LA TEMPESTA PERFETTA
(The Perfect Storm)

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Trama
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REGIA:    
Wolfgang PETERSEN

PRODUZIONE:  U.S.A.   -   2000   -   Avventura

DURATA:  129'

INTERPRETI:
George Clooney, Mark Wahlberg, Diane Lane,
Mary Elisabeth Mastrantonio, William Fichtner,
John C. Reilly, Karen Allen, Bob Gunton

SCENEGGIATURA: William D. Wittliff

FOTOGRAFIA: John Seale

SCENOGRAFIA: William Sandell

MONTAGGIO: Richard Francis-Bruce

COSTUMI: Erica Edell Phillips

MUSICHE: James Horner

Trama

Al fine di ottenere un'ottima pesca, il capitano (George Clooney) del peschereccio Andrea Gail decide di spingersi molto al largo con tutto il proprio equipaggio. Ma non ha fatto i conti con una eccezionale tempesta che sta per abbattersi sulla costa atlantica.

Recensioni

 

 

 

Piove sul bagnato

Si ha l'impressione che quest'anno cinematografico sia cominciato sotto i peggiori auspici per le mega-produzioni hollywoodiane, e non ci riferiamo alle valanghe di dollari che questo genere di film incassano, ma alla qualità di questi prodotti. Non è più tollerabile produrre un film basato su catastrofi naturali, aggiungendoci dei personaggi rubati qua e là, e con un'ora d'effetti speciali per far dimenticare al pubblico che mostruosità sta vedendo. E' veramente l'ora di schierarsi contro questo genere di film "caciaroni" e superficiali, delle produzioni in cui si nega anche la più minima richiesta di professionalità da parte del povero spettatore di turno.
Siamo francamente stanchi di questi eroi americani che in qualsiasi occasione devono dimostrare il loro spirito eroico, come se fossero un popolo intero di marines, sempre pronti a tirar fuori gli attributi stelle e strisce. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che il cinema americano, e specialmente in questa occasione, ha a disposizione un'infinità di mezzi, il rammarico per quello che vediamo e quello che si potrebbe vedere diventa enorme. Questi produttori mettono nelle mani dei registi milioni di dollari per gli effetti speciali, un cast di attori veramente bravi, questo è indubbio, eserciti di tecnici, e loro il meglio che riescono a tirar fuori da tutto questo, sono questi psudo-film orripilanti ed offensivi per il nostro senso critico. Nessuno si aspetta da queste operazioni commerciali dei capolavori, ma perlomeno ci si attende di vedere un film decente in ogni sua componente. Wolfang Petersen dovrebbe semplicemente vergognarsi di quello che ha girato e delle potenzialità che ha sprecato. Dimenticavo che questo film è il campione d'incassi di questa stagione americana; giusto per rendere l'idea di come ci stiamo riducendo.

Matteo Catoni


Quando l'eroismo non paga

Se non fosse per i mezzi tecnici a disposizione, "La tempesta perfetta" potrebbe essere uno dei tanti film catastrofici che hanno affollato l'immaginario collettivo a partire dagli anni settanta: prima parte di preparazione, con una caratterizzazione blanda dei personaggi, e seconda parte incentrata sullo scatenarsi dell'evento naturale distruttivo. Niente di nuovo, quindi, a parte la capacita' di rendere visivamente, traendo spunto da una storia vera, addirittura la congiunzione di tre cataclismi naturali che una barca di pescatori di pesce spada deve subire al suo rientro verso le coste del New England.
Una considerazione a parte merita la descrizione della vita e dei sentimenti che animano il paese costiero da cui partono i protagonisti. L'impressione iniziale e' che tutto trasudi luoghi comuni e mancanza di originalita', ma bisogna comunque pensare che l'azione si sviluppa in un piccolo paese dove l'attivita' principale e' la pesca e in cui cio' che la giornata di lavoro non assorbe si sfoga in un pub. Forse sono stereotipi, ma partono da un tessuto sociale in cui puo' capitare di riscontrarli veri. 
Quanto ai tipici valori americani, spesso evocati nel corso del film (eroismo, senso del sacrificio, amicizia virile), e' vero che quasi sempre risultano stonati, soprattutto per lo spettatore piu' smaliziato che non ne puo' piu' di eroi a buon mercato, ma e' anche vero che nel contesto del film possono risultare plausibili. In ogni caso, alla fine non sortiscono alcun effetto vincente e l'equazione "ambizione = successo" appare scongiurata.
Aspetti sociali a parte, il film mantiene comunque cio' che promette: avventura a grande budget. E il giocattolone, pur nella sua elementare semplicita', funziona.

