FAST AND FURIOUS
 (The Fast and the Furious)

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REGIA:    
Rob COHEN

PRODUZIONE:   U.S.A.   -   2001   -   Azione

DURATA:  107'

INTERPRETI:
Paul Walker, Van Diesel, Michelle Rodriguez,
Jordana Brewster, Rick Yune, Chad Lindberg,
 Johnny Strong, Matt Schulze, Ted Levine

SCENEGGIATURA:
Gary Scott Thompson - David Ayer - Eric Bergquist

FOTOGRAFIA: Ericson Core

SCENOGRAFIA: Waldemar Kalinowski

MONTAGGIO: Peter Honess

COSTUMI: Sanja Milkovic Hays

MUSICHE: BT

Trama

Dominic Toretto (Vin Diesel) è il responsabile di un'officina che elabora automobili di serie trasformandole in veri e propri razzi da competizione, in gerco muscle car. Per arrotondare, di notte, affronta illegali gare automobilistiche, le cosiddette street racing. Brian (Paul Walker) è un agente Fbi, un infiltrato con il compito di scoprire gli autori di una serie di rapine ai TIR. I due s'incontreranno e scontreranno sotto le bandiere, sempre meno distinte, del Bene e del Male.

Recensioni

 

 

 

Un terragno Point break

Veloce e furioso, due aggettivi che certamente battono come camme in testa, per rimanere in tema ed usare una metafora motoristica. Che dire, ci troviamo di fronte ad un prodotto che non va per il sottile (montaggio frenetico e cameracar in esubero) ma che, sicuramente, non affida alla scrittura le sue carte migliori. Certo, pensare che questo film alla sua uscita in America ha suscitato e stimolato fenomeni emulativi, la dice lunga, non tanto sul grado di identificazione spettatore-attore (impossibile riconoscersi - eccetto in Vin Diesel - in attori cool come scimmie sul pianeta sbagliato) ma soprattutto sull'efficacia stroboscopica di una regia e di un montaggio adrenalinici. Notevole la sequenza dell'ultimo assalto dei cavalli metallizzati ai danni del tir/diligenza. Evidente la citazione del fordiano Ombre rosse e al cinema western in generale. Se con car cameracar camme carovane pistoni e stroboscopiche visioni il regista Rob Cohen si trova invero a suo agio, non possiamo parallelamente dipingere con una simile allegorica rima, ahinoi, anche la scrittura del suo moderno westernmovie. Il referente cinematografico infatti, non si evince solamente nel genere classico per antonomasia, il western, ma anche e specificatamente nella scrittura del decennale Point break. Tranne che per poche volontarie differenze, Fast and furious sembra un terragno disfacimento del film della Bigelow. Il Diesel/Swayze che per i suoi vizi da giovanebruciato si adopera in rapine a tavoletta, l'agente Fbi infiltrato Walker/Reeves che non sa più distinguere il Bene dal Male e dulcis in fundo, la contesa Brewster/Petty che nel Male sembra crogiolarsi. Si crogiola così bene, infatti, che si perderà assieme al suo incorrisposto (Rick Yune) nelle strade d'una sceneggiatura attenta alla velocità ma non alla qualità di percorrenza. Deuteragonisti - è divertente vederli all'opera, diretti evidentemente da un'aiuto regista privo del suo aiuto - e quel che è peggio, protagonisti che scompaiono nel fumo degli scarichi; incongruenze e raccordi imperfetti, sono il bollettino di guerra di una scrittura che pensa con il protossido d'azoto - doping delle muscle car - e non con il cervello. A questo proposito è divertente richiamare alla memoria una scena che più (auto)referenziale Cohen non poteva pensarla. I protagonisti assorti nella visione di un film in tv: Dragon: la storia di Bruce Lee. Provate ad indovinare chi è il regista.

Simone Ciaruffoli

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