La chiesa di Nostra Signora del Regno di Ardara

La chiesa di Nostra Signora del Regno custodisce un patrimonio di eccezionale valore storico e artistico, un corredo di opere d'arte di particolare rilevanza, che rende il luogo denso di mistica memoria e di simbolica evocazione. La Basilica di Nostra Signora del Regno fu eretta all'inizio del 1100 in stile Romanico - Pisano con flussi lombardi, per ordine dei Giudicati di Torres. In questa chiesa si sposarono Enzo e Adelasia, eredi dei Giudicati di Torres e Gallura. Costruita internamente in trachite nera, è detta per questo Duomo Nero di Ardara, ed è una delle pochissime chiese della Sardegna che è rimasta integra, senza aver subito rimaneggiamenti posteriori.  

                 

La facciata

La facciata è stranamente orientata a sud, molto austera, ed ornata da archetti pensile a tutto sesto, esili lesene, e da una bifora di pregevole fattura. La facciata è contraddistinta dalla forma a frontone e cioè il corpo centrale si leva più alto dei corpi laterali. La divisione della facciata in tre parti viene messa in evidenza dalle sottili lesene che oltre ad essere funzionali, cioè a reggere la struttura, sono anche elementi decorativi perché danno alla possente e maestosa costruzione un senso di snellezza. Il portone architravato è sormontato da un arco cieco coronato a sua volta da un rialzato. Su di esso è posta una bifora di rara eleganza. Una fila di architetti pensili attraversa orizzontalmente tutto il corpo centrale al di sopra della bifora e riduce così lo slancio verticale prodotto dalla lesene, ma evidenzia nello stesso tempo il tetto a capanna.

               S.Maria del Regno                                       il campanile

 

La pianta

La chiesa ha la forma di una sala rettangolare la cui lunghezza è il priplo della larghezza. Otto colonne per parte dividono la pianta basilicare in tre navate. La navata centrale è larga il doppio di quelle laterali. Le colonne sostengono da una parte i fianchi del corpo centrale e dall'altra assieme ai contrafforti laterali le caratteristiche volte a crociera composte da quattro pannelli sferici detti << vele >>. Tutta la costruzione è possente e maestosa. Lo stesso materiale adoperato per la costruzione, la trachite nera, sembra collabori a dare a tutto l'insieme un' aspetto di sobria severità.

                                     

L'interno

L'interno è costituito da una grande sala divisa in tre navate per mezzo di colonne. La navata centrale termina con l' abside mentre le due laterali ne sono prive e terminano con le due pareti su cui si aprono due finestrelle. La copertura è << a capriate > ed è coperta a tavolato ligneo. Le navate laterali hanno invece la copertura a crociera. Le colonne poste su basi di stile classico rappresentano più il modello tuscanico che il pilastro romanico. Infatti sono costituite da blocchi di pietra semi circolari posti uno sull'altro e mostrano una leggera << entasis >> ( rigonfiamento ) sulla parte inferiore e una leggera rastrematura nella parte superiore. Il capitello delle prime cinque colonne a destra  e delle prime due a sinistra non poggia subito sulla colonna bensì su un elemento cilindrico di minor larghezza delle colonne scanalato che sorge dall'interno delle stesse, quasi a voler dare più slancio al capitello. L'abaco ( parte inferiore del capitello ) è molto sporgente mentre l'ecchino è costituito da tre strati di trachite sovrapposte quasi a voler interrompere almeno per un attimo la sensazione di pesantezza che si prova alla vista degli archi che della costruzione e quasi a voler attuire il peso delle arcate. Il motivo del capitello è ripreso ma con maggior eleganza e snellezza nelle colonne successive che terminano con il tipico capitello corinzio decorate da foglie d'acanto e guali accartocciati. Al di sopra degli archi tra una colonna e l'altra si aprono lungo la liscia parete della navata centrale tre monofore ( finestrelle ) per parte. L'altare, è di recente costruzione. Segni di fine scultura mostrano infatti l'abbandono della grave severità che caratterizza tutta la costruzione. Sull'altare maggiore si può ammirare un grande polittico del Cinquecento, recentemente restaurato, che raffigura scene della vita di Gesù, della Madonna e di alcuni Santi. Addossato sul muro di sinistra si erge il campanile a pianta quadrangolare, di cui, in seguito ad un crollo, rimane solo la parte inferiore. Venne costruito dopo che la chiesa fu ultimata. Le decorazioni sono simili a quelle della facciata della chiesa, e non presenta aperture, ma nella parte crollata aveva sicuramente finestre circolari e bifore. In seguito sulla sommità venne costruito un campanile a vela.