Luca Baroncini


Senza Vergogna

"La Tempesta Perfetta" è un brutto film, senza possibilità di appello si staglia in compagnia di "Innocenza Colpevole" come il peggior prodotto - perché tale è, al pari della carta igienica - in cui abbiamo avuto la sfortuna d'imbatterci in tutto l'anno. Abbagliati, sì lo ammettiamo, da George Clooney ma comunque speranzosi, invocando almeno il decerebrato intrattenimento, ebbene, siamo capitolati.
Il regista, Wolgang Petersen, non ha uno stile, forse qualche briciola di talento che ha già raschiato con "Nel Centro Del Mirino", ma ci si aspetterebbe da lui, che un po' di esperienza ce l'ha, almeno, il ritmo, fondamentale in un action movie, seppur con pretese di atipicità: nulla di tutto questo, dopo un lunghissimo ed inutile prologo - tre quarti d'ora - ammesso che si sia ancora svegli o non troppo impegnati in chiacchiere con gli amici, questi unica ancora di salvezza, si arriva finalmente ad intravedere al possibilità di una tempesta, cambia la location ma la tensione, non parliamo per pietà di suspense, continua e lo sarà fino alla fine, totalmente assente. Alcune vicende si incrociano, una famigliola in gita in barca, l'elicottereo del salvataggio, una nave della marina senza ombra di pregnanza, si fa largo l'idea che non sia un film ma un documentario casuale delle sventure di poveri sfigati per i quali il regista e lo sceneggiatore evitano accuratamente i toni eroici puntando su un minimalismo umano sciatto e noioso: insomma è forse troppo pretendere dalla produzione che ha sperperato un mattoncino di milioni di dollari una briciola di script, un qualche battutista col sale in zucca?
Almeno la fotografia, si potrebbe dire, sarà piacevole, leccata magari ma coloristicamente - il soggetto, certo, lo permetterebbe - affascinante: affatto. Visivamente è tutto da calma piatta, significativa preparazione per effetti speciali ignominiosi, degni di "Pacman" ma meno divertenti, pretenziosi e così finti da essere ridicoli.
Gli attori, ci credete?, sono indescrivibili, se George Clooney era l'unico a poter dare fascino alla figura del capitano del peschereccio più triste e squallido della storia del cinema, non fa però alcuno sforzo, al pari degli altri volti senza nome che si riconoscono solo in virtù del giochetto da salotto: "Ma sì dai quello lì era quello che faceva.." "Ah, sì il cieco di Contact"; "E lei è la bella ***** de "Il Gladiatore". Non più di questo, d'altro canto i personaggi, lo concediamo a malincuore, non permettevano molto di più: il massimo della caratterizzazione cui si riesce a giungere sono camicie a scacchi e cappellini da baseball sdruciti, i dialoghi sono pomposi nella prima ora, si mettono in bocca a poveri disgraziati frasi stonate; meglio nel resto in cui il massimo d'interazione vocale è UHH, ARGH, Aiut Capitan!!, Gulp e Sbang.
Il tutto per DUE ore e mezza che valgono a Wolfgang Petersen ed alla sua nefanda cricca un soggiorno coatto alla centrale di Chernobyl o, a scelta, di essere lasciati nelle mani degli spettatori, alla fine del film. Scelgano loro.
Preoccupante è comunque la tendenza hollywoodiana a trattare vicende che riguardano mestieri di nicchia di interesse nullo per poi vengono "pomparle" senza vergogna, abbindolando i poveri spettatori paganti: tanto "non conta che le frottole siano verosimili, e ancor meno che siano ben raccontate, conta solo che siano raccontate a voce abbastanza alta e per un tempo sufficientemente lungo" (Als Ob)

