Recensioni
|
Il Collezionista di errori
Non basta l'interpretazione di Denzel Washington e la bellezza della
co-protagonista Angelina Jolie per far decollare un film che rimane decisamente a terra. Non riesce a prendere il volo per la presenza sulla pista di macigni come "Seven","Il Collezionista","Il Silenzio degli Innocenti" che urlano al pilota di tornare a casa. "Il Collezionista di Ossa" è un film copia, un film che porta sulla sua trama i segni della carta carbone, macchie che si cerca di cancellare montando scenari di morte fantasiosi e improbabili persino per i "patrimoni nazionali" americani, i serial killer, solitamente esaltati sopra ogni ardire che in questo caso lasciano il posto ad un personaggio ridicolo il cui ritratto psicologico, al pari di quello degli altri protagonisti è un omaggio alla mancanza di introspezione, di sensibilità e di logica. Oggi, basta allestire un teatrino di omicidi e un pretestuoso movente per costruire un prodotto senza sbavature che non possiede né forza né spessore. E ci viene da domandarci perchè mettere in moto tutte queste risorse: professionali, produttive e pubblicitarie in nome del nulla.
Marco
Saraga
Il collezionista...di film
"The Bone Collector" è un pietoso (quanto
puntualmente acclamato negli States) guazzabuglio orrorifico, che con la
solita presunzione di chi chi è convinto di poter sempre fare "di più
e meglio", non accontentandosi di imitare in maniera irritante e
pedissequa il cinema di Fincher, "ruba" spudoratamente da almeno
un'altra dozzina di film che più o meno tutti recentemente hanno visto (tra
questi Mimic, Potere Assoluto, e il Silenzio degli Innocenti ... ma anche
Buio Omega, titolo questo, che per fortuna hanno visto in pochi,
ma che nelle ultime mie recensioni, si sta riaffacciando con preoccupante
regolarità). Stabilito ciò, è inutile cercare punti a favore del film:
la sceneggiatura fa acqua come un colabrodo, il movente degli omicidi è
tra i più scemi e ingiustificati
mai visti al cinema, e poi, parliamoci chiaro, non è che sia un grande
divertimento sorbirsi Denzel Washington che dice cretinate per 2 ore,
inchiodato per altro a una specie di avveniristico marchingegno di tortura.
Il recente "End of days", che questo film ricorda molto, almeno
quanto a fattura, nel suo kitsch sfrenato, era di sicuro più divertente.
L'unico vero motivo di interesse di questo "Collezionista
d'ossa", si riduce così ad essere Angelina Jolie, all' anagrafe
Voight, che oltre ad essere esageratamente carina, mostra un talento nella
recitazione, che non ci si aspetterebbe da una figlia d' arte .
Andrea Carpentieri
Una collezione di stereotipi
Lui, Denzel Washington, è un prodigio d'investigatore, paralizzato ad un letto da un incidente sul servizio; un uomo che non riesce a trovare motivi per vivere ed a deciso di farla finita con la sua vita. Lei, Angelina Jolie, è una ragazza insicura, che non riesce a vivere con serenità in seguito al suicidio del padre. S'incontrano,
e lui, con un discorso che dura trenta secondi di cronometro, gli risolve i suoi problemi e la convince ad aiutarlo nelle indagini. Naturalmente tutta la missione andrà a buon fine e il nostro detective riscoprirà la gioia di vivere grazie all'amore di una donna, guarda caso la nostra giovane poliziotta. Sullo sfondo si aggira quest'assassino, che non trasmette inquietudine neanche a pagarlo; i suoi omicidi che dovrebbero essere qualcosa di spaventoso, sono prevedibili, e ci si limita ad osservarlo mentre asporta pezzi d'ossa dalle vittime inermi. In questo film non c'è un momento di tensione, non c'è niente di nuovo sulla psicologia dei serial killer ed i personaggi sono ridotti a delle macchiette. Sentire il paragone, anche se molto alla lontana, con "Il silenzio degli innocenti" e l'unico motivo per cui questo film potrebbe spaventarci. C'è un capolavoro uscito un po' d'anni fa, che racconta di un uomo costretto da un gesso alla gamba su una sedia a rotelle, che guida la sua ragazza nelle indagini di un omicidio che ha intravisto dalla finestra, e alla fine è aggredito dall'assassino stesso. Vorremo chiedere al regista, Philip Noyce, quanto ha scopiazzato dall'appena citato "La finestra sul cortile", e da altri film del genere (tra i tanti mi viene in mente anche "Copycat" con
Sigourney Weaver), e quanto di suo abbia messo in questa produzione, ma si perderebbe tempo. Speriamo che quest'autore si renda conto che per dirigere un film, qualche idea bisogna pur averla, e non basta incollare idee rubate qua e
là, per creare un prodotto almeno decente.
