Recensioni
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Liberta' e conservatorismo in famiglia...
Tratto da una pièce
teatrale questo piccolo film, peraltro acclamato all'ultimo festival di Cannes, mi pare si possa inquadrare
fra la sit-com ed il tv-movie. Va collocato, ovviamente, nel filone cinematografico che rappresenta la realta'
occidentale dei nostri giorni, dove le societa' stanno divenendo sempre piu' multietniche e di conseguenza
multiculturali, con tutte le relative difficolta'. Ed è la difficolta' di integrazione che è nel macrocosmo
dei nostri paesi che il regista trasferisce all'interno della famiglia Khan, dove c'è la stessa fatica a
comprendere e a comunicare che c'è all'esterno. E trovandosi in Gran Bretagna si nota la spaccatura fra gli
ex dominatori ed i non piu' dominati, con note di intolleranza e note, invece, specie tra i ragazzi
(qui il cambiamento....) di accettazione ed integrazione. Nel film si alternano momenti comici e tratti
drammatici che, comunque, dovrebbero far riflettere sui pregiudizi sulle diversita' e sull'integrazione,
sulla difficolta' di comunicazione, sui duri dogmatismi esercitati dietro il paravento della religione, delle violenze
esercitate in seno alla famiglia, di cui si sente tanto parlare. Il protagonista Om Puri ricopre benissimo il ruolo
del padre a tratti buono a tratti crudele, riunendo bene le due facce del problema; brava anche Linda Bassett nel
ruolo della madre.
Mara
Taloni
Un
pezzo di Pakistan in un borgo inglese
Commedia inglese con attori Pakistani, questa a prima vista sembra
"East is East", ma sicuramente è qualcosa di più. Un film leggero, questo è fuor
di dubbio, ma allo stesso tempo capace di coinvolgere lo spettatore con
sentita partecipazione, si alternino sullo schermo momenti divertenti, o
istanti di tensione. Probabilmente è proprio questo il pregio di
quest’opera, il saper gestire con apparente semplicità i passaggi
d’umore dei vari personaggi. L’ambiente in cui quest’ultimi si
ritrovano a vivere è un’Inghilterra del 71, dove tutto è in fermento,
e in cui è impossibile mantenere salde delle tradizioni di un paese (il
Pakistan) che i figli di George non conoscono per nulla. Soltanto lui, un
uomo schiavo della sua fede e delle sue contraddizioni, che crede di
vivere in un mondo già finito, non riesce ad accettare questa situazione.
I figli sono degli inglesi a tutti gli effetti, si annoiano a pregare in
una lingua che non capiscono, ed amano la musica rock, e tutto ciò che
piace ai ragazzi inglesi, perché loro si sentono tali. Sullo sfondo, si
muove la madre, inglese, di questa strana famiglia, che si ritrova in
mezzo a due fuochi, e a volte non sa veramente cosa fare. Sarà proprio
lei, però, a risolvere con
una forza, che forse neanche pensa di avere, la situazione. E’
impossibile ricreare un ambiente di tradizioni, in un luogo dove la vita
scorre su altri binari; quest’utopia avrà vita breve, ed è questa la
lezione del film: come dice la madre, bisogna essere severi e non rigidi,
perché il mondo che circonda questi giovani e aperto alle influenze
dell’esterno, e tutto questo è inevitabile. "East to East" è un film
onesto, che non cerca mai di superare quella che è: una commedia un
po’amara che ci spinge a riflettere su un mondo che lentamente sta
cambiando. Un buon film.
Matteo
Catoni |