Gli atti che lo costituiscono, infatti, rivestono un'importanza notevole soprattutto per quanto riguarda l'attività commerciale della comunità genovese a Cagliari, la vita religiosa e sociale dei confratelli e le loro relazioni con Genova e con la Sardegna; sono inoltre utilissimi per lo studio della toponomastica e dello sviluppo urbanistico di alcuni rioni della città. Questa fu la motivazione con cui nel 1980 la Sovrintendenza Archivistica per la Sardegna dichiarò l'archivio di notevole interesse storico. Tra i documenti che lo costituiscono si distingue il bel volumetto in pergamena dove sono registrate, in italiano, le Costituzioni che i genovesi si diedero nel 1596, in sostituzione di precedenti, ormai superate. Il costante impegno profuso per adeguare l'associazione confraternale nella struttura e nei fini alle esigenze di una realtà in continua evoluzione sono inoltre testimoniate con dovizia di particolari nella interessantissima serie dei Verbali di giunte generali e periodiche. Si tratta di 14 registri anch'essi compilati in italiano, dai quali ininterrottamente dal 1599 ad oggi traspare ogni aspetto dell'attività dell'Arciconfraternita: i rapporti interni, quelli con il mondo civile e religioso, i problemi e le scelte gestionali dell'ingente patrimonio. Strettamente connesse a queste serie perché consequenziali a quei deliberati, sono altre due serie archivistiche: quella fine Ottocento dei Copialettere e quella dei Mandati di pagamento. A quello stesso periodo risale la serie delle Messe, costituita dai registri in cui i sacerdoti annotavano per fini contabili, l'avvenuta celebrazione dei riti. L'Arciconfraternita, infatti, col tempo, aveva assunto l'obbligo di adempimento di numerosi legati per il soddisfacimento dei quali avrebbe dovuto far celebrare messe semplici, cantate, da requiem, rosari e altre diverse funzioni. Notizie più dettagliate sui cosiddetti legati pro anima ma anche su quelli istituiti per la celebrazione di alcune feste particolari, come quella per le Madonne delle Grazie e del Rosario per le Vergini della Misericordia, dì Adamo e delle Rosa, sono riscontrabili nei registri dei legati che, sebbene compilati tra il XVIII e il XX secolo, contengono in sintesi ognuna di queste particolari disposizioni testamentarie sin dalla più antica ñ lasciata nel 1601 da Angelo e Antonio Giacheri, gli oneri, il capitale costituito e le forme del suo investimento. Una particolare attenzione merita, inoltre, quella rilevante parte dell'archivio, costituita da circa un migliaio di atti sciolti che datano dalla fine del Cinquecento a quella dell'Ottocento. Giunti fino a noi ancora ripiegati e racchiusi da fascette su cui spesso si ritrova la dicitura "Carte di poco interesse"; in realtà, invece, sono, nel loro insieme, preziosissimi. Se, infatti, dai registri che sono stati illustrati ricaviamo l'immagine ufficiale del sodalizio, da queste carte, emergono invece anche gli aspetti più umani, i rapporti sociali, la cultura, gli scorci di vita quotidiana dei confratelli e le loro relazioni. Un fascino particolare promanano poi quei piccolissimi spezzoni degli archivi personali dei mercanti genovesi, pervenuti alla confraternita casualmente oppure perché strettamente connessi ai lasciti di cui essa fu beneficiata. Infine non si può ignorare, sebbene molto più recente, la documentazione che in virtù delle direttive degli organi di controllo governativi si trova ripartita in 19 categorie. Si tratta di corrispondenza e atti amministrativi e contabili utilissimi per conoscere l'evoluzione dell'istituto confraternale tra il XIX ed il XX secolo; da essi infatti si evincono le conseguenze della normativa statale che influenzò fortemente l'organizzazione, i fini, la consistenza e la gestione dei beni e delle rendite del sodalizio.
|