AMORESTREMO
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REGIA:
Maria MARTINELLIPRODUZIONE:
Italia
- 2001 - Thriller/Erotico
DURATA: 120'
INTERPRETI:
Rocco
Siffredi, Stefania Bonafede, Pietro Contempo, Loretta Rossi, Davide
Devenuto, Pietro Ragusa
SCENEGGIATURA:
Claudia
Salvatori - Maria Martinelli
FOTOGRAFIA:
Federico
Schlatter
SCENOGRAFIA: Alessandro Rosa
MONTAGGIO: Alessio
Doglione
MUSICHE: Pivio
& Aldo De Scalzi
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Trama
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Una giovane donna, incapace di soddisfare le proprie pulsioni sessuali, decide di incontrare un ragazzo masochista visto sulle pagine di “Sexsistem”, un tabloid di annunci. Insoddisfatta, sospesa in un desiderio che ancora non conosce, abbracciata alla sua normalità, entrerà in un gioco torbido e pericoloso. |
Recensioni
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Rocco
e la storia tesa
Dopo il
documentario sul mondo del porno "I gladiatori", illuminante ma
non troppo, Maria Martinelli affronta il suo primo lungometraggio. E i
risultati sono a dir poco disastrosi. L'inizio - nonostante ambientazione,
uso della luce e psicologie ritagliate pari pari da un qualsiasi rotocalco
trendy-femminile - lascia sperare in un'indagine sul desiderio e sui
limiti delle pulsioni al di là di un giudizio morale. Dopo poco, però,
il film prende la piega del giallo di routine: un omicidio, una ridicola
indagine da parte della protagonista e l'ennesimo psicopatico da
smascherare. Ma tutto resta in superficie, con dialoghi improponibili,
divertenti solo per le reazioni di umorismo involontario che sono in grado
di suscitare. Bandita qualsiasi logica narrativa, non va meglio sul piano
della recitazione. Stefania Bonafede è molto bella, ma recitare significa
vivere un personaggio e non assumere espressioni pseudo intense ad ogni
inquadratura (forse è semplicemente mal diretta). Quanto a Rocco Siffredi,
nome di traino del film, all'inizio sembra voler deludere le attese:
sempre vestito di tutto punto, si mette a caccia dell'assassino
girovagando con aria spaesata e inanellando dialoghi inutili con un
accento tendente al russo. Quando finalmente ha modo di esibire il suo
innegabile talento (fisico) è troppo tardi: lo spettatore è da un bel
po' immerso in un sonno profondo.
Si
esce quindi dalla sala senza alcun approfondimento di un mondo molto vivo
come quello degli annunci hard, per nulla titillati (le sequenze soft-hard
arrivano allo spettatore senza complicità) e soprattutto storditi dalla
noia. Come dire, non bastano un superdotato e qualche buona intenzione per
fare un film.
Luca
Baroncini
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