LA MAPPA DEL MONDO
(A Map of the World)

Scheda
Trama
Recensioni
Commenti
Voti

REGIA:    
Scott ELLIOTT

PRODUZIONE:  U.S.A.   -   1999   -   Dramm.

DURATA:  125'

INTERPRETI:
Sigourney Weaver, Julianne Moore,
David Strathairn, Arliss Howard, Ron Lea, 
Chloe Sevigny, Louise Fletcher, Sarah Rue

SCENEGGIATURA: Peter Hedges - Polly Platt

FOTOGRAFIA: Seamus McGarvey

SCENOGRAFIA: Richard Toyon

MONTAGGIO: Craig McKay - Naomi Geraghty

COSTUMI: Suzette Daigle

MUSICHE: Pat Metheny

Trama

Alice Goodwin vive con il marito e le due figlie in una piccola citta' del Wisconsin. Si incontrano spesso con gli amici Dan e Theresa, una giovane coppia con altre due figlie. Un terribile incidente spezza il quieto tran-tran di Alice, ma le sventure sono solo all'inizio e sara' lunga e difficoltosa la strada per ritrovare armonia e serenita'.

Recensioni

 

 

 

Ritratto di donna

Le premesse sono quelle di un film da "segue dibattito", con una schiera di genitori a raccontare traumatiche esperienze dei figli e una corrucciata presentatrice a calmare gli animi per giungere alla conclusione che la vita e' dura ma bisogna andare avanti. Per fortuna la visione del film risparmia tutto cio'. Se si escludono una parte centrale, dove la vita carceraria sembra una sit-com, e il pre-finale, in cui il solito iter-processuale ad ostacoli permette di arrivare alla resa dei conti, dal film emerge soprattutto un interessante ritratto di donna. Un personaggio femminile molto sfaccettato, che e' madre di due bambine, moglie di un uomo solido e forse piu' semplice di lei, vigilante in una scuola e quindi a stretto contatto con i bambini e le relative famiglie. In mezzo a questi rigidi ruoli sociali, le mille sfumature di una donna che ambisce a una mappa del mondo in cui, con la sua famiglia, puo' formare un cerchio perfetto pur vivendo senza regole. Ed e' principalmente Sigourney Weaver che, con la sua intensa interpretazione, rende il personaggio di Alice vivo e vibrante, lontano dagli stereotipi di eroina in cui la sceneggiatura rischia piu' volte di incastrarla. A dare respiro alle immagini contribuisce anche la chitarra malinconica di Pat Metheny, mentre la regia dell'esordiente Scott Elliott si limita a dare spazio alla storia, concedendosi solo qualche efficace vezzo d'autore, come il piano sequenza con cui si apre il film e gli onirici inserti sgranati, che ben rendono le emozioni e i pensieri della protagonista. 

Luca Baroncini


Tratto da un fortunato romanzo di Jane Hamilton e diretto da Stuart Eliott, regista teatrale a New York, questo film lascia un po' perplessi, perché pone numerose domande a cui non dà una risposta, mettendo troppa carne al fuoco. Non basta l'interpretazione di Sigourney Weaver a salvare la pellicola, che risulta insoddisfacente, con troppi eventi e storie marginali e pieno di interrogativi (perché la casa è sempre in disordine - perché le figlie strillano sempre - perché Alice è sempre nevrotica ecc.), e non si capiscono neppure certe prese di posizione della protagonista, che sembra, nonostante tutto, accettare le disgrazie che una dietro l'altra il destino le riserva. Anche il finale è deludente scivolando nel consueto clima giudiziario, peraltro retorico, in cui affiorano solo alcune risposte a tutta la storia, che risulta anche un po' troppo strappalacrime.

Mara Taloni

Commenti

 

 


Luca
Baroncini
7

Mara
Taloni

 

     
           
 

Torna all'indice dell'Archivio