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REGIA:    
Davide FERRARIO

PRODUZIONE:  Italia   -   1999   -   Dramm./Erotico

DURATA:  95'

INTERPRETI:
Elisabetta Cavallotti, Stefania Orsola, Flavia Insinna, Gianluca Gobbi, Claudio Spadaro, Angelica Ippolito, Luigi Diberti, Yorgo Voyatzis, Antonello Grimaldi

SCENEGGIATURA: Davide Ferrario

FOTOGRAFIA: 
Giovanni Cavallini

SCENOGRAFIA: Alessandro Marrazzo

MONTAGGIO: Claudio Cormio

COSTUMI: Maria Emanuela Pischedda

MUSICHE: Giorgio Canali

Trama

Nina è una giovane attrice porno che svolge il suo lavoro con serenità e senza pregiudizi. Ha inoltre un'amica fidata, Cristiana, omosessuale, a cui confida i suoi pensieri più nascosti. Nonostante l'estrema durezza dell'ambiente di lavoro, la donna si mostra soddisfatta di sé stessa. Dopo aver scoperto di aver un cancro, la sua vita non è più come prima. Allontanata dal set, cerca di riaffermare la propria identità aiutando un ragazzo, anch'egli malato di cancro, nel momento in cui sta per morire.

Recensioni

 

 

 

Con stupore ci si interroga sul perché un film come quello di Ferrario sia stato non solo disertato dal pubblico italiano, ma distrutto dalla quasi totalità della critica. Evidentemente portare l'hard core sugli schermi cosiddetti normali può assumere il doppio significato di documentazione oggettiva o di provocazione. Raccontare con occhio privo di morbosità il mondo del porno dal punto di vista di una delle protagoniste, perciò senza pregiudizio moralistico, non significa girare della semplice e gratuita pornografia. 
Forse è proprio l'assenza di giudizio morale a disturbare, letteralmente, la coscienza di pubblico e critica che, va ribadito, spesso nutrono il medesimo pregiudizio estetico morale. Semmai il limite del film va invece ricercato nel difficile e precario equilibrio tra fiction e documentario. Ciò è dovuto forse al limite narrativo imposto dall'ispirazione biografica (relativa alla vita di Moana Pozzi) che appunto impone al regista risvolti piuttosto patetici, in netto contrasto con lo stile freddo e frammentario, congeniale a questo regista.

Su un tema analogo, ma con maggiore coerenza narrativa, il giovanissimo cineasta americano Paul Thomas Anderson, affermatosi con Magnolia (1998) gira Boogie nights (1997), specchio disincantato e un po' grottesco del mondo porno, osservato come l'alter ego di Hollywood, o le cattive coscienze. Al contrario, sul versante del cinema verità, a parer nostro più efficace alla rappresentazione di tale sottomondo, vale ricordare il riuscitissimo film di Francoise Davy Exhibition (1968), cinedocumento sulla vita dell'attrice porno francese Claudine Beccarie.

Maurizio Fantoni Minnella

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