TRAPPOLA CRIMINALE
(Reindeer Games)

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REGIA:    
John FRANKENHEIMER

PRODUZIONE:  U.S.A.   -   2000   -   Thriller

DURATA:  105'

INTERPRETI:
Ben Affleck, Charlize Theron, Gary Sinise,
Dennis Farina, James Frain, Donal Logue

SCENEGGIATURA: Ehren Kruger

FOTOGRAFIA: Alan Caso

SCENOGRAFIA: Barbara Dunphy

MONTAGGIO: Tony Gibbs - Michael Kahn

COSTUMI: May Routh

MUSICHE: Alan Silvestri

Trama

Rudy (Affleck) e Nick sono grandi amici e compagni di cella in una prigione di stato di un Michigan freddo e nevoso. La scarcerazione è vicina e Nick non vede l'ora di incontrare finalmente Ashley (Theron), la bellissima ragazza di cui si è innamorato e con la quale ha intrapreso una relazione epistolare in carcere. Alla vigilia della libertà Nick però viene accoltellato a morte e Rudy all'uscita del carcere sceglie imprudentemente di assumere l'identità dell'amico defunto per passare le festività natalizie rinchiuso in un motel in compagnia della bella Ashley, innamoratasi di Nick per le parole delle sue lettere senza mai avere visto il suo volto. La relazione sembra procedere bene, ma la festa è presto rovinata…

Recensioni

 

 

 

(nero) Natale di sangue

Il rischio che un regista corre nel dirigere un film come questo è quello di cadere nella trappola di uno script difficile, pretenzioso e impegnativo, così tanto che il rischio, sul finale, è quello di cadere nel ridicolo dato dall'eccesso di imprevedibilità che tracimerebbe nella prevedibilità, nel macchinoso, in quelle strutture narrative che stridono in troppi punti non appena le si rilegge alla luce della totale compiutezza dei fatti. Il punto di forza di "Trappola criminale" (che orribile, fastidioso, deviante titolo! Che insulsaggine tradurre il sottile "game" del titolo originale con un "trappola" che significa qualcosa d'altro) sta nella forza della messa in scena di Frankenheimer, nella sua abilità di dare una forma solida e tesa a una vicenda che parte su una base di mutevolezza profonda, una storia che cade in continuazione, piena di buchi nella memoria dei protagonisti di volta in volta sempre meno consapevoli, attori di una gigantesca farsa a cui mancano frammenti di copione, e ognuno cerca di districarsi nella propria parte credendosi ogni volta al di sopra di tutti mentre si scopre sempre qualcuno/qualcosa al di sopra di essi. Frankenheimer, da grande maestro di cinema quale è prende atto di tutti i risvolti narrativi della situazione e monta un vortice vertiginoso, che cambia direzione di continuo nel trascinare le proprie vittime verso la più improbabile delle direzioni, un vortice all'interno del quale però Frankenheimer non dimentica di compiere un'operazione irrinunciabile che decreterà la riuscita del film, ovvero quella di disseminare tracce, segni, schizzi della struttura definitiva del film e della precarietà di ogni momento filmico concepito come visione parziale di un tutto che si situa fuori campo, o meglio in un altro campo, un altro punto di vista che sarà raggiunto nel finale. Valga per tutti l'esempio della bellissima scena in cui Ben Affleck sta per essere giustiziato dai camionisti che sembrano aver capito di non avere bisogno di lui ma dell'uomo per cui lui si è spacciato, e allora Affleck, quando il suo personaggio sente essere vicino al capolinea, esplode le sue capacità attoriali per instillare nuovi dubbi nei suoi persecutori (capeggiati da Gary Sinise), e da vittima diventa carnefice cercando di prendersi gioco di loro per salvarsi la vita. Nel momento in cui ci riesce la precarietà di cui sopra affiora, non svanisce mai e attanaglia, anche se debolmente, tutto il film, in modo che una volta rivisto alla luce dei fatti reali non manchi mai di dimostrare quella coerenza interna che lo rende inattaccabile.
Irresistibile l'ambientazione in quella nevosa provincia americana (già divenuta luogo cinematografico oscuro per eccellenza grazie a "Fargo" dei fratelli Coen) che magnificamente stride col colore del sangue, che vede il suo spirito natalizio intriso di candore lacerato dai cadaveri dei cinque Santa Claus fotografati nelle sequenze iniziali.

Stefano Trinchero

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Stefano
Trinchero

Daniele
Bellucci
7

 

     
           
 

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