Delfino Web

SITO UFFICIALE DELLO STORICO SLOOP IN MOGANO DENOMINATO "Delfino"


Dal 1971 al 1981 di Marcello M.

Nel 1971 il Delfino era ormeggiato nel piccolo porto di Fezzano, nel golfo di La Spezia, e lo teneva in custodia un pescatore di origine siciliana. Io mi trovavo a lavorare nella vicina Baia di Panigaglia nell'impianto per la raffinazione e distribuzione di gas della Snam, ed ogni giorno andando in trattoria a Fezzano ammiravo il Delfino e sognavo di esserne il proprietario. A quei tempi avevo una barca di 6 metri (un Cap Horn di Herbulot) ed arrivare agli 8 metri del Delfino era un salto di qualità.

Mi sono messo in contatto con il proprietario, Carlo C. da Milano, un simpatico e dinamico sportivo, ed abbiamo fatto l'affare. Lui mi ha offerto di tirare in secco la barca in un piccolo giardinetto di una sua casa a Le Grazie (vicino Fezzano, due baie verso ovest, c'è anche un importante cantiere di restauri) ed io ho vuotato quasi completamente il Delfino, sbarcando anche il motore, e l'ho verniciato di tutto punto : sentina, fiancate interne, tuga a coppale, opera viva e opera morta. L'opera morta allora era a smalto bianco, che secondo me era più estetico e più pratico dell'attuale coppale. Il motore era a benzina, Fiat-Burioli : in pratica era un motore di Fiat 600, marinizzato presso l'officina Burioli di Milano.

Nella primavera del 1972 ho trasferito il Delfino da La Spezia a Roma, a Fiumara, presso uno dei pochi cantieri allora esistenti (Tomassoni) che aveva il grande vantaggio di un capannone di rimessaggio.

Nelle estati del 1972/73/74 ho navigato in Corsica, Sardegna, Elba, Capraia, Montecristo, sempre con il motore a benzina, che ogni tanto faceva i capricci. Per lavoro, alla fine del 1974, sono dovuto andare all'estero ed ho lasciato il Delfino in uso ad un mio amico, che ci ha navigato un anno (riducendo il motore ad un ammasso di pezzi smontati) e poi l'ha messo nel provvidenziale capannone. Quando sono rientrato, nel 1978, la barca era in ottime condizioni, a parte i comenti aperti per la lunga permanenza all'asciutto. Nell'inverno mi sono dato da fare per la manutenzione (riverniciatura, riparazione motore ecc) e nel 1979 il Delfino è tornato in acqua. Dopo qualche ora appeso alla gru i comenti si erano stagnati e non faceva più una goccia d'acqua, tranne che da un punto a poppa sotto il motore. Nell'80, se non ricordo male, ho sostituito il motore ed ho installato il Renault Coach, che c'è tuttora, bicilindrico diesel, che dava di gran lunga più affidamento del Fiat a benzina ! In quegli anni ho navigato nella zona a sud di Roma con equipaggio ridotto al minimo : io e mia moglie. Ho un bellissimo ricordo degli anni in cui navigavo con il Delfino : i porti erano vuoti, il mare era limpido, non c'erano restrizioni di parchi naturali ecc. Ricordo una sosta a Montecristo, prima a Cala Maestra e poi al tramonto, di corsa, giro dell'isola e rifugio a Cala Scirocco per l'arrivo del maestrale. Belle esperienze vissute grazie a questa piccola barca (allora mi sembrava grande) costruita benissimo da un carpentiere (tale Bregante) che lavorava al cantiere Sangermani.

Nel 1981 il Delfino era diventato "piccolo" e l'ho venduto ad un mio amico di Roma, Achille B., che ci ha fatto lunghe navigazioni : Ustica, Egadi, Eolie.

Poi anche lui l'ha venduto e, per qualche anno, ogni tanto incontravo ancora il Delfino a Fiumara : avevano aggiunto il bompresso e l'avevano verniciato a coppale . Poi l'avevo perso di vista e pensavo, con dispiacere, che ormai non interessasse più a nessuno, ora che le barche di plastica sono fatte a stampo, senza che ci sia dietro una storia di uomini che hanno tagliato il legno, lo hanno modellato e lavorato pezzo per pezzo ed hanno visto crescere la loro creatura, anche se con qualche difetto. La barca è ormai un bene di consumo, come l'auto, che serve spesso per esibizionismo : più veloce, più piena di accessori e meglio è, anche se non ha alcuna eleganza in mare.

Per questo mi ha fatto piacere rivedere il Delfino ad Agropoli e sapere che ha trovato un padrone che lo apprezza e che cerca di mantenerlo giovane ed efficiente.

Marcello M.
…………
Ho cominciato ad andare per mare fin da ragazzino nella mia terra di origine, la Sicilia, e precisamente a Sferracavallo vicino Palermo, nell'immediato dopoguerra, con mio Padre su una barca di 6,5 metri, con cui andavamo alle Eolie, Egadi, Ustica, S.Vito, Scopello.
La barca si chiama (naviga ancora !!) "Follia" e deve il suo nome sia al periodo in cui fu costruita (1948 nel giardino di casa nostra) che alle ridotte dimensioni. Non aveva tuga, solo una piccola coperta a prua ed i corridoi laterali.
                    Sul Follia ho imparato ad andare per mare ed a rispettarlo !
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