LA PRINCIPESSA MONONOKE
(Mononoke hime)

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Trama
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REGIA:    
Hayao MIYAZAKI

PRODUZIONE: Giappone   -   1997   -   Anim.

DURATA:  150'

PERSONAGGI:
Ashitaka, Mononoke,
Lady Eboshi, Gonza, Koroku

SCENEGGIATURA:
Hayao Miyazaki - Neil Gaiman

FOTOGRAFIA:
Atsushi Okui

MONTAGGIO: 
Hayao Miyazaki - Takeshi Seyama

MUSICHE: 
Jo Hisaishi

Trama

In un remoto villaggio del Nord del Giappone, il giovane guerriero Ashitaka resta vittima di un maleficio uccidendo una divinita' protettrice
della foresta. Per trovare un antidoto dovra' intraprendere un lungo e pericoloso viaggio verso la terra dei Tatara. Lungo il cammino restera' coinvolto in una cruenta battaglia e decisivo sara' l'incontro con San, la principessa Mononoke, una giovane ragazza cresciuta e allevata dai lupi.

Recensioni

 

 

 

Un affascinante viaggio tra sogno, incanto e poesia

Proiettato in anteprima al Future Film Festival di Bologna e record di incassi in Giappone nel 1997, "La Principessa Mononoke" approda finalmente nelle nostre sale. Il film e' un'epica avventura con radici nel Giappone Medioevale che affronta in modo poetico e intelligente l'eterno conflitto tra bene e male. Tutti i personaggi devono imparare a convivere con un lato oscuro della loro personalita', a partire dal protagonista che decide di affrontare un lungo viaggio iniziatico per sconfiggere un'antica maledizione. Bellissimi i fondali con colori splendenti che trasportano lo spettatore in un'atmosfera lontana che accarezza l'inconscio, fatta di boschi fatati, villaggi sulle montagne, acque cristalline. Un'atmosfera dove il bene e il male sono in continuo antagonismo, ma non in modo schematico e binario come spesso nei cartoni animati succede, bensi' con un magico intreccio di situazioni che rendono i personaggi vivi e palpabili. Come un sogno che poi si dimentica, ma che per un attimo ha rischiarato tutte le oscurita' permettendo una presa di coscienza e una riconciliazione con la natura.

Luca Baroncini

Commenti

 

 

Questo "anime" possiede in primis un buon realismo per quanto riguarda la fluidità dell'animazione, distaccandosi dall'orrendo cliché Disney fatto di movimenti impossibili e melensi ,dove anche il più piccolo movimento viene "ultrafarcito" per dare quell'aria di dinamismo barocco che non serve e a breve andare stomaca. I disegni sono televisivi e a volte, poco curati e grezzi, con anatomie degli animali allucinanti (es. i lupi bianchi). Per il resto il film é male strutturato, un vero "akkrokko" di diecimila luoghi comuni con pretese di sacralità e atmosfere volutamente rubate alle "praterie di conan il barbaro". Tutto succede a casaccio,senza collegamenti decenti tra un fatto ed un altro, dilungandosi in inutili accadimenti che non aiutano certo la narrazione.
Le parti spettacolari dell'anime sono ben ritagliate e "collocate" con stanchezza e un senso di "ci dovevano essere"dal regista, e l'unica vera chicca risulta essere la traversata nel cuore della foresta dove compaiono dei graziosi fantasmini che, sì, risollevano le sorti della baracca e concludono comparendo alla fine del film come unica cosa veramente buona. Il tutto é farcito da scene di violenza ridicole, dove uomini perdono gli arti senza sanguinare (una censura?), il protagonista ha una cotta scialba e scontata per lo spirito della foresta, cioé Mononoke, la cattiva della situazione e tutti i materialisti che vanno in cerca della testa del Dio della foresta si redimono solo in ultima tesi come in senno ad un miracolo,quando di miracoli ne accadono per tutto il film con una frequenza tale da "appiattirsi", una conversione per dare al tutto un tono "morale" che abborrisca la sanguinarietà "simulata". Molte uscite dei personaggi sono un classico dei moderni anime giapponesi, e danno un senso di anacronismo con l'epoca in cui é ambientata la storia (tradizioni idiote che non muoiono mai e che uccidono la poka stima per il popolo di krumiri in questione). Lo stesso esercito dei cinghiali si dipinge col "naso-pennello" per andare in guerra, scadendo nel cliché di "preparazione al combattimento" di tutti i film di indiani et simili. Cosa peggiore di tutte, un passo pericoloso che Miazaky fece già creando Nausikaa, fotocopiando Dune di Herbert: le evoluzioni del protagonista e le scene finali del film sono palesemente e perikolosamente tratte dalle mutazioni di Tetsuo in Akira con i tentativi di rendere lo stesso senso di apokalisse che invece ricordano solo un vero "must" dell'animazione giapponese.

Carlo Bocchio


Luca
Baroncini
8

Daniele
Bellucci
8

Giada
Bernabei

     
           
 

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