LE FOLLIE DELL'IMPERATORE
(The Emperor's New Groove)

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REGIA:    
Mark DINDAL

PRODUZIONE:   U.S.A.   -   2001   -   Animazione

DURATA:  78'

VOCI:
Luca Bizzarri (Kuzco), Anna Marchesini (Yzma),
Adalberto Maria Merli
(Pacha), Paolo Kessisoglu (Kronk), Emanuela Rossi (Chicha)

SCENEGGIATURA:
David Reynolds

SCENOGRAFIA:
Paul Felix 

MONTAGGIO: 
Pamela Ziegenhagen-Shefland

EFFETTI SPECIALI: 
Mauro Maressa

MUSICHE: 
Sting - David Hurtley - John Debney

Trama

Il giovane imperatore Kuzco, vittima di un complotto ordito dall'infida consigliera Yzma, si trasforma in un lama: per tornare alle sembianze originarie avrà bisogno dell'aiuto del contadino Pacha…

Recensioni

 

 

 

Più vivace non basta

Compreso che lo sfolgorante monopolio detenuto per decenni era ormai tramontato a causa della campagna di attacco portata avanti da colossi produttivi quali Dreamworks e Warner, casa Disney è venuta a patti col "nemico". All'insegna di un sincretismo estetico e promozionale di sicura presa sul pubblico sono nati, solo per citarne alcuni, "Aladdin", "Mulan", "Tarzan". 
Questa nuova opera, in particolare, è contrassegnata da almeno due novità profondamente rivoluzionarie: la rinuncia alla storia d'amore come fulcro narrativo e la riduzione dello spazio dedicato alle canzoni. Parallelamente, è stato incrementato fino all'inverosimile il peso degli elementi comici, o meglio farseschi, ed è stata introdotta una (fin troppo) marcata attenzione alla componente metalinguistica, che dà vita ad un serrato gioco di "cinema nel cinema". Tutte le tecniche del cinema "adulto" sono sfruttate senza tregua: non solo citazioni (tanto da film della casa, come "La sirenetta" e "La carica dei 101" per il personaggio di Yzma e "La bella e la bestia" per la figura del servitore scemo o "Tarzan" per la scena di pericolo nella foresta, quanto da opere diverse, da "Batman" ai vari "Indiana Jones"), ma anche il meccanismo della voice over (con il protagonista "narrante" che descrive gli eventi in modo tanto fazioso da suscitare le proteste del "se stesso" narrato), sequenze di fotogrammi "interrotti" su cui sono disegnati grafici e appunti, percorsi che si incrociano all'interno e all'esterno del racconto (i personaggi che si muovono lasciando sul terreno le impronte colorate come in una cartina, oppure si domandano il perché di alcuni eventi facendo esplicito riferimento al pubblico in sala). 
Si ha l'impressione che lo sceneggiatore David Reynolds comprima tutto quel che ha potuto negli 80 minuti canonici, nella speranza che tanto affollamento di tecniche e trovate possa salvare quel feeling col pubblico che ultimamente ha cominciato a mostrare un bel po' di crepe. Le scene (forse per mantenere, pur in assenza di lunghe canzoni, una certa continuità con la struttura "da musical" che è il vero marchio di fabbrica della Disney) sono costruite in funzione di una successione interminabile di scherzi, allusioni, coreografie, che affollano lo schermo e prendono lo spettatore più per stanchezza che per autentica forza creativa (le trovate sono fiacche e/o già viste, anche se non mancano i tocchi gradevoli e "politicamente scorretti", come quelli che ritraggono l'inaspettata crudeltà di un grazioso scoiattolino). 
Per essere davvero qualcosa di nuovo, "Le follie dell'imperatore" avrebbe dovuto fare a meno della chiusa moralistica e conciliatoria, lasciare in vita una minima parte della giocosa cattiveria che rende così divertente la prima mezz'ora, avere il coraggio di osare fino in fondo, portando alle estreme conseguenze il messaggio cinico e quasi anarchico (il potere degrada, rende "bestiale", chiunque lo detenga). Ma è pur sempre un film per bambini, e dunque, vai con un melenso tuffo nella fresche acque agresti, prima della foto di gruppo finale. Peccato, perché alcune scene sono autentici gioielli di verità psicologica (vedi il dialogo casuale e imbarazzato, scandito dal gracidio di un ranocchio, fra il contadino e il lama) e i personaggi centrali (tranne lo scialbo Pacha) sono sfaccettati, ricchi di verve e, una volta tanto, non manichei (nella versione italiana hanno le voci del duo Bizzarri & Kessisoglu e dell'impagabile Anna Marchesini). 
Risultato finale: un'opera ricchissima, debordante, spiritosa e a suo modo geniale. Ma che fine ha fatto la magia Disney, capace di incantare lo sguardo e il cuore dei bambini di ogni età non con invenzioni un tanto a scena, ma con tocchi di vera poesia? Saremo forse un po' vecchi per questo genere di film, ma non possiamo non rimpiangere il sogno pazzo di una ragazzina oppressa dalla lezione di storia, oppure il valzer danzato in un palazzo in rovina da una Bestia ormai gentile e dalla donna che ha saputo restituire a un essere disperato un po' della perduta umanità.

Stefano Selleri


Tecnica, Ritmo & Risate: che sia Magia?

Dopo un "Tarzan" supereroe e edificante, la Walt Disney torna a un film di puro divertimento, in cui una leggenda precolombiana e' solo lo spunto per una ritmata avventura ricca di trovate e personaggi azzeccati. La storia e' davvero semplice (un egoista e viziato sovrano viene trasformato dalla invidiosa consigliera in un lama), ma ravvivata da continue e spumeggianti invenzioni visive e di scrittura.
Colpisce la grande cura con cui sono caratterizzati tutti i personaggi, elemento tipico del "made in Disney", ma un po' appannato negli ultimi lungometraggi ("Tarzan", "Mulan"), dove tendeva piu' che altro a celebrare l'eroismo del protagonista e la sua incredibile forza abbinata al rigore morale. Ne "Le follie dell'imperatore", invece, i personaggi sono simpaticamente sopra le righe, in apparenza facilmente etichettabili in "buoni" e "cattivi", ma in realta' molto piu' sfaccettati. Finalmente sulla morale (che ovviamente non manca) prevale la forza delle gag e la ridicolizzazione dei caratteri.
L'imperatore protagonista non e' certo un "buono", e attraverso l'esperienza che vive non si ravvede, ma capisce che la sua visione del mondo era alquanto limitata. Pacha e' molto disponibile nei confronti del prossimo, ma assai meno ingenuo di quello che sembra. E come al solito sono i piu' "cattivi" a conquistare lo schermo. La perfida consigliera Yzma e' caratterizzata in modo davvero irresistibile e il doppiaggio di Anna Marchesini la rende oltremodo esilarante. Il fido Kronk, che alterna grossolanita' a raffinatezze, e' forse il personaggio piu' smaccatamente scisso, sempre indeciso tra i consigli dell'angelo e quelli del diavoletto.
Forse piu' divertente per gli adulti che per i bambini, che riusciranno comunque a seguire il livello primario dell'azione e a vivere un'ora e venti in un mondo lontano e fantasioso dove tutto e' possibile. Anche scovare la magia in un universo calcolato al millesimo per divertire, non turbare e assorbire una morale.

Luca Baroncini

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