IL TEMPO DEI CAVALLI UBRIACHI
(Zamani Baraye Masti Asbha)

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REGIA:    
Bahman GHOBADI

PRODUZIONE:   Iran/Francia   -   2000   -   Dramm.

DURATA:  80'

INTERPRETI:
Nezhad Ekthiar-Dini, Amaneh Ekthiar-Dini, 
Madi Ekthiar-Dini, Ayoub Ahmad
i, Jouvin Younessi

SCENEGGIATURA:
Bahman Ghobadi

FOTOGRAFIA:
Saed Nikzat

MONTAGGIO: 
Samad Tavazoi

MUSICHE: 
Hossein Alizadeh

Trama

Kurdistan iraniano. Rimasti orfani, cinque fratelli tirano avanti a stento, prodigandosi per alleviare le sofferenze di uno di loro, nato deforme e la cui unica possibilitą di sopravvivenza č un costoso intervento chirurgico.

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Titolo

Il Tempo dei Cavalli Ubriachi si colloca nella attuale tendenza meramente realistica che si riscontra negli ultimissimi film provenienti dall'Iran (Il Cerchio di Panahi e Lavagne della Makhmalbaf). Le caratteristiche principi della cinematografia iraniana, quelle che l'hanno resa grande in questi anni, che ne hanno sancito l'originalita' (raffinatissimo metacinema, rovesciamenti di prospettive, opere intellettuali e mai intellettualistiche) sembrano, negli ultimi tempi, messe da parte in favore di un un intento piu' marcatamente documentaristico. Un film come questo, dunque, se da un lato ha l'indubbio merito di mostrare, con sguardo trasparente e partecipe, il dramma di un popolo, dall'altro esaurisce, nella nobilta' di intenti, i suoi motivi di interesse. Anche se con esiti sicuramente piu' felici dei due film succitati (soprattutto del deludentissimo Lavagne), con un'efficacia e una forza tragica molto piu' autentiche, dunque, il film di Ghobadi rimane una testimonianza significativa, un monito al mondo che ha tutto, lo spaccato doloroso di una condizione, una denuncia che serve piu' alle coscienze che al cinema.

Luca Pacilio

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