UN MARITO IDEALE
(An Ideal Husband)

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REGIA:    
Oliver PARKER

PRODUZIONE: GB/U.S.A.    -    2000   -   Comm.

DURATA:  97'

INTERPRETI:
Rupert Everett, Julianne Moore, Minnie Driver, Jeroen Krabbé, Cate Blanchett, John Wood, Jeremy Northam, Peter Vaughan

SCENEGGIATURA:
Oliver Parker (tratto da una commedia di Wilde)

FOTOGRAFIA:
David Johnson

SCENOGRAFIA: Michael Howells

COSTUMI: Caroline Harris

MONTAGGIO: Guy Bensley

MUSICHE:  Charlie Mole

Trama

Sir Robert Chiltern (Jeremy Northam) uno stimatissimo politico, "un marito ideale" secondo la moglie (Cate Blanchett), è ricattato da un'avventuriera (Julianne Moore) che è a conoscenza di un suo peccato di gioventù. Tutto ciò rischia di distruggere la sua reputazione, ma in suo soccorso arriverà il ricco donnaiolo Arthur Goring (Rupert Everett)

Recensioni

 

 

 

L'Inghilterra di Oscar Wilde

Innanzi tutto, la prima cosa da dire su questo film, è che non si tratta della solita commedia all’inglese; non perché manchi dell’humour ricercato, tipico di questo genere d’opera, ma perché la parte da padrone la fa l’intrigo che di divertente non ha nulla. Quello che sembra il solito film, con belle donne in costume, e romantici cavalieri che si scambiano non sempre lecite effusioni amorose, e in realtà un lavoro che analizza, senza andare molto in fondo per la verità, dei temi quali l’onore, la fedeltà, l’orgoglio, argomenti che mal si addicono ad un film del genere. Il tono di quest’opera è per larghi tratti troppo appesantito da riflessioni superficiali degli argomenti su citati, a discapito di un ritmo e di una leggerezza che opere di questo genere devono avere. In ogni caso “Un marito ideale” ha sicuramente i suoi lati positivi. A cominciare dagli attori, molto preparati e sicuramente a loro agio nei ruoli, e che hanno in Rupert Everett la loro punta di diamante; semplicemente perfetto nella parte del donnaiolo che alla fine cede alle lusinghe dell’amore. Nonostante ciò, si ha l’impressione che il regista a volte abbia caricato la loro recitazione di una leziosità eccessiva, facendo scadere le loro performance in cliché francamente evitabili. La realizzazione tecnica rientra, senza troppi clamori, nella media, con una regia onesta e priva d’inutili virtuosismi, e con una fotografia ed un montaggio di maniera, ma sicuramente accettabilissimi. In definitiva un’opera discreta, anche se partendo da un testo d’Oscar Wilde, qualcosa di più, era lecito aspettarsi.

Matteo Catoni


Eleganza e humour in stile Oscar Wilde

La commedia di Wilde viene portata sugli schermi per la seconda volta (dopo quella corretta e tradizionale del 1947) con questa principale novità: la centralità del personaggio del raffinato perdigiorno dal cinismo tipicamente wildiano.Rupert Everett, perfetta incarnazione di questo Lord inglese, ruba completamente la scena al vero marito ideale Northam, grazie sia al suo carisma, che ad un ruolo sicuramente più brillante. Suoi sono tutti i numerosi momenti di comicità, vero pregio della pellicola, dai duetti con il padre a quelli col maggiordomo, ma quasi tutte le sue frasi sono fulminanti perle di autoironica amoralità. Illuminato da questa figura il film si snoda con un buon equilibrio, leggero e ben congegnato, classico ma non privo di uno spirito moderno. Tra veri momenti da commedia degli equivoci ed un paio di fugaci scivoloni nel sentimentalismo la storia getta sul tappeto anche qualche argomento su cui riflettere: è giusto che una persona perda tutto per un unico errore fatto in passato? E' più facile amare un ideale o una persona con i suoi difetti? La totale sincerità in un rapporto di coppia è un'utopia? Le risposte arrivano fin troppo puntuali, ma è bello assaporare l'atmosfera dell'alta società dell'epoca, dipinta dalle belle scenografie ed i bellissimi costumi, oltre che da una regia sempre piacevole. Molto onore va anche al cast, decisamente bravo. La Moore si cala in modo convincente nei panni della perfida intrigante, la Blanchett si difende bene in quelli della (insipida) moglie dalle troppe pretese. Tutto il contorno non sfigura ma è certo Everett ad accentrare su di sé l'attenzione, e nel passaggio (ormai avvenuto con successo) da affascinante tenebroso a simpatico uomo di spirito la sua carriera tocca un ruolo da simpatico fascinoso. E forse a molti sarà venuta voglia di imitarlo e parlare di cose serie un solo giorno al mese...da mezzogiorno alle quindici.
Una sola domanda: era proprio necessario che lo scapolo impenitente capitolasse davanti al viso troppo paffuto della Driver?

Oboo

Commenti

 

 


Matteo
Catoni
6

Oboo

7

Daniele
Bellucci

Stefano
Selleri
5
Luigi
Garella
Luca
Pacilio
7
           
 

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