Recensioni
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Sognando l'Africa
A volte il fatto che i film siano tratti da
storie vere rappresenta un vero problema. Perché si finisce per
ripercorrere degli eventi realmente accaduti (sia pure in modo romanzato)
che spesso si prestano poco a generare una trama avvincente. Sognando
l'Africa fa rimpiangere i bei nodi narrativi classici, gli sviluppi
ordinati capaci di catturare l'interesse e dare compattezza alla storia. E
soprattutto fa sentire la mancanza di una "direzione", di un
punto di partenza ed un punto di arrivo. La responsabilità deve comunque
essere attribuita ad una sceneggiatura fiacca e deludente, anche (o
soprattutto) nei dialoghi, inconsistenti ed insipidi dall'inizio alla
fine. Che dire poi dei personaggi... quello della protagonista non è
certo particolarmente interessante, né tantomeno lo sono quelli di
contorno. Della forza che tutti le riconoscono l'eroina non fa poi tanta
mostra, la sua personalità non riesce a coinvolgere mai, il suo dolore è
meno emozionante di quel che ci si aspetterebbe.
Tutto il suo amore per l'Africa appare prima un mistero tralasciato (la
partenza della coppia arriva quasi non motivata, non sottolineata, e
questo è un errore narrativo disturbante), poi si riduce ad una frase di
spiegazione: suo padre da piccola le parlava dell'Africa, per questo pur
andandoci per la prima volta sente quasi di tornare a casa. Il marito
della protagonista ricorda un po' il personaggio di Redford in "La
mia Africa", se non consideriamo l'insofferenza di quest'ultimo per i
legami "ufficializzati": un uomo che ha bisogno di forti
emozioni e di periodici allontanamenti ma capace di amare.
Proprio a La mia Africa si finisce per pensare con rimpianto notando come
i bei paesaggi africani non vengano sfruttati degnamente per suscitare
emozioni e dare l'idea di quello che è il tema principale del film: il
mal d'Africa che allo spettatore non verrai mai in virtù di questa
pellicola. Per non esagerare va chiarito che il film non è orrendo, è
solo mediocre in tutto, non possiede la poesia che tutti si aspettavano,
si limita ai luoghi comuni già sentiti sui ritmi diversi di vita, sulla
gioia di non guardare più l'orologio e godersi la natura.
In breve soffre di una regia dimenticabile ed una sceneggiatura
debole (se non trascurata), che "per colpa" della storia vera
non può neppure risparmiarci la seconda (ridicola, ma autentica)
disgrazia. Per non dire che nessuno ha voluto risparmiarci la morale
finale. Avremmo preferito, a questo punto, scoprire cosa c'era scritto
all'interno dell'uovo lasciato dal marito della protagonista (ma forse la
vera Kuki non lo ha ancora aperto: ancora colpa della veridicità della
storia!).
Gli attori non sono male, la Basinger fa la sua parte, ostentando la
disponibilità ad imbruttirsi, e Perez incarna degnamente l'uomo
affascinante, rassicurante e sfuggente al tempo stesso.
Oboo |