EAST IS EAST
(East is East)

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REGIA:    
Damien O'DONNEL

PRODUZIONE: GB   -   1999   -   Comm.

DURATA:  96'

INTERPRETI:
Om Puri, Linda Basset, Jordan Routledge

SCENEGGIATURA:
Ayub Khan-Din

FOTOGRAFIA:
Brian Tufano

SCENOGRAFIA:
Tom Conroy

MONTAGGIO: Michael Parker

COSTUMI:  Lorna Marie Mugan

MUSICHE: Deborah Mollison

Trama

Inghilterra anni '70. In un piccolo borgo dell'Inghilterra settentrionale vive la famiglia Khan, padre pakistano, madre inglese, sette figli "inglesi", che il padre, invece, vorrebbe far divenire a tutti gli effetti pakistani, imponendo loro i costumi del suo paese d'origine; combattendo, ovviamente i contrasti dei ragazzi che non ne vogliono sapere assolutamente di frequentare la moschea, soggiacere a matrimoni combinati, a vestite abiti pakistani, difesi solo dalla madre, rigorosamente inglese, che si trova nella posizione difficile di cuscinetto fra il marito e i figli.

Recensioni

 

 

 

Liberta' e conservatorismo in famiglia...

Tratto da una pièce teatrale questo piccolo film, peraltro acclamato all'ultimo festival di Cannes, mi pare si possa inquadrare fra la sit-com ed il tv-movie. Va collocato, ovviamente, nel filone cinematografico che rappresenta la realta' occidentale dei nostri giorni, dove le societa' stanno divenendo sempre piu' multietniche e di conseguenza multiculturali, con tutte le relative difficolta'. Ed è la difficolta' di integrazione che è nel macrocosmo dei nostri paesi che il regista trasferisce all'interno della famiglia Khan, dove c'è la stessa fatica a comprendere e a comunicare che c'è all'esterno. E trovandosi in Gran Bretagna si nota la spaccatura fra gli ex dominatori ed i non piu' dominati, con note di intolleranza e note, invece, specie tra i ragazzi (qui il cambiamento....) di accettazione ed integrazione. Nel film si alternano momenti comici e tratti drammatici che, comunque, dovrebbero far riflettere sui pregiudizi sulle diversita' e sull'integrazione, sulla difficolta' di comunicazione, sui duri dogmatismi esercitati dietro il paravento della religione, delle violenze esercitate in seno alla famiglia, di cui si sente tanto parlare. Il protagonista Om Puri ricopre benissimo il ruolo del padre a tratti buono a tratti crudele, riunendo bene le due facce del problema; brava anche Linda Bassett nel ruolo della madre.

Mara Taloni


Un pezzo di Pakistan in un borgo inglese

Commedia inglese con attori Pakistani, questa a prima vista sembra "East is East", ma sicuramente è qualcosa di più. Un film leggero, questo è fuor di dubbio, ma allo stesso tempo capace di coinvolgere lo spettatore con sentita partecipazione, si alternino sullo schermo momenti divertenti, o istanti di tensione. Probabilmente è proprio questo il pregio di quest’opera, il saper gestire con apparente semplicità i passaggi d’umore dei vari personaggi. L’ambiente in cui quest’ultimi si ritrovano a vivere è un’Inghilterra del 71, dove tutto è in fermento, e in cui è impossibile mantenere salde delle tradizioni di un paese (il Pakistan) che i figli di George non conoscono per nulla. Soltanto lui, un uomo schiavo della sua fede e delle sue contraddizioni, che crede di vivere in un mondo già finito, non riesce ad accettare questa situazione. I figli sono degli inglesi a tutti gli effetti, si annoiano a pregare in una lingua che non capiscono, ed amano la musica rock, e tutto ciò che piace ai ragazzi inglesi, perché loro si sentono tali. Sullo sfondo, si muove la madre, inglese, di questa strana famiglia, che si ritrova in mezzo a due fuochi, e a volte non sa veramente cosa fare. Sarà proprio lei, però,  a risolvere con una forza, che forse neanche pensa di avere, la situazione. E’ impossibile ricreare un ambiente di tradizioni, in un luogo dove la vita scorre su altri binari; quest’utopia avrà vita breve, ed è questa la lezione del film: come dice la madre, bisogna essere severi e non rigidi, perché il mondo che circonda questi giovani e aperto alle influenze dell’esterno, e tutto questo è inevitabile. "East to East" è un film onesto, che non cerca mai di superare quella che è: una commedia un po’amara che ci spinge a riflettere su un mondo che lentamente sta cambiando. Un buon film.

Matteo Catoni

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