappolati, senza traccia peraltro di infiltrazioni emorragiche. Integra è solo la maggior parte delle convessità emisferiche, il corpo calloso e parte del basiencefalo; le arterie della base encefalica sono solo in parte individuabili tra i frammenti mobili di frattura comminuta dell'intero basicranio ed in parte ancora connesse alla massa encefalica: i tronchi così individuati (tra i quali le arterie cerebrali anteriori) appaiono con pareti sane. L'aracnoide non presenta ispessimenti patologici, modica congestione tra i solchi cerebrali; il distacco della leptomeninge della superficie corticale è agevole e completo a livello delle circonvoluzioni frontali. Il massiccio scheletrico basicranico è sfacellato con affioramento della cavità dello sfenoide e dell'etmoide. Alla dissezione delle parti molli anteriori si osserva infiltrazione emorragica estesa a livello delle lesioni descritte nella metà antero-superiore. I cavi pleurici sono beanti ed assolutamente privi di aderenze: cospicuo versamento emorragico con grossi coaguli cruorosi nel cavo di sinistra. Nell cellulare adiposo del mediastino antero-superiore non sono apprezzabili residui di ghiandola timica. Aia cardiaca di normale ampiezza. Pericardio illeso; sierosi sana.

Cuore: Di volume normale. Abbondante grasso subpericardiaco. Apparati valvolari integri e sani. Normale lo spessore delle pareti atrio-ventricolari. Miocardio sano. Arterie coronarie pervie, sane.

Aorta: L'intima è disseminata, nel tratto iniziale, da numerose placche lipoidosiche. Normale lo spessore e l'elasticità delle pareti.

Polmone sinistro: Il lobo superiore è attraversato da due tramiti con estesa infiltrazione emorragica periferica, diretti dall'esterno alla regione dell'ilo che è vastamente infiltrata di sangue e parzialmente dilacerata. Nel lobo inferiore qualche circoscritta zona di infiltrazione ematica a distribuzione lobulare come da aspirazioni.

Polmone destro: Di volume e d'aspetto normale sia in superficie che al taglio. Nulla alla trachea ed ai bronchi. Estratti il cuore ed i pomoni, osservasi cospicua infiltrazione emorragica del mediastino posteriore. L'aorta toracica nella sua prima porzione presenta due lacerazioni grossolanamente stellari (che discntinuano ampiamente le pareti), situate contrappostamente sulle faccie esterne del vaso. Infiltrazione emorragica extrapleurica a livello di entrambe le cupole apicali della gabbia toracica.

Addome: Nessuna traccia di infiltrazione emorragica alla dissezione delle pareti. Visceri in situ. Cavo libero. Sierosi sana. All'ispezione osservasi: l'esistenza di una piccola briglia aderenziale fra la regione del bulbo duodenale, ed il coltello della cistifellea: previo il foro Winslow.

Milza: Di volume e di aspetto normale sia in superficie che al taglio.

Stomaco: Ampio: cavità contenente poco liquido torbido bilioso. Pareti mucose spianate con disegno aereolare poco evidente; non vi si osservano soluzioni di continuo. Mucosa pirolo-duodenale integra sana.Nulla degno di nota all'intestino tenue ed al colon le cui pareti mucose hanno aspetto del tutto normale. Il cieco presenta una lacerazione post-mortale, della parete poteriore lungo un tramite di proiettile penetrante in regione lombare destra.

Fegato: Di volume e di aspetto normale sia in superficie che al taglio. Vie biliari percie e sane. Reni di volume normale, ben scapsulabili. Superficie corticale liscia. Sostanze d'aspetto sano. Surreni indenni. Vie urinarie e genitali non offrono reperti degni di rilievo.


I Cadaveri di Mussolini e della Petacci sul Piazzale Loreto di Milano


Rendiconto di una necroscopia d'eccezione, Clinica Nuova 1/4-5, esr., 15 luglio - 1 agosto 1945.


