ECHI MORTALI
 (Stir of Echoes)

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REGIA:    
David KOEPP

PRODUZIONE: U.S.A.    -   1999   -    Thriller

DURATA:  99'

INTERPRETI:
Kevin Bacon, Kathrin Erbe,
Ileana Douglas, Liza Weil, Kevin Dunn

SCENEGGIATURA:
David Koepp

FOTOGRAFIA:
Fred Murphy

SCENOGRAFIA:
Nelson Coates

MONTAGGIO:
Jill Savitt

COSTUMI:  
Leesa Evans

Trama

Tom Witzky e' un operaio di Chicago che si e' traferito da poco in una nuova casa in cui vive con la moglie e il figlioletto. Durante una serata con gli amici, quasi per scherzo, decide di farsi ipnotizzare dalla cognata e da quel momento la sua capacita' di "sentire" gli eventi che lo circondano gli aprira' le porte di un terribile segreto in grado di minacciare il suo equilibrio psicologico e la tranquillita' della sua famiglia.

Recensioni

 

 

 

Niente di nuovo ma ben amalgamato

Non ci sono grandi novita' nel thriller metafisico di David Koepp, ma una certa abilita' che permette di miscelare spunti da vari film mantenendo desta l'attenzione dello spettatore. In particolare non possono sfuggire varie analogie con "Il sesto senso", a partire dall'idea dei fantasmi in debito con il passato e del bambino in grado di ascoltarli e di vedere oltre. E' interessante la scelta di collocare i personaggi in un contesto urbano popolare, dove la coppia protagonista affronta problemi quotidiani di lavori routinari e disillusione verso le proprie ambizioni non realizzate. Poi, pero', il thriller prende il sopravvento accantonando certi approfondimenti e la sceneggiatura predilige l'evoluzione psicologica di Tom, ben interpretato da Kevin Bacon, accentuando la funzione meccanica di altri personaggi. In particolare risulta efficace l'innesto delle visioni premonitrici di Tom e alcune trovate, pur puntando sul gore, hanno un impatto visivo che colpisce. Insomma, niente di originale - il finale conciliante appiana molto l'incisivita' della storia e "non tutto e' come sembra" pare un marchio di fabbrica delle ultime produzioni americane - ma un film di puro intrattenimento che mantiene le premesse del genere. Brutto il titolo che rende anonimo il film negandogli qualsiasi attrattiva.

Luca Baroncini

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