MARLOWE, OMICIDIO A POODLE SPRINGS
(Poodle Springs)

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REGIA:    
Bob RAFELSON

PRODUZIONE: U.S.A.   -   1998   -   Poliz.

DURATA:  100'

INTERPRETI:
James Caan,
Dina Meyer, David Keith, Joe Don Baker,
Brian Cox, Tom Bower, Nia Peeples

SCENEGGIATURA:
Tom Stoppard  
(tratto dal romanzo omonimo iniziato da Raymond Chandler)

FOTOGRAFIA: Stuart Dryburgh

SCENOGRAFIA: Mark Friedberg

MONTAGGIO: Steven Cohen

COSTUMI: Melinda Esherman

MUSICHE: Michael Small

Trama

Philip Marlowe si e' sposato con una ricca e bella ereditiera. Il tempo di una veloce lune di miele ed eccolo di nuovo nel suo ufficio, dove e' raggiunto da una telefonata misteriosa che da il via ad una intricata catena di eventi delittuosi. Affrontarli insieme al nuovo menage matrimoniale sara' piu' difficile del previsto.

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La vita privata di Philip Marlowe

Ci vuole un bel coraggio a far sposare Marlowe, e ce ne vuole anche a fargli continuare la sua vita di "private eye" con una moglie bellissima e ricchissima, che quando non e' a casa ad aspettarlo, magari adagiata sul bordo di una piscina su una classica chaise loungue, lo va a trovare in ufficio. Ne e' passato di tempo da quando seduceva le commesse di libreria o offriva sigari alle tassiste... La California e' molto cambiata, Marlowe appena un poco.
Il romanzo "Poodle Springs", iniziato da Chandler all'inizio degli anni '60 e concluso con ottimi risultati da Robert Parker, racconta di un Marlowe invecchiato e appesantito, alle prese con solite malefatte e nuovi problemi, che affrontera' con la celebre disincatata onesta'.
Ci vuole un bel coraggio anche a portare sullo schermo questa avventura, alla fine degli anni '90. Un Marlowe per forza di cose meno "cool" del solito (James Caan giustamente grassoccio e flemmatico, ma con un'aria perennemente troppo sorpresa e/o divertita) si muove tra intrighi (come sempre) cosi' intricati da non far capir nulla per un bel tre quarti di film, in una California pacchiana ben lontana dall'austero fascino dei noir anni 40. La California e' cambiata, dicevamo, ed ecco Marlowe che porta a spasso il suo feltro nero in mezzo a decine di ridicoli cappellini di paglia e altre mise improbabili, il tutto in una cornice d'epoca molto curata. La regia di Rafelson e' abbastanza piatta (il film e' stato realizzato per la tv) tra qualche guizzo autoriale (ma dall'unione di Marlowe e di questo regista era lecito aspettarsi di piu') e qualche errore grossolano (Caan viene sfregiato al volto e nella scena successiva, passate poche ore, ha il volto liscio come il culo di un bambino). 
L'impressione e' che questa coraggiosa e parzialmente riuscita operazione possa essere apprezzata solo dai fan: non pensate alle elganti riletture del noir in auge negli ultimi tempi (L. A. Confidential e The Big Lebowski per fare i due esempi piu' riusciti). Il malinconico invecchiare di Marlowe che si arrangia tra il suo mondo che sta scomparendo e la sua nuova vita e' tuttavia reso con leggera e partecipe ironia, il romanzo, i personaggi e in generale l'universo chandleriano sono riportati con alta fedelta'. Se siete marlowiani di rito ortodosso quindi correte a vederlo, se non lo siete (vergogna!), vedete di diventarlo. Poi se vi avanza tempo, recuperate questo film.

Angelo Taglietti

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