MONSOON WEDDING
(Monsoon Wedding)

Scheda
Trama
Recensioni
Commenti
Spazio lettori
Voti

REGIA:    
Mira NAIR

PRODUZIONE:  India   -   2001   -   Commedia

DURATA:  114'

INTERPRETI:
Naseeruddin Shah, Shefali Shetty, Vijay Raaz, Tilotama Shome, Lillete Dubey, Vasundhara Das, Parvin Dabas, Kulbhushan Kharbanda, Roshan Seth, Soni Razdan, Neha Dubey

SCENEGGIATURA: Sabrina Dhawan

FOTOGRAFIA: Declan Quinn

SCENOGRAFIA: Stephanie Carroll

MONTAGGIO: Allyson C. Johnson

COSTUMI: Arjun Bhasin

MUSICHE: Mychael Danna

Trama

New Delhi. Si stanno per celebrare le nozze, concordate dalle rispettive famiglie, tra una giovane indiana (con amante regolarmente sposato) ed un connazionale da poco tornato dagli Stati Uniti (ovviamente all'oscuro di tutto).

Recensioni

 

 

 

Un matrimonio rosa slavato

Il nuovo film di Mira Nair è un affresco che ruota attorno ad una cerimonia nuziale, ma siamo anni luce dal rigore al cianuro di Altman. L’autrice di “Salaam Bombay!” cerca d’infondere la brezza ilare che – si dice – spira in quel di Bollywood ad una struttura narrativa che rimanda alla commedia classica americana: insomma, parenti, amici e tanti guai attorno alla coppia di fidanzati, il tutto volenterosamente condito da un’ironia bonaria e screziata di amarezza e dall’esplicita ambizione di tracciare un ritratto dell’India tra passato (il suggestivo cerimoniale della tradizione) e presente (la complessa situazione sentimentale e sociale che complica ulteriormente i rapporti tra i personaggi).
Il problema è che il film sembra preparato con la bilancia da farmacista: un tanto di preparativi per la cerimonia, un po’ di ansie, un tocco di speranza, gioia inaspettata q. b., un’ombra di ricordi dolorosi, qualche sospetto e una caterva di balletti e canzoni, sceneggiare disseminando battute e pene di cuore a piacere, et voilà, il film nuziale è pronto. Non che la torta, alla fine, non sia gradevole, ma stomaca presto. Soprattutto perché sono decenni che vediamo ragazze emancipate ma timorose della famiglia, padri in ansia per fare quadrare i conti del festino, organizzatori arruffoni e un po’ farabutti che non sanno mettere ordine nella propria vita privata, domestiche dolci e sornione, intellettuali tormentate, mariti infedeli che si sdilinquiscono al telefono con le mogli, zii ambigui, fanciulle provocanti e ragazzini maliziosi.
Interessante, e forse la cosa migliore del film, il lavoro compiuto sulla componente linguistica: i personaggi parlano, a seconda del contesto e persino della singola frase, inglese (modernità, ribellione alle convenzioni) e dialetti locali, ma ad una prima visione non è facile cogliere le sfumature di senso che regolano quest’alternanza, anche perché si è costretti a seguire contemporaneamente lo scorrere dei sottotitoli.
E alla fine, tra manierismi e parentesi “liriche”, la noia ha il sopravvento sulla buona volontà dello spettatore. Assolutamente decorative le immagini (due o tre) di stampo documentaristico inserite nella parte conclusiva.

Stefano Selleri

Commenti

 

 

 

Spazio lettori

 

 

 


Stefano
Selleri
5

Daniele
Bellucci

Simone
Ciaruffoli
5

     
           
 

Torna all' indice dell'Archivio