LA VILLE EST TRANQUILLE
(La Ville est tranquille)

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REGIA:    
Robert GUEDIGUIAN

PRODUZIONE:  Francia   -   2000   -   Drammatico

DURATA:  142'

INTERPRETI:
Ariane Ascaride, Gérard Meylan,
Jean-Pierre Darroussin, Jacques Boudet, Pierre Banderet, Pascale Roberts

SCENEGGIATURA:
Robert Guédiguian - Jean-Louis Milesi

FOTOGRAFIA: Bernard Cavalie

SCENOGRAFIA: Michel Vandestien

MONTAGGIO: Bernard Sasia

COSTUMI: Catherine Keller

Trama

Marsiglia: Michele lavora al mercato del pesce e cerca di salvare sua figlia dalla droga. Paul, ex portuale, accettata la liquidazione, si mette in proprio come tassista; Viviane, moglie di un ricco intellettuale, si dedica agli handicappati, Gerard gestisce un bar ma, in realta', ha un altro "pericoloso" lavoro....

Recensioni

 

 

 

Marsiglia oggi

Guediguian come Altman in America Oggi incrocia le sue storie, le dispone in una griglia essenziale, sposta l'obiettivo da un dramma all'altro e lo fa con scioltezza e misura. La scelta del ritratto corale e' da intendersi, come affermato dallo stesso regista, non come il sottomettersi a una moda che sembra dilagare nel cinema, ma nella volonta' di porre il popolo al centro della scena senza consacrarla ad alcun personaggio in particolare.
Il regista non risparmia dalla sua analisi i contrasti di classe, la crisi di una sinistra che fa i conti con una realta' fratta, ricca di conflitti e contraddizioni. Cinema si' militante ma senza facili slogan, con la voglia vera di confrontarsi con un contesto sociale difficilmente decrittabile. Senza raggiungere l'estremismo e il disperato nichilismo de L'Umanità, l'opera di Dumont cui si collega per vari versi - un ritratto di "vinti", un'esasperazione del tragico reale - il film ha comunque una forza espressiva notevole, rende con straziata partecipazione i drammi dei protagonisti (ma quella dell'annoiato intellettuale e' poco piu' di una macchietta che sbilancia non poco il il tono quasi sempre rigoroso dell'opera), restituisce con crudele sincerita' gli ambienti e ritrae ancora, dopo Marius et Jeanette, una femminilita' forte e combattiva a fronte di una mascolinita' smarrita, sbandata, disillusa. 
Opera non sempre continua ma importante, con un'ultima parte potente, impeccabile nella sua escalation di pathos, vero punto nodale che suggella le componenti narrative in lampo di dolore, scintilla di rassegnato abbandono, esplosione di un ricordo che si fa rammarico inestinguibile.

LuCa P@cilio

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