IO, ME & IRENE
(Me, Myself and Irene)

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REGIA:    
Peter FARRELLY - Bobby FARRELLY

PRODUZIONE:  U.S.A.   -   2000   -   Commedia

DURATA:  116'

INTERPRETI:
Jim Carrey, Renee Zellweger, 
Chris Cooper, Richard Jenkins, Robert Foster 

SCENEGGIATURA:
Peter Farrelly - Bobby Farrelly - Mike Cerrone

FOTOGRAFIA:
Mark Irwin

SCENOGRAFIA: 
Sidney J. Bartholomew Jr.

MONTAGGIO: Christopher Greenbury

COSTUMI: Pamela Withers

Trama

Charlie è un poliziotto di Rhode Island, che dopo un fallimentare matrimonio si ritrova abbandonato dalla moglie e con tre figli di colore evidentemente non suoi. Da quel giorno comincia a reprimere i propri istinti, fino a quando il suo alter-ego Frank non esploderà in tutta la sua follia.

Recensioni

 

 

 

I fratelli Farrelly all'assalto

E' sempre difficile giudicare i film di questi fratelli, politicamente scorretti, del cinema americano; sarebbe facile liquidare queste opere con aggettivi quali superficiali, scontati, maleducati, offensivi, ma probabilmente questo sarebbe il metodo peggiore per porre fine ad una discussione che per forza deve esserci intorno a queste produzioni. Da "Scemo e più Scemo" a "Tutti pazzi per Mary" si è sempre alzato un coro di polemiche e di critiche, da parte dei critici, pronti a contestare la comicità adolescenziale e scurrile dei Farrelly, come se esistessero delle regole da rispettare, in un genere che da sempre è teatro di rivoluzioni, e che è destinato a cambiare nel corso del tempo. Non penso che questi autori siano dei rivoluzionari, né dei precursori, intendiamoci bene, dico soltanto che ho riso molto di più nei loro film che in tante commedie di finti intellettualoidi, che cercano di farci divertire con le loro paranoie. Se bisogna canzonare gli albini o scherzare sui nani per far scattare le risate nelle sale perché non farlo; e non è questione di deridere la diversità, sono soltanto trovate od espedienti di un film, tant'è che alla fine saranno proprio questi supposti diversi a risultare i più normali. Quindi niente polemiche sull'offensività di queste opere per favore, e cerchiamo di goderci questo sano spirito goliardico. Un capitolo a parte in tutta questa storia merita Jim Carrey, attore sempre sottovalutato, un po' da tutti. Ha mostrato la sua faccia di gomma in migliaia d'occasioni, ha fatto vedere d'essere anche un grande attore in altri tipi di film, basta ricordare la grande interpretazione di "Truman Show", eppure si sentono sempre troppe critiche nei suoi riguardi. Un critico americano ha detto che se ad ogni epoca spetta un comico, e se il nostro è Carrey allora siamo veramente in un'epoca disperata. Sono del parere che questo supposto critico abbia torto, e Carrey nel corso degli anni dimostrerà, se non l'ha già fatto, tutto quello che vale. E' un attore completo, versatile e a tratti geniale, che sa modificare con una sola espressione il corso di una scena; quanti altri, pochissimi, sanno farlo? In definitiva se un dubbio nasce, dopo la visione di questo film, riguarda i fratelli Farrelly e non Jim Carrey; sapranno ripetersi ancora senza l'apporto di questo eccezionale attore? Ai posteri l'ardua sentenza.

Matteo Catoni

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