Recensioni
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Una favola dei tempi moderni
Cosa c'è di più scontato della parabola dell'uomo ricco è senza scrupoli che scopre la bellezza dell'amore e decide di cambiare vita? Probabilmente un film che parla di questo.
Allora non stupiamoci di quest'ultima fatica interpretata da Nicolas Cage, che svestiti i panni dell'eroe d'azione, si lancia in una tenera commedia dal sapore di novella raccontata dalla nonna ai nipoti davanti al camino, mentre fuori dalla finestra la neve imbianca la città. Ci sediamo in poltrona, pronti a subirci l'enorme quantità di melassa ultradolce per via venosa, e c'accorgiamo con enorme stupore che non ci stiamo annoiando. Proprio così, il film scorre leggero, le battute melense non fanno così male come ci aspettavamo, e in alcune sequenze il buon vecchio Cage ci stappa anche una risata. Allora pensiamo, che è questione di tempo, e che ben presto ci verrà voglia d'alzarci e andarcene a casa, ma questo pensiero, stranamente, non ci passa mai per la testa. L'opera scorre alla sua giusta velocità, prevedibile ma ben confezionata, ed è davvero difficile trovare qualcosa di cui lamentarsi. Quando si arriva ai titoli finali, e le luci s'accendono, si ha come la sensazione d'aver visto una bella favoletta d'altri tempi, raccontata con mestiere e delicatezza, senza inutili eccessi, e ci si dirige verso casa con il cuore un po' più buono, come se si fosso compiuta una buona azione.
E probabilmente "The family Man" funziona proprio per questo, per l'aver centrato alla perfezione il suo obiettivo di commedia rilassante, e dal vago retrogusto di dolce racconto. Un film per tutti, dalle famiglie che vedono difesa la loro supremazia sul piano della gestione dei sentimenti, per i giovani che riscoprono la bellezza e l'importanza dell'amore e per i bambini che imparano fin da piccoli ciò che veramente conta per vivere felici.
C'è poco da fare, "The family man"convincerà anche i più scettici sull'umano bisogno di una dose periodica di buoni sentimenti; anche se il dubbio di essere stati ipnotizzati, e in parte raggirati, dalla valanga di dolci parole a cui abbiamo assistito, ci rimarrà in testa per un bel po'.
Matteo Catoni
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