LA NEVE CADE SUI CEDRI
  (Snow falling on Cedars)

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REGIA:    
Scott HICKS

PRODUZIONE: U.S.A.   -   1999   -   Dramm.

DURATA:  126'

INTERPRETI:
Ethan Hawke, Youki Kudoh, Rick Yune, 
Max Von Sydow, Sam Shepard, James Rebhorn, Richard Jenkins, James Cromwell

SCENEGGIATURA:
Ronald Bass

FOTOGRAFIA:
Robert Richardson

SCENOGRAFIA:
Jeanne Oppewall

MONTAGGIO:
Hank Corwin

COSTUMI:  Renee Erlich Kalfus

MUSICHE: James Newton Howard

Trama

Nel 1950 Kazuo Miyamoto (Rick Yune) viene processato per l'assassinio di un pescatore bianco. Al processo assiste il giornalista Ishmael Chambers (Ethan Hawke), innamorato fin dall'infanzia di Hatsue (Youki Kudoh) ora moglie dell'accusato. Il trambusto provocato dalle udienze risveglierà i ricordi della deportazione avvenuta durante la seconda guerra mondiale ai danni della comunità giapponese del luogo.

Recensioni

 

 

 

Il Talento di Mister Hicks

Il regista Scott Hicks, dopo il tanto decantato "Shine", si cimenta nel suo esordio Hollywoodiano, con una storia particolare ed in parte originale, che va a ripescare un episodio semisconosciuto della storia americana. Il film, basato sul ricorrente utilizzo di flashback, ripercorre la vita di tutti i protagonisti, privilegiando l'uso dell'immagine sul parlato, e giocando costantemente sulle atmosfere oniriche che gli splendidi scenari naturali offrono. Quest'opera, sicuramente realizzata con cura, procede su due binari paralleli, il processo ed i ricordi dei protagonisti appunto, ma non riesce ad essere convincente in tutti i suoi aspetti. Le tematiche del razzismo e del pregiudizio sono affrontate con coerenza e limpidità, ma non riescono ad incidere come dovrebbero, e si ha l'impressione che qualcosa costantemente manchi. Al contrario, quando s'abbandona l'aula giudiziaria ed il regista può esprimersi solo con l'immagini e con un montaggio serrato ed efficace, il film decolla e regala emozioni vere, che questo autore sicuramente sa donare. Un buon cast correda questa produzione, a partire da Ethan Hawke, attore giovane ma dotato di uno stile crepuscolare sinceramente rari nella nuova leva di interpreti, per passare ad una brava Youki Kudoh, giovane tormentata dallo scontro tra le sue passioni ed il ruolo delle tradizioni; ma tra tutti spicca, e non potrebbe essere altrimenti, uno straordinario Max Von Sydow, attore che riporta alla mente atmosfere di bergmaniana memoria, e che sorregge il film nella parte di un avvocato sul viale del tramonto. "La neve cade sui cedri" è tutto sommato un buon film, soprattutto se si sanno apprezzare opere non ermetiche ma di un certo spessore; nonostante questo non si può affermare che Scott Hicks sia riuscito a girare un'opera del livello di "Shine", ma la mano di un potenziale ottimo autore c'è.

Matteo Catoni

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Cedri e Sidri

Si è molto parlato delle affinità tra questo film e "Le Regole della Casa del Sidro"; forse il paragone è nato da una curiosa similitudine tra le parole "Cider" e "Cedars". Perché, a ben vedere, è difficile trovare due film così diversi, il cui unico punto d'incontro è l'essere tratti entrambi da un romanzo. "Le Regole della Casa del Sidro" ha una regia ordinaria, anonima, che segue scolasticamente la sceneggiatura senza vistosi difetti proprio a causa dei pochi rischi che Hallstrom vuole prendersi (i rischi semmai, se li prende John Irving con la posizione che assume sui temi cardine della sceneggiatura tratta dal suo libro). Un film quindi i cui pochi meriti risiedono in fase di sceneggiatura ma che da sola non basta a "riscaldare" lo spettatore..
Ne "La Neve che cade sui Cedri" la regia di Hicks è molto più ardita, prediligendo lo stile visionario (che, al secondo lungometraggio, si sta dimostrando una sua caratteristica peculiare), destrutturando la narrazione con insistiti salti temporali e, soprattutto nella prima parte, avvolgendo la storia con un alone di mistero tramite una distribuzione di ellissi molto efficace. Certo, il suo talento è palesato solo a tratti, la forza visiva dei paesaggi è spesso farina del sacco della fotografia dell' "immenso" Robert Richardson, mentre a tratti una sorta di patina produce fastidio in un soggetto così violentemente romantico, ma gli amplessi visti e non visti dentro il cedro tra i due protagonisti, costituiscono un indiscutibile saggio di bravura. Sul continuo ricorso a flash-back si potrebbero muovere facili critiche, poiché utilizzato così sistematicamente, inficia la fluidità narrativa ed espone la storia a inevitabili tautologie, ma il risultato finale lascia comunque il segno rispetto al film di Hallstrom, perché, tra due lavori tutt'altro che perfetti, è da preferire quello più coraggioso e ardito i cui difetti saltano agli occhi in maniera anche vistosa, piuttosto che un compitino, un vero e proprio dettato "trascritto" da un pur notevole romanzo.

Daniele Bellucci


Matteo
Catoni

Daniele
Bellucci
7

Mara
Taloni

Giada
Bernabei
4
   
           
 

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