Lo studio dei tessuti di proprietà dell'Arciconfraternita dei Genovesi di Cagliari, ha portato alla luce in patrimonio ricco e di notevole interesse restituito alla cittadinanza ancora integro nonostante la distruzione della Chiesa dei SS. MM. Giorgio e Caterina a causa dei bombardamenti del 1943 durante la II guerra mondiale. I preziosi tessuti che sono riferibili, nella loro totalità, all'ambito ecclesiale, costituiscono un'importante pagina della storia dei Genovesi in città, infatti, le datazioni oscillano tra il XVII e la prima metà del XX secolo. Quattro secoli di tradizione gelosamente custoditi e amati dal prestigioso sodalizio che nel corso dei  secoli ha sempre, anche quando l'inclemenza del tempo  ha operato la distruzione, rinnovato i tessuti liturgici con la cura di chi è consapevole di possedere un bene da tutelare e consegnare alla popolazione tutta. 


Il corpus dei manufatti, ora esposti nel Museo di via Gemelli, comprende piviali, pianete, dalmatiche, camici, rocchetti, cotte, stole, veli da calice, scarpe, realizzati in tessuti di velluto, damasco, broccatello, gros de Tours, lampasso, raso, taffetas, seta ricamata fili di seta policromi, in oro ed in argento), tela di lino bianca ornata di pizzi, filet e goffrature di considerevole valore d'interesse tecnico, artistico antiquario. 
Il visitatore potrà soffermarsi ad apprezzare l'originale bellezza di alcuni tra i preziosi reperti esposti, come la pianeta con l'effigie dipinta dei SS. MM. Giorgio e Caterina e lo stemma dei Genova, già anche in altre occasioni di studio, datata XVII secolo. 
Di considerevole leggiadria sono alcuni paramenti settecenteschi, realizzati in una grande varietà di tipologie cromatiche e decorative nella loro elaborazione a volte sontuosa e complessa. 
Tessuti con decoro cosiddetto "bizarre", sicuramente databili al primo quarto del XVIII secolo, compaiono in considerevole numero tra i paramenti del corredo costantemente al passo con la moda dei tempi. Preziosi velluti, questi senza  dubbio di provenienza genovese, sono serviti per realizzare anche le vesti da cerimonia indossate dai confratelli ed hanno un riferimento notevole nella tradizione della proprietà del benemerito sodalizio. 
Un camice con una balza di filet (di Bosa?) dal disegno affatto originale, parrebbe costituire un unicum nei corredi sacri in Sardegna. Deliziose da ammirare le goffrature realizzate su tele di lino bianche. 
Nell'insieme, la continuità nella tradizione della conservazione di questi beni artistici invita a soffermarsi ad ammirare, seguendo la propria inclinazione e la personale sensibilità, il ricco corredo di manufatti tessili allogati nelle teche della sala centrale.