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Senza Vergogna

"La Tempesta Perfetta" è un brutto film, senza possibilità di appello si staglia in compagnia di "Innocenza Colpevole" come il peggior prodotto - perché tale è, al pari della carta igienica - in cui abbiamo avuto la sfortuna d'imbatterci in tutto l'anno. Abbagliati, sì lo ammettiamo, da George Clooney ma comunque speranzosi, invocando almeno il decerebrato intrattenimento, ebbene, siamo capitolati.
Il regista, Wolgang Petersen, non ha uno stile, forse qualche briciola di talento che ha già raschiato con "Nel Centro Del Mirino", ma ci si aspetterebbe da lui, che un po' di esperienza ce l'ha, almeno, il ritmo, fondamentale in un action movie, seppur con pretese di atipicità: nulla di tutto questo, dopo un lunghissimo ed inutile prologo - tre quarti d'ora - ammesso che si sia ancora svegli o non troppo impegnati in chiacchiere con gli amici, questi unica ancora di salvezza, si arriva finalmente ad intravedere al possibilità di una tempesta, cambia la location ma la tensione, non parliamo per pietà di suspense, continua e lo sarà fino alla fine, totalmente assente. Alcune vicende si incrociano, una famigliola in gita in barca, l'elicottereo del salvataggio, una nave della marina senza ombra di pregnanza, si fa largo l'idea che non sia un film ma un documentario casuale delle sventure di poveri sfigati per i quali il regista e lo sceneggiatore evitano accuratamente i toni eroici puntando su un minimalismo umano sciatto e noioso: insomma è forse troppo pretendere dalla produzione che ha sperperato un mattoncino di milioni di dollari una briciola di script, un qualche battutista col sale in zucca?
Almeno la fotografia, si potrebbe dire, sarà piacevole, leccata magari ma coloristicamente - il soggetto, certo, lo permetterebbe - affascinante: affatto. Visivamente è tutto da calma piatta, significativa preparazione per effetti speciali ignominiosi, degni di "Pacman" ma meno divertenti, pretenziosi e così finti da essere ridicoli.
Gli attori, ci credete?, sono indescrivibili, se George Clooney era l'unico a poter dare fascino alla figura del capitano del peschereccio più triste e squallido della storia del cinema, non fa però alcuno sforzo, al pari degli altri volti senza nome che si riconoscono solo in virtù del giochetto da salotto: "Ma sì dai quello lì era quello che faceva.." "Ah, sì il cieco di Contact"; "E lei è la bella ***** de "Il Gladiatore". Non più di questo, d'altro canto i personaggi, lo concediamo a malincuore, non permettevano molto di più: il massimo della caratterizzazione cui si riesce a giungere sono camicie a scacchi e cappellini da baseball sdruciti, i dialoghi sono pomposi nella prima ora, si mettono in bocca a poveri disgraziati frasi stonate; meglio nel resto in cui il massimo d'interazione vocale è UHH, ARGH, Aiut Capitan!!, Gulp e Sbang.
Il tutto per DUE ore e mezza che valgono a Wolfgang Petersen ed alla sua nefanda cricca un soggiorno coatto alla centrale di Chernobyl o, a scelta, di essere lasciati nelle mani degli spettatori, alla fine del film. Scelgano loro.
Preoccupante è comunque la tendenza hollywoodiana a trattare vicende che riguardano mestieri di nicchia di interesse nullo per poi vengono "pomparle" senza vergogna, abbindolando i poveri spettatori paganti: tanto "non conta che le frottole siano verosimili, e ancor meno che siano ben raccontate, conta solo che siano raccontate a voce abbastanza alta e per un tempo sufficientemente lungo" (Als Ob)

Luigi Garella


Matteo
Catoni
4

Luca
Baroncini

Luigi
Garella
2

Simone
Ciaruffoli
   
           
 

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