SOGNANDO L'AFRICA
  (I Dreamed of Africa)

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REGIA:    
Hugh HUDSON

PRODUZIONE: U.S.A.   -   2000   -   Dramm.

DURATA:  112'

INTERPRETI:
Vincent Perez, Kim Basinger,
Robert Loggia, Lance Reddick, Daniel Craig,
Eva Marie Saint, Federico Scribani, Liam Aiken

SCENEGGIATURA:
Paula Milne - Susan Shilliday (tratto dal
romanzo "Sognando l'Africa" di Kuki Gallmann)


FOTOGRAFIA: Bernard Lutic

SCENOGRAFIA: Andrew Sanders

MONTAGGIO: Scott Thomas

COSTUMI:  Shirley Russell

MUSICHE: Maurice Jarre

Trama

Una donna italiana divorziata e madre di un bambino si risposa con un uomo innamorato dell'avventura che la convince a trasferirsi in Africa. Nonostante l'entusiasmo la nuova vita della famiglia si rivela molto difficile.

Recensioni

 

 

 

Sognando l'Africa

A volte il fatto che i film siano tratti da storie vere rappresenta un vero problema. Perché si finisce per ripercorrere degli eventi realmente accaduti (sia pure in modo romanzato) che spesso si prestano poco a generare una trama avvincente. Sognando l'Africa fa rimpiangere i bei nodi narrativi classici, gli sviluppi ordinati capaci di catturare l'interesse e dare compattezza alla storia. E soprattutto fa sentire la mancanza di una "direzione", di un punto di partenza ed un punto di arrivo. La responsabilità deve comunque essere attribuita ad una sceneggiatura fiacca e deludente, anche (o soprattutto) nei dialoghi, inconsistenti ed insipidi dall'inizio alla fine. Che dire poi dei personaggi... quello della protagonista non è certo particolarmente interessante, né tantomeno lo sono quelli di contorno. Della forza che tutti le riconoscono l'eroina non fa poi tanta mostra, la sua personalità non riesce a coinvolgere mai, il suo dolore è meno emozionante di quel che ci si aspetterebbe.
Tutto il suo amore per l'Africa appare prima un mistero tralasciato (la partenza della coppia arriva quasi non motivata, non sottolineata, e questo è un errore narrativo disturbante), poi si riduce ad una frase di spiegazione: suo padre da piccola le parlava dell'Africa, per questo pur andandoci per la prima volta sente quasi di tornare a casa. Il marito della protagonista ricorda un po' il personaggio di Redford in "La mia Africa", se non consideriamo l'insofferenza di quest'ultimo per i legami "ufficializzati": un uomo che ha bisogno di forti emozioni e di periodici allontanamenti ma capace di amare.
Proprio a La mia Africa si finisce per pensare con rimpianto notando come i bei paesaggi africani non vengano sfruttati degnamente per suscitare emozioni e dare l'idea di quello che è il tema principale del film: il mal d'Africa che allo spettatore non verrai mai in virtù di questa pellicola. Per non esagerare va chiarito che il film non è orrendo, è solo mediocre in tutto, non possiede la poesia che tutti si aspettavano, si limita ai luoghi comuni già sentiti sui ritmi diversi di vita, sulla gioia di non guardare più l'orologio e godersi la natura.
 In breve soffre di una regia dimenticabile ed una sceneggiatura debole (se non trascurata), che "per colpa" della storia vera non può neppure risparmiarci la seconda (ridicola, ma autentica) disgrazia. Per non dire che nessuno ha voluto risparmiarci la morale finale. Avremmo preferito, a questo punto, scoprire cosa c'era scritto all'interno dell'uovo lasciato dal marito della protagonista (ma forse la vera Kuki non lo ha ancora aperto: ancora colpa della veridicità della storia!).
Gli attori non sono male, la Basinger fa la sua parte, ostentando la disponibilità ad imbruttirsi, e Perez incarna degnamente l'uomo affascinante, rassicurante e sfuggente al tempo stesso.

Oboo

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Oboo
 
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