THREE KINGS
(Three Kings)

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REGIA:    
David O'RUSSELL

PRODUZIONE: U.S.A.   -   1999   -   Dramm.

DURATA:  114'

INTERPRETI:
George Clooney, Ice Cube, Mark Wahlberg,
Mykelti Williamson, Nora Dunn, Spike Jonze,
Jamie Kennedy, Cliff Curtis

SCENEGGIATURA:
David O. Russell

FOTOGRAFIA:
Tom Sigel

SCENOGRAFIA:
Catherine Hardwicke

MONTAGGIO:
Robert K. Lambert

COSTUMI: Kym Barrett

MUSICHE: Carter Burwell - Thomas Newman

Trama

Dopo l'armistizio tra americani e iracheni, durante la guerra del golfo, quattro soldati a stelle e strisce entrano casualmente in possesso di una mappa, raffigurante i bunker che contengono l'oro di Saddam. Annoiati da una guerra che non hanno combattuto, e allettati dal facile guadagno, si lanceranno nella folle impresa del recupero dell'oro.

Recensioni

 

 

 

Essere americani ovunque

C'è uno spirito americano che pervade quest'opera: nel bene e nel male. La goliardia e la superficialità dei soldato americani, preoccupati soltanto di trovare questo benedetto oro, e il senso del dovere, che affiora in loro quando si accorgono di trovarsi nel bel mezzo di una guerra civile tra iracheni. Per questo motivo Three kings funziona e non funziona. E'sicuramente un bel film quando si tratta di usare le armi del sarcasmo, ma scade di tono quando si arroga velleità moralistiche. La parodistica rappresentazione delle forze armate americane, tutta vitamine, football ed alcool è spassosa; ci si diverte nel vedere questi omoni comportarsi in maniera tanto stupida. L'ingresso nel campo iracheno, per recuperare l'oro col jeppone che porta come vessillo il pupazzo di Bart Simpson, la dice lunga sullo spirito che domina il film, ma non è tutto così purtroppo. I momenti sarcastici sono appesantiti con riflessioni dei personaggi in crisi per il loro comportamento, e decisi nel compiere delle azioni meritevoli aiutando veramente il prossimo, ma questo non giova al prodotto finale. Il lato tragico della guerra, il racconto dei massacri, risultano poco credibili e superficiali; è improbabile l'inserimento di riflessioni ardite in un ambiente surreale. La satira feroce dell'america militare, si dissolve di fronte a questi soldati che si sentono pur sempre americani, e quindi guidati da uno spirito di giustizia: l'unico problema e che persone di questo tipo difficilmente sanno che cosa sia giusto o sbagliato Il salvataggio dei poveri iracheni dalle grinfie del perfido Saddam ha un vago sapore di John Waine, e porta con se il ricordo, ed il ridicolo, dei bei tempi andati. Mantenendo il film sui livelli della farsa e dell'assurdita, probabilmente una riflessione personale sulla guerra ci sarebbe anche scappata; in questo modo a stento si sopportano questi personaggi, che alla fine diventano addirittura degli eroi. Di questa produzione si ricorderanno i momenti di comicità nera, e si perderà presto il ricordo di questo moralismo sottaciuto, ma approvato, di un America che non esiste più.

Matteo Catoni

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