                 

L'esterno dell' abside

L'abside ha la forma semi-circolare. In esso si ripetono i motivi decorativi delle pareti laterali: gli archetti, le lesene, le monofore strombate, però la base della lesene è lavorata e gli archetti pensili non terminano mai lisci. Tutti gli elementi decorativi sono perciò più lavorati e più raccolti di quelli delle fiancate laterali. Inoltre le lesene chiudono solo due archetti e non più quattro.

                                                   L'abside                

Il Retablo Maggiore

Questo grande retablo è, in sintesi, la storia della salvezza, raccontata nelle persone e nel complesso delle immagini dei profeti, dei patriarchi, dei santi e della Beata Vergine Maria. E' tuttavia una storia di peccato, di debolezza, di incredulità ma poi anche di fede e di martirio fino alla santità piena, alla fede incrollabile e alla pienezza di grazia in Maria Regina. Un simile eccezionale complesso pittorico riporta l'anno 1515 nella predella, oltre al chiaro riferimento a Giovanni Muru che eseguì quest'ultima e a Joan Cataholo che commissionò tutta l'opera. Joan fu dignitario di rilievo in quanto nel 1489 era canonico della chiesa di S. Pietro di Sorres e nel 1503 arciprete di S. Antioco di Bisarcio. Al centro dell'Ancona i grandi maestosi quadri della Nascita della Madonna in alto e la Dormitio Virginis appena sotto. A sinistra, dall'alto in basso, l'Annunciazione, il Natale, l'Adorazione dei Magi quasi a significare Dio che scende fra gli uomini; a destra in senso ascensionale la Risurrezione, l'Ascensione e la Pentecoste, quasi a significare l'azione di Dio che eleva l'uomo alla vita divina. Nel polvaloro di sinistra, dal basso in alto, si scalano: Davide, Mosè, Daniele, Amos, Gioele, Giovanni Battista e Malachia e nel polvaloro di destra, dal basso in alto, Salomone, Abramo, Zaccaria, Geremia, Isaia, Antonio di Padova e Baruc. Al centro del Retablo la statua della Madonna del Regno.

                                        

Il Retablo Minore

Anche se con un'arte di minore rilievo, è pregevole l'intento di continuare le tematiche di quello Maggiore completandolo con la narrazione della Passione di Cristo. E' messa in evidenza, al centro, la Madonna che allatta il Bambino. Lo sguardo amorevole e materno di Maria sembra nascondere al piccolo Gesù la scena della passione che lo attende.

                                                  

Affreschi: gli Apostoli e i Dottori della Chiesa

A differenza dagli altri affreschi alloggiati nelle navate laterali e risalenti al Quattrocento - Cinquecento quelli sulle colonne risalgono al Seicento. Sono una rarità perché difficilmente le colonne sono affrescate. Si tratta di 16 affreschi raffiguranti i dodici apostoli e quattro Padri della Chiesa. Partendo dall'area presbiterale a sinistra raffigurano S. Pietro, S. Andrea, S. Giacomo Minore, S. Filippo, S. Bartolomeo, S. Giacomo Maggiore, S. Gregorio Magno, S. Ambrogio; poi a destra S. Paolo, S. Matteo, S. Giovanni, S. Tommaso, S. Simone, S. Giuda Taddeo, S. Agostino e S. Girolamo. Danno alle navate centrale un aspetto orientale. L'autore ha certamente preso ispirazione dai Santi Pietro e Paolo raffigurati nel Retablo Maggiore e la loro collocazione riafferma un grande valore teologico e il senso dell'Assemblea che contiene in se stessa i santi e lo stesso Cristo.

                 

Lo stendardo processionale

E' un opera di grande valore che risale agli inizi del secolo Xll. Dal un lato è dipinta la Madonna col Bambino, dall'altro lato è dipinto il velo della Veronica col volto di Cristo a significare che chi aiuta il sofferente riporta in sé l'immagine del Cristo.

              

 

Come si arriva alla chiesa:

Da Sassari prendere la strada  per Olbia, superare il bivio per Ploaghe e la Basilica di Saccargia, proseguire fino al primo bivio per Ardara. La strada sale fino al paese di Ardara con due tornanti. All'ingresso del paese  sulla sinistra si trova la chiesa.