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Introduzione
Premessa
Restauro sonoro
I Racconti
Samples

...alla mancanza di libertà della tradizione popolare, a questa legge non scritta per cui al popolo è concesso solo di ripetere triti motivi, senza "vera" creazione, il narratore di fiabe sfugge con una sorta di istintiva furberia: lui stesso crede forse di far solo delle variazioni su un tema; ma in realtà finisce per parlarci di quel che gli sta a cuore.

La tecnica con cui la fiaba è costruita si vale insieme del rispetto delle convenzioni e della libertà inventiva. Dato il tema, esistono un certo numero di passaggi obbligati per arrivare alla soluzione....sta al narratore organizzarli, tenerli uno sopra l'altro come i mattoni d'un muro, sbrigandosela con rapidità nei punti morti...e usando per cemento la piccola o grande arte sua, quel che ci mette lui che racconta, il calore dei suoi luoghi, delle sue fatiche e speranze, il suo "contenuto ".

Italo Calvino

Contami unu Contu. Vol I - Logudoro

volume 1
Logudoro

una produzione di Archivi del Sud
in collaborazione con la
Cattedra di Storia delle Tradizioni Popolari dell'Università di Cagliari
con il contributo della
Regione Autonoma della Sardegna
Assessorato della Pubblica Istruzione

Responsabili del progetto:
Consulenza scientifica: Enrica Delitala e Chiarella Addari Rapallo
Restauro sonoro: Enzo Favata
Editing: Antonello Doro
Coordinamento generale: Enedina Sanna

Hanno collaborato inoltre:
Marcello Peghin, Antonella Sanna.
Si ringrazia la Socitaà Umanitaria di Cagliari


Introduzione

Il presente volume scaturisce da una ricerca condotta dalla nostra Associazione a partire dal 1993 sullo stato degli studi sulla narrativa popolare in Sardegna. Uno degli aspetti sul quale abbiamo voluto concentrare la nostra attenzione è stato quello del materiale sonoro già esistente, risultato di indagini condotte sul campo negli anni passati, interessante per più motivi: si tratta infatti di documenti che mettono in rilievo le caratteristiche orali della narrazione e di conseguenza l'abilità dei narratori, che probabilmente oggi, per le trasformazioni sociali e linguistiche intervenute, sarebbe difficile ritrovare; si pone inoltre il problema di verificare lo stato di conservazione dei supporti di registrazione per intervenire in tempo là dove si riscontri il rischio di una perdita irreparabile dei documenti.

Dati i contenuti della ricerca, è stato naturale stabilire contatti con la Cattedra di Storia delle Tradizioni Popolari dell' Università di Cagliari per il cospicuo lavoro di documentazione effettuato negli anni '70 di cui il dipartimento conserva le registrazioni. Grazie al vivo interesse delle docenti Enrica Delitala e Chiarella Addari Rapallo, che hanno seguito il progetto in ogni sua fase con la competenza e l'attenzione a loro consuete, è stato possibile giungere alla realizzazione di questo compact disc di racconti logudoresi, il primo di una serie dedicata a diverse aree linguistiche della Sardegna.

Ci auguriamo (e in questo senso opereremo) che il volume possa avere la più ampia diffusione non solo presso studiosi e ricercatori, ma anche nelle scuole come strumento di didattica della lingua e di riflessione su un aspetto non marginale della nostra cultura popolare, che appare oggi se non del tutto scomparso, sicuramente compromesso.

Vorremmo infine dedicare questo lavoro a tutti i "mastros de contanscias", maestri dell'arte del narrare, uomini e donne che nella comunità avevano il ruolo "inutile" di trasformare momenti di vita quotidiana, spesso faticosi e ripetitivi, in percorsi fantastici sui quali far viaggiare l'immaginazione dei bambini come degli adulti.

Enedina Sanna
Archivi del Sud


Premessa

L'edizione di questo compact disc si situa entro un più ampio progetto di recupero di testi narrativi tradizionali elaborato dalla Associazione Culturale Archivi del Sud d'intesa con la Cattedra di Storia delle Tradizioni Popolari dell'Università di Cagliari. Tra la fine degli anni '60 e la metà degli anni '80 furono discusse alle Facoltà di Lettere e Filosofia e di Magistero numerose tesi di laurea - assegnate dai professori Alberto Cirese, Enrica Delitala e Chiarella Addari Rapallo - sul repertorio narrativo di tradizione orale della Sardegna; lo studio (analogamente a quanto fatto nel 1968 per conto della Discoteca di Stato) comportò in primo luogo la registrazione di testi popolari in sardo raccontati da narratori e narratrici di varie località della Sardegna.

