Recensioni
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Francis Weber bissa le avventure di Monsieur Pignon, che questa volta si presenta come un uomo opaco ed insignificante, non considerato sia nel sociale che nel privato, e che indossando il "giusto abito"riesce a ribaltare la sua vita fingendosi omosessuale su istruzioni del suo vicino di casa, giocando sulle meschinità e debolezze di chi lo circonda. Viene cosi' revocato il licenziamento, non potendo una ditta produttrice di condom, liberarsi di un omosessuale, non sarebbe "politicamente corretto". La moglie resta sorpresa e perplessa scoprendo un François mai conosciuto ed il figlio arriva a provare ammirazione per un padre cosi' bistrattato.
Come nella precedente "Cena dei cretini", Weber fa centro regalandoci una commedia a dir poco divertente, ironica a volte amara, facendo leva sulla grettezza delle persone, in una società dove conta enormemente l'apparire e nella quale, come in questo caso, l'apparenza, paradossalmente, inganna. Senza mai scendere nella volgarità, a cui il tema poteva prestarsi, ma usando il tono giusto viene fuori un film che oltre a far ridere, fa anche riflettere sul mondo in cui viviamo, su come facilmente e non disinteressatamente si cambiano "gli occhiali" con i quali si giudicano fatti e persone.
Azzecato anche il cast con un Daniel Auteil in un ruolo diverso dai suoi soliti ed un Depardieu bravo come sempre. Da vedere.
Mara Taloni
Essere o Apparire?
E' lo spunto della divertente commedia francese di Francis Veber. Ed e' il dubbio che arriva a porsi il protagonista quando, da uomo trasparente con l'occhio da piccione e sul baratro del licenziamento, arriva a diventare leader rispettato, innamorato e invidiato. Mentore un nuovo vicino di casa, che attraverso uno stratagemma riesce a cambiargli la vita.
La commedia segue uno schema classico, dove gli equivoci si susseguono a ripetizione generando situazioni spassose, spesso poco credibili, ma funzionali al tono leggero della pellicola. Gli interpreti sono perfetti a partire da Daniel Auteil, che veste con simpatia e ironia i panni dell'uomo senza qualita'. Anche Gerard Depardieu, nonostante un ruolo comico sopra le righe, riesce a gigioneggiare con grazia e rende con efficacia il suo personaggio.
Film soprattutto di scrittura, dove la regia e' funzionale al ritmo delle gag e alla verve degli interpreti, dietro alla leggerezza della confezione pone dubbi non banali sul modo di vivere i rapporti sociali.
L'incertezza genera interesse, l'idea della trasgressione e' molto piu' efficace della sua effettiva concretizzazione, per cambiare la propria vita bisogna osare. Anche se alla fine il protagonista vede mutare il mondo intorno a se' senza cambiare effettivamente nulla del proprio modo di essere. Acquisisce una maggiore sicurezza grazie alla considerazione che gli altri hanno per lui, ma il sospetto che lui resti l'uomo noioso di sempre si insinua con un po' di grigiore nel punto di vista dello spettatore. Che a luci accese, prima che la commedia si lasci dimenticare, pensa che dietro l'entusiasmo degli equivoci a catena si celi uno sguardo eccessivamente "buono" (ma non "buonista") sull'animo umano.
"L'importante e' che se ne parli!" si dice, e il film gioca sull'esasperazione molto attuale di questo slogan, ma alla lunga non puo' certo bastare!
Luca Baroncini
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