PRODUZIONE: Austria - Germania - Russia
                             2000   -    commedia

DURATA:  106'

INTERPRETI:
Chulpan Khamatova,
Moritz Bleibtreu, Nikolai Fomenko, Merab Ninidze, Ato Mukhamedshanov

SCENEGGIATURA:
Bakhtiar Khudojnazarov - Irakli Kwirikadze

FOTOGRAFIA:
Martin Gschlacht - Dusan Joksimovic - Rostislav Pirumov - Rali Ralchev

SCENOGRAFIA: Negmat Dzhuraev

MONTAGGIO: Kirk Von Heflin - Evi Romen

COSTUMI: Zebo Nasirova

MUSICHE:  Daler Nasarov

Trama

Un'eccentrica famiglia composta da padre vedovo, figlio psicologicamente disturbato, a causa della guerra, e figlia diciassettenne desiderosa di fare l'attrice, che vivono a Samarcanda. La fanciulla, arrivata una troupe teatrale nel paese, fa di tutto per contattare la medesima, tanto che si abbandona ad un amplesso con un sedicente attore, che dice di essere amico di Tom Cruise. Rimasta incinta gira con la famiglia in lungo e in largo, per trovare il padre del bambino....

Attraverso la voce di un nascituro...

Chi ama Kusturica non puo' non vedere questo film presentato all'ultimo festival del cinema di Venezia nella sezione "Sogni e visioni". Ci sono tutti gli elementi tipici del regista bosniaco dal surreale all'onirico al favolistico, senza, ovviamente, raggiungerne le vette e certe inquadrature di paesaggi possono far pensare a Kiarostami, senza averne però, l'incisivita' ed il significato. C'è un po' di confusione nella narrazione, quasi un cocktail di personaggi e situazioni che si accavallano: teatranti, banditi, militari, gente comune in un colorato carosello, a volte assurdo, ma ci sono anche, è doveroso sottolinearlo, momenti di poesia. La scena finale del film vuole troppo emulare Kusturica finendo con lo scadere, quindi, in un effetto molto artefatto. Originale la trovata della voce narrante del bambino che è nel grembo della protagonista e che sembra quasi regolare gli accadimenti della vita , soprattutto in relazione alla sua, che rischia di essere soppressa. Notevole l'attrice protagonista Chulpan Khamatova, dotata di talento e charme.

Mara Taloni