Recensioni
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Tracce
di vita amorosa E' molto forte l'idea su cui si basa il nuovo film di Giacomo Campiotti: tre
diverse storie ambientate in epoche e paesi diversi che si alimentano l'una
con l'altra per rappresentare l'amore nella sua progressione emotiva, dove
impulso e razionalita', in continua lotta tra loro, faticano a raggiungere
un equilibrio.
L'amore quindi nella sua universalita' che supera tutte le barriere imposte
da costumi e abitudini diverse. L'amore come necessita', come bisogno di
darsi, e implicitamente ricevere, al di la' dello stretto e angusto contesto
in cui si vive e ci si rapporta quotidianamente.
E' molto ambizioso il progetto e in buona parte riuscito con momenti
emozionananti che si alternano ad altri piu' didascalici e tendenti al
melodramma.
Bellissima la fusione tra primo e secondo episodio che trasferisce
l'incompiuta passione, vissuta da una brava ed espressiva Juliette Aubrey
nell'Africa del periodo coloniale, concretizzandola nella carnalita'
dell'incontro tra due giovani musicisti, nella Francia sconvolta dal
conflitto mondiale. Meno efficace l'episodio conclusivo ambientato
nell'Italia contemporanea, dove una ragazzina assiste quotidianamente un
compagno di scuola in coma per un incidente, un po' per la recitazione
dilettantesca, ma anche per la costruzione delle scene e la progressione
prevedibile degli eventi.
In ogni caso un film intenso, capace di scavare sottopelle nelle
imponderabili alchimie dell'incontro di solitudini diverse, legate dalla
stessa struggente e vitale necessita' di amare. Luca
Baroncini
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