Si tratta di materiali che oggi, in un momento in cui l'uso della fiaba tradizionale e l'uso stesso del sardo sono fortemente attenuati, evidenziano la loro importanza, tanto più che - insieme al già citato corpus della Discoteca di Stato - questa è la sola indagine sarda estesa e sistematica, cioè condotta a livello regionale e con programma di rilevazione unitario.

Pastore - Disegno di Gennaro Vallifuoco Il presente compact disc - primo di una serie - ha essenzialmente carattere esemplificativo sia delle tipologie narrative presenti nel corpus sia delle possibilità di lettura ed impiego didattico del disco stesso.
Si tratta di dieci testi in logudorese selezionati tra i circa duecento registrati tra il 1970 e il 1975 in vari centri della provincia di Sassari; pur nei limiti imposti dalla durata del compact, si è cercato di documentare più intrecci narrativi e diverse categorie di racconto. Nella scelta si è data la preferenza ai narratori più abili, vivaci, con buona capacità comunicativa e, tenuto conto della tarda età della maggior parte degli intervistati, con dizione chiara.

Nella elaborazione generale del progetto di recupero di tutte le inchieste sulla fiabistica e nella realizzazione di un primo disco di saggio, ci hanno guidato la volontà di salvare registrazioni il cui stato di conservazione era in pericolo, di mettere a disposizione di molti quanto finora poteva essere consultato solo da pochi addetti ai lavori, di sollecitare l'utilizzazione didattica (a tutti i livelli) dei racconti tradizionali legati all'oralità, di stimolare la memoria dei detentori di questo grande patrimonio culturale.

Non ci sembra superfluo sottolineare ancora una volta la centralità del disco e la strumentalità del volume di guida all'ascolto; non si tratta di un omaggio alla attuale raffinata tecnologia di riproduzione dei suoni, ma piuttosto di un riaccostamento a forme di comunicazione, a tecniche del racconto ed a stili letterari, a modi di trasmettere saperi e concezioni specifici del mondo popolare, basati sulla oralità e sulla manualità , ad espressioni dunque che ci permettono di meglio comprendere quegli ambiti culturali in cui l'uso della scrittura era limitato e secondario rispetto al gesto e alla parola.

Un tempo il raccontare per via orale faceva parte della vita quotidiana ed era uno dei mezzi che si avevano per socializzare, per comunicare agli altri le proprie esperienze. per informare su quanto accadeva localmente o, in altre parti del mondo. per interpretare il passato, per rapportarsi col soprannaturale, per divulgare quanto appreso dai libri.

Tra le pareti domestiche nei momenti di riposo, nelle riunioni di vicinato all'aperto, nelle bettole, durante le attività di panificazione o di tessitura e ricamo, al lavatoio e al fiume, sui campi, negli ovili, alle feste, a caccia, in tutte le occasioni di incontro si chiacchierava e ci si esprimeva e i discorsi informali si alternavano a storie realistiche o fantastiche ma strettamente formalizzate e trasmesse di generazione in generazione.

Negli anni '70, quando già la cultura urbana stava invadendo i sistemi tradizionali, quando la crescita del livello medio di istruzione e la diffusione delle comunicazioni radiofoniche e televisive stavano aprendo nuove porte sul mondo, il racconto tradizionale era entrato decisamente in crisi: la leggenda religiosa, il racconto mitico, la fiaba di magia, le semplici ed ingenue storielle apparivano specchio di un mondo chiuso, superato e spesso contestato, erano lontani dai nuovi sogni e dalle nuove aspirazioni ed insufficienti a spiegare la realtà.

È quanto, pur con variazioni, risultò nelle campagne di rilevazione fatte da Maria Becciu a Anela, Bono e Bultei nel 1970 e nel 1971, da Maria Manunta negli stessi anni a Nughedu San Nicolò, Ozieri, Pattada e Tula, da Maria Teresa Riu a Villanova Monteleone tra il 1973 e il 1975, ed è un dato sostanzialmente confermato dalle indagini fatte in altre aree sarde.

Del resto anche alcuni dei testi del disco tradiscono vuoti di memoria chiaramente legati alla ormai scarsa abitudine a raccontare e a sentir raccontare e, nella stessa espressione linguistica commista di termini arcaici e di parole italiane, denotano il passaggio da un sistema tradizionale chiuso a forme di acculturazione non sempre positive e coerenti.

Le narratrici ed i narratori - Peppina Falconi di Ozieri, Raimonda Mameli di Bono, Bonaria Manca di Ozieri, Raffaella Meloni di Villanova Monteleone, Mattia Mugoni di Bultei, Giuseppe Murtinu di Ozieri, Virginio Pani di Nughedu San Nicolò, Salvatore Secchi di Nughedu San Nicolò e Antonia Zarru di Bultei narrano in una situazione artificiale e non in una libera ed estemporanea sessione narrativa; eppure la gioia del narrare e la serietà dell'atto comunicativo traspaiono quasi sempre: il narratore, dopo le prime incertezze dimentica il registratore e l'intervistatrice, si immedesima nel racconto e si lascia trascinare dal desiderio di stupire e di immergere nel mondo del fantastico un pubblico immaginario.

