APPUNTAMENTO A TRE
(Three to Tango)

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REGIA:    
Damon SANTOSTEFANO

PRODUZIONE:  U.S.A.   -   1999   -   Dramm.

DURATA:  98'

INTERPRETI:
Neve Campbell, Matthew Perry, 
Dylan McDermott, Oliver Platt, Cylk Cozart 

SCENEGGIATURA:
Rodney Vaccaro - Aline Brosh McKenna

FOTOGRAFIA:
Walt Lloyd

SCENOGRAFIA: 
David Nichols

MONTAGGIO: 
Stephen Semel

MUSICHE: 
Graeme Revell

Trama

Un giovane architetto riesce ad ottenere un importantissimo lavoro in virtù di un frainteso: il suo datore di lavoro lo crede gay. Decide suo malgrado di non chiarire la situazione e trarne vantaggio, finché non viene incaricato di sorvegliare la bella amante del suo principale e se ne innamora.

Recensioni

 

 

 

"Gay pride" solo per ridere

Ci risiamo, è la moda, il tema omosessualità è attualmente uno dei più sfruttati, soprattutto nei film brillanti. Come se potesse portare un po' di novità in una commedia degli equivoci di struttura classica (o meglio banale). Peccato si debbano ritrovare tutti gli stereotipi del genere amalgamati con poca fantasia, primi fra tutti la scelta tra carriera e sentimento, verità e menzogna, lealtà al proprio capo e amore, il tutto con una pessima figura di cattivo fedifrago da repertorio. In questo contesto si inserisce il pretesto (più che la riflessione) dell'omosessualità, soprattutto uno spunto per le solite battutine, per gag più o meno riuscite. Se dovessimo giudicare da questo film ci sarebbe da stare poco allegri, la morale infatti è estremamente chiara: ci si sforza di far credere che non c'è nulla di male nell'essere gay ma ci si rallegra anche enormemente di non esserlo. L'incubo del protagonista rimane un gioco che rimandando il lieto fine ravviva una storia d'amore altrimenti senza nulla da dire. L'unico momento vagamente riflessivo è il discorso rivelatore in cui il bugiardo sembra comprendere la frustrazione di chi deve nascondere la propria natura. Ma è solo un attimo, preludio poco convinto al più ordinario degli inseguimenti, con pugno della fanciulla offesa e, nella scena successiva, immancabile perdono. I genitori festeggiano, gli amici ritornano, coppiette etero e non si formano spontaneamente... A volte si riesce anche a ridere, ma sotto un alone di superficialità ed inconsistenza.
Accettabile il cast, con un Perry buffo e comune quanto basta, una Campbell appena sufficiente, un buon caratterista dei panni dell'amico gay ed un attore del tutto incapace nel ruolo del cattivo.
Compitino tirato via, per piacere ai giovani meno esigenti.

Oboo

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Oboo
 

 

 

     
           
 

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