Brandelli di vita vissuta a bordo

CIAO a tutti! … sono la fidanzata caparbia, si insomma, di quelle che non stanno lì a godere, placidamente distese, del caldo dei raggi del sole che accarezzano il corpo, ma di quelle che lavorano come matte e senza sosta.

Volete che vi racconti una delle tante esperienze vissute con "DELFINO"?

Va bhè!!! … se proprio insistete!!??!!.

Dunque, da dove cominciare …. Oh! Si! …. Avete presenta la sentina di una barca? …. Bhè, ovvio che si! Forse non sapete, però, che "DELFINO", lungo circa 9 metri, ha una sentina pari a tutta la sua lunghezza.

Questo, però, io l’ho scoperto dopo, e vi spiego come.

Un sabato mattina di circa due anni fa, vado con il mio fidanzato e l’altra anima coinvolta in questa avventura (suo fratello, Marco) nel capannone presso il quale si trovava "DELFINO", spogliato di ogni che.

Vederlo così trasmetteva tanta tristezza. Sembrava un vero delfino agognante in riva al mare e in attesa che qualcuno si accorgesse di lui per guarirlo dalle sue ferite e rimmetterlo in libertà a nuotare felice.

Dopo questo primo tenerissimo impatto, il direttore tecnico dei lavori e capo cantiere (Pino, il mio fidanzato, proprietario di "DELFINO" e capitano indiscusso!) cominciò a ripartire ad ognuno i propri compiti.

Secondo voi, a chi poteva capitare il lavoro peggiore? …. Ma a me, naturalmente, che per antonomasia vengo definita quella paziente, precisina e di buona, anzi, ottima volontà.

Mi sono fatta spiegare il lavoro. Non sembrava complicato, solo un po’ scomodo per la posizione alla quale ero costretta … piegata sulle ginocchia e attorcigliata su me stessa quando e dove era necessario.

Il bello è che quando è stato aperto il vano da pulire (per l’esattezza quello dove sarebbe stato collocato il motore), credevo fosse il primo ed unico!

Meravigliosa ignoranza!! Quello che fino ad allora mi aveva divertito della vela era giocare con delle piccolissime e leggerissime imbarcazioni, i Laser, scuffiare, volare nel vento ad una distanza considerevole dalla riva, gareggiare con altri compagni/e, ma che ne potevo sapere di sentine, bompressi, ancore, stive e sballottamenti vari?

Incredibile ma vero e come per magia, sul "DELFINO" si aprivano sempre più vani fino ad arrivare in cabina di prua, e il lavoro diventava sempre più intricato. La cosa meno divertente è stata quella di avere come uniche compagne, durante quelle estenuanti ore di lavoro, una grossa torcia elettrica, una spazzola di acciaio, della carta abrasiva e un rumorosissimo quanto mai scomodo aspirapolvere.

Gli altri due? Bhè, loro potevano godere della luce naturale e di tutto lo spazio di cui necessitavano!

Chiedetemi pure come si fa a manutentere una imbarcazione in legno!!!!!

Sono diventata una vera esperta! Conosco a menadito ogni più piccolo angolo di "DELFINO"; ho grattato, verniciato, imbullonato, lucidato, aspirato, martellato, pulito, lavato, spazzolato, oliato, stivato, organizzato (.. e chi più ne ha più ne metta!) ogni palmo di questa barca.

Ma quando finalmente tutto è pronto ( .. o quasi! Con le barche in legno non si finisce mai!) e "DELFINO" è in mare col suo equipaggio, si dimentica tutta la fatica di quei lunghi mesi di lavoro e tutto si vede con una angolazione diversa.

Si prova il piacere di salpare l’ancora, tirare su i parabordi, allontanarsi piano dal porto, lasciarsi alle spalle un paesaggio noto per intraprendere l'avventura di alzare le vele, mettere la prua al vento, vedere la falchetta al limite con l’acqua, pescare di traina, timonare (questa è l’unica cosa che fa il "comandante indiscusso"!), affrontare onde e cattivo tempo, rilassarsi in una piccola baia, dove ben ancorati, passare la notte. Godere dei tramonti e delle cene a lume di candela, accompagnati dai suoni della natura che ti circonda, dove tutti sono lontani e dove niente può disturbare momenti così intensi. Oppure cenare con altri amici che come te condividono la stessa passione, partire in piccole flottiglie e raggiungere il mare aperto, dove se sei fortunato come noi, i delfini si accorgono di te e con te giocano per alcuni interminabili ed intensissimi attimi per poi riprendere, imperterriti, la loro rotta.

E dove tutto ti sembra più colorato, più vivace, dove è bello scoprire il gusto di stare nel porto in compagnia di visi noti e meno noti, raccotarsi della bufera scampata o della meravigliosa traversata, organizzare delle mega cene e accompagnare la fine dell’intensa giornata al suono di una chitarra e al coro dei meno stonati.

Sei lì vivo e in piena libertà ad affrontare ogni problema, dal meno al più importante, ogni ansia o preoccupazione, ma anche a godere di ogni più piccola emozione che un’avventura come questa può offire, soprattutto, se come me, avete la fortuna di avere un uomo accanto protettivo, appassionato, intraprendente ma cauto, per poterti permettere di vivere con grande serenità ed intensità quegli attimi.

Prudenti … lo devono essere tutti quelli che amano il mare. Con il mare non si scherza, è imprevedibile e soprattutto è .. "tanto".

Sembra un luogo comune dire che la nave più grande in mare aperto non è altro che un puntino. Eppure non c’è niente di più vero. Figurarsi poi per le imbarcazioni di modeste dimensioni!!!!

Il mare può offrirti del cibo, una traversata piacevole nelle sue acque limpide e serene, ma un attimo dopo può farti provare la rabbia delle sue onde e il buio dei suoi flutti.

Amare il mare vuol dire, decisamente, rispettarlo, e chi meglio di "DELFINO" può saperlo? Lui ha assaporato il mare in tutte le sue sfumature, con grande umiltà ma altrettanta determinazione. Ci ha permesso di vivere sereni per più di 30 giorni in mare ……. È meraviglioso!!!!!!!

È come sentirlo vivo, come se volesse ricambiare il lavoro e il tempo investiti per farlo star bene. Esprime tutto il suo calore … come si potrebbe non amarlo?

Se sarete fortunati come me, se come me aveste vissuto queste intense esperienze, mi capireste. Dimentichereste ogni fatica e ricordereste solo i momenti vissuti con Lui in mare.

Cosa dire ancora …… solo …….. BUON VENTO A TUTTI!

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