Le uniche lesioni aventi caratteri di lesioni "vitali" furono quelle dei colpi d'arma da fuoco: sono stati identificati in tutto sette fori d'entrata di proiettile, sicuramente prodotti in vita, dato il netto alone ecchimotico-escoriativo; di questi, quattro erano raggruppati nella metà antero-superiore dell'emitorace sinistro, due in regioni sopra e sottoclaveare destra ed uno in regione sopraioidea e destra della linea mediana: a tutti i fori d'entrata del tronco corrispondevano posteriormente fori d'uscita. Una coppia di fori d'entrata e d'uscita è stata osservata anche sul margine ulnare dell'avanbraccio destro. Nei tramiti transtoracici i proiettili hanno trapassato il polmone sinistro e determinato la rottura a scoppio del tratto discendente dell'aorta. Già questi dati obiettivi consentono di stabilire:

1) che nessuna lesione è stata inferta, prima dell'esecuzione capitale, a Benito Mussolini.

2) che l'esecuzione è avvenuta con il petto del giustiziato rivolto alle armi.

3) che la morte è stata immediata.

4) con tutta probabilità vi è stato, durante l'esecuzione, un atto di schermo con il braccio destro.

 

Le lesioni di carattere post-mortale sono quelle più da lamentarsi. Si trattava infatti d'un vero e proprio sfacelo traumatico, in parte dovuto a colpi d'arma da fuoco, trapassanti con fuoriuscita di sostanza celebrale, ed in parte ad un meccanismo contusivo di estrema violenza quale è da ravvisarsi nella precipitazione avvenuta per il distacco del cadavere sospeso: i tratti fisionomici erano talmente deformati da conseguirne un vero e proprio sfiguramento che non esisteva all'atto della esposizione del cadavere sul Piazzale.

 

La macabra esposizione dei cadaveri sul piazzale milanese. L'uomo in piedi indicato dalla freccia è l'ex presidente della repubblica italiana Sandro Pertini


Verbale di seconda necroscopia di Mussolini Benito (n. 8357)

Premessa: Questa ulteriore necroscopia fu eseguita dal Prof. Antonio Cazzaniga, Direttore dell'Istituto di Medicina Legale di Milano, con la partecipazione del Prof. Antonino Astuni e del Dott. Erminio Bossi, il 14.8.1946 dopo il rinvenimento del cadavere. Questo era stato trafugato nella notte del 23-24 aprile 1946 da una sepoltura "segreta" del cimitero Maggiore di Milano (Musocco), ed era stato rinvenuto circa quattro mesi dopo nella certosa di Pavia. Le finalità di questa ulteriore necroscopia, furono tuttavia esclusivamente identificative. Riporto una piccola parte significativa:

Esternamente un pò al di sopra della spina iliaca anteriore di destra si riscontra un foro interessante a tutto spessore l'osso iliaco e che corrisponde al foro d'entrata descritto nel verbale della necroscopia del 30 aprile 1945.

 


AVEVA PREVISTO TUTTO


<< SAREI GRANDEMENTE INGENUO, SE CHIEDESSI DI ESSERE LASCIATO TRANQUILLO DOPO MORTO. ATTORNO ALLE TOMBE DEI CAPI DI QUELLE TRASFORMAZIONI CHE SI CHIAMANO RIVOLUZIONI, NON CI PUO' ESSERE PACE. MA TUTTO QUELLO CHE FU FATTO, NON POTRA' ESSERE CANCELLATO, MENTRE IL MIO SPIRITO, ORMAI LIBERATO DALLA MATERIA, VIVRA', DOPO LA PICCOLA VITA TERRENA, LA VITA IMMORTALE E UNIVERSALE DI DIO >>

Benito Mussolini

 


FONTI UTILIZZATE:

I verbali dell'autopsia di Benito Mussolini possono essere consultati integralmente o parzialmente su queste fonti:

- "Nemesi", di Renato Salvadori, editore B.Gnocchi, pubblicazione 1946 (COMPLETA)

- Rivista medica " Minerva Medica" (varia), 37/1, pp.62-67 (1946) (COMPLETA)

- "Gli ultimi cinque secondi di Mussolini", Giorgio Pisanò, 1999 (PARZIALE)

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