Come si è detto questa è solo una guida all'ascolto. Chi volesse avere informazioni più precise ed ampie sui problemi della narrativa di tradizione orale troverà qui di seguito una bibliografia essenziale.

Di ciascun testo forniamo la trascrizione ortografica e la traduzione letterale. Nella trascrizione, soprattutto per ragioni tipografiche, non abbiamo usato segni diacritici e ci siamo allineati in linea di massima alla grafia italiana; tuttavia si indicano con h la fricativa postvelare (pohu), con Ith e Idh i suoni aspirati e palatalizzati specifici del logudorese settentrionale (cultha); inoltre nella trascrizione abbiamo cercato di riprodurre l'oralità rispettando quindi per quanto possibile la fonetica sintattica ed elisioni, troncamenti, vocali paragogiche etc.

Ogni testo è preceduto da una breve scheda in cui oltre ad indicazioni sulle sue peculiarità e a dati comparativi, si forniscono nell'ordine: data e località di raccolta; scheda essenziale del narratore; indicazione del rilevatore e rinvio alle pagine della tesi in cui è riportato il racconto (BECCIU: Maria BECCIU, Narrativa tradizionale in Goceano, Cagliari, a. a. 1970-71; MANUNTA: Maria MANUNTA, Narrazioni tradizionali del Logudoro, Cagliari, a. a. 1970-71; RIU: Maria Teresa RIU, Inchiesta sulla narrativa tradizionale a Villanova Monteleone, Cagliari, a. a. 1975-76); rinvio alla classificazione internazionale (AT: Aarne e Thompson, Types...; motivo: THOMPSON, Motif-lndex...).

Si ringraziano le autrici delle inchieste e delle tesi che hanno costituito la base di questo lavoro e soprattutto le persone che hanno raccontato le fiabe e grazie alle quali rimarrà traccia di un inestimabile patrimonio linguistico e folclorico.

Enrica Delitala
Chiarella Addari Rapallo
Università di Cagliari

Annotazioni sul restauro sonoro

Il riversamento da bobina o nastro magnetico su cassette DAT è stato effettuato da me presso il laboratorio musicale dell'Associazione Culturale Archivi del Sud.
Sono stati utilizzati registratori a bobina UHER e REVOX in uso negli anni a cui risalgono le registrazioni.
Nel passaggio dal nastro originale al DAT è stato applicato il seguente filtro: equalizzatore parametrico a sottrazione di ottava - modello DBX Project 1.
In genere si è riscontrata una buona conservazione dei materiali: solo alcune registrazioni presentavano alterazioni irrecuperabili dovute all'usura o al tempo; va detto che le registrazioni su bobina, sebbene antecedenti alle audio-cassette, sono senza dubbio di qualità superiore e creano dunque minori problemi per il recupero.
Molte registrazioni presentavano distorsioni di tipo microfonico, nonché rumori dovuti ad urti del microfono ed al ronzio degli stessi registratori che hanno potuto essere in parte eliminati, così come il fruscio dato dallo scorrimento del nastro sulle testine.
Alcune fasi di restauro sono state eseguite con la collaborazione del compositore Antonello Doro, attraverso un calcolatore Macintosh Centris con l'ausilio di una scheda Audiomedia II, alcuni filtri da Sound Designer Il e altri software.
Un dato interessante è che, una volta eliminati i fruscii e le distorsioni, sono riemersi i suoni dell'ambiente nel quale era stata effettuata la registrazione: si sono dunque strappati all'oblio, oltre alle voci dei narratori, anche i suoni degli ambienti di una volta, le sveglie meccaniche, i rumori del cortile in primavera, il passaggio della "corriera", il vociare dei bambini per strada.
Chi l'avrebbe detto che la tecnologia del futuro ci avrebbe ridato il suono della memoria?

Enzo Favata

I Racconti

Racconti del Logudoro

1. Su contadu de su pohu ispinu (13.24)
2. Maria 'e sas puddas (8.18)
3. Su contadu de sos tres aranzos (7.51)
4. Su contadu de sa prinzipessa trilthe (5.14)
5. Antoneddu e Mariedda (9.39)
6. Su contadu de sa mama de Santu pedru (7.00)
7. S'istoria de Sant'Andria (2.13)
8. Su contadu de sa sabia Sibilla (3.21)
9. Su contadu de Trugliu e de sos crabolos (3.42)
10. Su sonnu (5.28)

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