Partendo dalla piazza Martiri ed imboccando la centralissima via Manno, un tempo Sa Costa, dopo un breve tratto di strada si giunge ai magazzini della UPIM. Qui prima della seconda guerra mondiale si poteva ammirare uno fra i più amati edifici religosi costruti in Cagliari alla fine del cinquecento: 
l'Oratorio sede dell'Arciconfraternita dei Genovesi intitolato ai SS. MM. Giorgio e Caterina.   
 
Dominata da una bella facciata, si entrava per un solenne portale delimitato da due grosse colonne tortili sovrastate dalle armi di Genova e da due cariatidi marmoree di gusto barocco che immetteva all'interno formato da una unica navata con tre cappelle per lato. Il 13 maggio 1943 nel corso di un violento bombardamento su Cagliari la bella chiesa venne completamente distrutta.   
Il 23 novembre del 1967 l'Arcivescovo di Cagliri Monsignor Paolo Botto consacrava solennemente il nuovo tempio edificato alle pendici di Monte Urpinu eretto in parrocchia il 21 novembre 1964 e mantenendo la titolazione ai SS.MM. Giorgio e Caterina anche sede della Arciconfraternita dei Genovesi. Nel contempo i confratelli dell'Arciconfraternita hanno  provveduto a raccogliere e conservare quanto salvatosi dlla distruzione della loro chiesa e recentemente grazie alla opportunità fornita dalla Legge Regionale 6/92 e con le possibilità derivate dal contributo si è potuto realizzare l'esposizione museale degli arredi sacri dell'Arciconfraternita dei  Genovesi nei locali attigui alla chiesa stessa. Il Museo comprende quadri e statue, aregnti, paramenti che formavano il corredo liturgico dell'antica chiesa di via Manno ed inoltre l'Archivio che in massima parte salvatosi dal bombardamento attesta la validità dell'Arcisodalizio. 
Concludendo, è offerto alla città di Cagliari un trascorso  di otre quattro  secoli nei quali appare chiar come l'intraprendenza e l'attivismo degli originari genovesi si sia integrato nel tessuto sociale cagliaritano ed emerge quale testimonianza di un cammino di fede quanto oggi è curato e conservato nel museo dell'Arciconfraternita dei Genovesi nella cosapevolezza che solo dalla conoscenza della propria storia si possa meglio interpretare il presente in prospettiva futura. 
Il Priore
Mario Lastretti