Matteo Catoni
Niente di nuovo
Il Collezionista di ossa è un film costruito su una totale assenza di idee originali ma non per questo è un film completamente noioso.
Con la chiara intenzione di utilizzare tutti i clichè del thriller classico P. Noyce ottiene comunque almeno un primo tempo in cui non mancano la tensione e l'interesse che riescono a suscitare i due attori protagonisti: il bravo Denzel Washington nel ruolo del geniale criminologo costretto all'immobilità (la mente) e Angelina Jolie , giovane miliziana insicura ma dal grande intuito (il braccio). Tra i due si instaura un rapporto ambivalente fatto di sguardi, frasi a effetto e auricolari parallelamente allo sviluppo, decisamente ripetitivo e schematico, della trama vera e propria: la sequenza di omicidi del consueto serial killer di New York che però, a differenza degli altri, lascia insieme ai suoi cadaveri una serie di indizi da settimana enigmistica che il genio e la bambina devono in fretta decifrare, pena la responsabilità per i delitti che non vengono evitati in tempo. Del libro di Jeffery Deaver viene colta l'azione ritmata e continua: la macchina da presa si ferma raramente e ci regala anche stacchi veramente spettacolari come le molteplici riprese dall'alto sulla città o la sequenza velocissima all'indietro dalla strada alla camera di Lincoln Rhyme (protagonista di svariati romanzi di Deaver) che grazie al suo incredibile acume e al suo dito indice riesce paradossalmente a movimentare anche le sequenze 'in pausa' del film, quelle in cui in cui si dispiega la strabiliante capacità deduttiva del criminologo, circondato da una folla di stravaganti personaggi, tutti costruiti sapientemente, che gli offrono le più disparate consulenze tecniche. Tra momenti di complicità e ritrovamenti di corpi (tutti fantasiosamente malconci) i pezzi del rompicapo cominciano a mettersi in ordine e , a partire dal ritrovamento del 'filo rosso' degli omicidi, il libro 'collezionista di ossa' dal quale l'assassino 'copia' i suoi delitti, il film converte verso un finale veramente deludente. Angelina Jolie, dopo l'ultima tempestiva intuizione, riesce a evitare l'omicidio conclusivo, quello ai danni dello stesso Lincoln, il vero obiettivo di questo sconosciuto (visto qua e là in qualche scena) che si scopre essere l'assassino. E' un povero poliziotto che ha deciso di 'farla pagare' al criminologo (una sua perizia è infatti la causa dei suoi sei anni di carcere), eppure lo sapevamo: durante i titoli di testa vengono passati in rassegna svariati ritagli di giornale nei quali si racconta del poliziotto che ha inquinato non si sa quali prove messo in galera per una perizia di Rhyme; ma tanto alla fine del film nessuno se ne ricorda più , e non basta certo così poco per creare il tanto atteso effetto sorpresa. Il duello tra i due è addirittura grottesco, le motivazioni dell'assassino effimere.
Tutti gli elementi e le prove accumulate nelle due ore della pellicola non sono che pretesti, sfide create a uso e consumo del genio della criminologia.
Il Collezionista di ossa è indubbiamente un film avvincente, ma rimane comunque un thriller americano 'tutta azione' che di motivazioni psicologiche e vera criminologia non si intende poi tanto.
Italo Tardiola |