HO SOLO FATTO A PEZZI MIA MOGLIE
(Picking up the Pieces)

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REGIA:    
Alfonso ARAU

PRODUZIONE:  U.S.A.   -   2000   -   Commedia

DURATA:  91'

INTERPRETI:
Woody Allen, Sharon Stone,
David Schwimmer, Maria Grazia Cucinotta,
Kiefer Sutherland, Cheech Marin, Elliott Gould

SCENEGGIATURA: Bill Wilson

FOTOGRAFIA: Vittorio Storaro

SCENOGRAFIA: Denise Pizzini

MONTAGGIO: Michael R. Miller

COSTUMI: Marilyn Matthews

MUSICHE: Ruy Folguera

Trama

Tex squarta la fedifraga moglie Candy, ma, imbranato com’è, smarrisce una mano della donna nel paesino messicano dove è andato a seppellire il cadavere. Una vecchia cieca, inciampando su di essa, guarisce: è il primo di una serie di fatti inspiegabili… o miracoli?

Recensioni

 

 

 

Piovono sassolini

Chiariamo subito una cosa: il film di Arau non è irriverente nei confronti della religione. La prende a pugni, e non solo quella. L’improbabile vicenda rivela la parte peggiore dei burocrati cattolici (i tre "ispettori" inviati dal vescovo), sospettosi ed arcigni ma prontissimi a ricredersi, delle istituzioni (il sindaco), troppo prese a contare mazzette per preoccuparsi seriamente del rispetto delle leggi, e dei poliziotti, violenti Callaghan invischiati in faccende poco limpide, dei mezzi di comunicazione, in grado di distruggere in pochi secondi l’autenticità della vita (la televisione anteposta al miracolo della fontana e dell’albero, la donna ex cieca che si trucca per essere intervistata), e soprattutto della gente comune, quella che va in chiesa solo nella speranza di un miracolo (intendiamoci, cose fondamentali, tipo far sparire i brufoli o avere tette più grosse), quella che chiude gli occhi sulle proprie contraddizioni (il prete che ha per amante una prostituta), quella che si fa condizionare dal giudizio degli altri perché è più comodo non pensare (il medico, che non crede ai miracoli ma nemmeno li nega), quella che ammette che non è possibile sapere razionalmente se Dio esiste ma spera lo stesso in una risposta coerente (Tex, che interroga la moglie defunta, la quale risponde alzando il dito medio). Se tutta questa foga fosse stata governata da un regista in grado di calibrare i colpi, avremmo un capolavoro di perfidia ed ironica disperazione. Ma qui abbiamo Arau, che dirige sempre con la mano sinistra e non ha nessuna voglia di rinunciare alla storia d’amore alla "Uccelli di rovo", ed ecco quindi un divertimento agreste un po’ noioso, molto gratuito (con giochi di parole da bambini sulla "mano" e grossi falli finti) e quasi completamente scontato, cui neppure pur un attimo siamo in grado di dedicare più di un sorriso di compatimento. Nel generale grigiore, qualche nota positiva: la fotografia di Storaro, ad esempio, un trionfo di ori e luminescenze che fa dimenticare la povertà del budget. E soprattutto, la presenza di Woody Allen e Sharon Stone, di nuovo insieme a vent’anni da "Stardust Memories". Improbabili coniugi, lui macellaio newyorchese (naturalmente!), innamorato alla follia, accompagnato da una vezzosa cagnetta; lei svampita cameriera dai mille amanti, trasformata dal beffardo Caso in santa, anzi in Vergine (proprio Sharon, il sex symbol dei ’90), con tanto di mano miracolosa (la sinistra, quella del diavolo). Il loro incontro, lui in carcere, braccato da polizia e fedeli, lei evasa dal Paradiso e finalmente in grado di fumare, è un gioco di sguardi, battute smozzicate e sorrisi di rimpianto, che i due affrontano in sottotono, con leggerezza davvero alleniana, letteralmente cancellando il resto del cast, dal poliziotto scemo di Kiefer Sutherland al prete non integerrimo, ma in fondo nobile, di David Schwimmer. Micidiale la performance della Cucinotta, nel ruolo della puttana pentita: ma chi crede di essere, Barbara Hershey? È tutto qui quello che sappiamo esportare? D’accordo, la tesi del film è che "tutto nel mondo è burla". Ma perché farci ridere dietro?

Stefano Selleri

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Selleri
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Manuel
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