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Notizie e immagini sui grandi patriarchi
vegetali italiani


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Galleria  1  a cura di Alessandro Borgogno

Lazio Abruzzo Umbria
Toscana Calabria Sicilia


Lazio


L'Ulivo di Canneto
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    Fara Sabina (Rieti) - Frazione di Canneto

    Un albero davvero maestoso che secondo alcuni studiosi potrebbe avere quasi duemila anni. Stupisce, più che la grandezza, l'aspetto imponente della sua chioma rigogliosa (caso non troppo frequente per un albero della sua specie), e lo stato di salute del suo imponente tronco (circa 7 metri di circonferenza). Facilmente localizzabile (ci sono diverse indicazioni) ai margini della località Canneto nei pressi di Fara Sabina, l'albero vive in una tenuta privata dove comunque il proprietario lascia entrare i visitatori senza alcun problema. Nelle segnalazioni viene indicato come "l'ulivo più grande d'Europa". Forse in Calabria e in Puglia ce ne sono di più grandi, sicuramente questo è il più "anziano" e senz'altro uno dei più belli. Da non perdere.


Il Faggio di S. Francesco
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    Rivodutri (Rieti)

    Affascinante ed inquietante al tempo stesso, questo Faggio millenario si distingue, oltre che per l'età, per l'aspetto incredibilmente tortuoso del suo tronco e dei suoi rami. La leggenda vuole che si torcesse in questo modo così anomalo per proteggere S. Francesco da una Tempesta. Merita davvero una visita sia per il fascino della pianta che per la bellezza del luogo. E' raggiungibile seguendo una strada che parte da Rivodutri in direzione Capanno di S.Francesco e si arrampica fino alle valli di altura. La strada diventa ben presto sterrata, ma vale la pena di sopportare il momentaneo disagio. L'albero, a prima vista meno spettacolare di quanto ci si potrebbe aspettare, dopo pochi istanti rapisce il visitatore. La visione è di quelle che si ricordano.


I Castagni di Valle Malito
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    Borgorose (Rieti)

    A 50 km da Rieti, vicinissimo allo svincolo dell'Autostrada Roma-L'Aquila (uscita Valle del Salto), si trova il comune di Borgorose. Dal paese sale una strada verso la montagna sovrastante (Colle Tufo) che, poco prima di arrivare ad una piccola chiesa, apre una diramazione a destra su una sterrata. Poche centinaia di metri più avanti, si è già entrati in un paesaggio fiabesco : nel bosco che circonda la strada, fra alberi giovani frutto di tagli regolari, si distinguono parecchi castagni plurisecolari che rendono l'atmosfera del luogo davvero singolare. Alcuni esemplari sono davvero splendidi.


La Roverella di Villa Falconieri
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    Frascati (Roma)

    Facilissima da trovare, la Roverella irrompe da un cancello seicentesco della Villa Falconieri a pochissima distanza dalla piazza principale della cittadina dei castelli romani, seguendo la strada che sale verso il monte Tuscolo. Un Albero bellissimo, di proporzioni enormi e di forme armoniose, con il gigantesco tronco piegato verso il cancello ed uno dei rami che letteralmente lo attraversa per uscire sulla strada. Particolarmente affascinante la ormai indissolubile continuità fra l'opera architettonica e le forme della pianta.


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Abruzzo


La Quercia di Santa Maria in Valle
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    Magliano dei Marsi (L'Aquila)

    Ha più o meno mille anni. Alta 18 metri e dalle forme armoniose e regolari, la bellissima Roverella si trova poco dopo la frazione di Rosciolo dei marsi. La visita alla pianta è un'ottima occasione per ammirare la vicinissima chiesa (sua coetanea) di Santa Maria in Valle Porclaneta, un luogo di rara bellezza storica e artistica. Se la trovate chiusa, cercate il custode a Rosciolo.


Il Faggio di Pontone

    Villetta Barrea (L'Aquila)

    Il parco nazionale d'Abruzzo, luogo di meraviglie, è dominato dalle foreste di Faggio e questo pare che sia il Faggio più famoso del parco. Bellissimo come riescono ad essere alcuni anziani esemplari della sua specie, ha un tronco imponente formato dalla fusione di più alberi cresciuti insieme. E' raggiungibile seguendo la strada che unisce Villetta Barrea a Scanno. L'albero è molto conosciuto, troverete facilmente qualcuno a cui chiedere informazioni per identificarlo.


I Faggi della Difesa

    Pescasseroli (L'Aquila)

    Questo è un intero bosco di Faggi monumentali raggiungibile facilmente partendo da Pescasseroli (centro del Parco Nazionale d'Abruzzo) e seguendo una strada sterrata in direzione del comprensorio della Difesa. Arrivati ad una radura con un fontanile, potete fermarvi : siete circondati da piante plurisecolari.


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Umbria


Il Castagno del Sacro Speco

    Narni (Terni)

    Cresce fino alla rispettabile altezza di 20 metri nei terreni dell'eremo del Sacro speco, a circa quindici chilometri da Narni. La leggenda vuole che sia nato da un bastone piantato in terra da S. Francesco. Oltre che per l'albero, il luogo merita la visita per la bellezza della posizione e per la particolare suggestione creata dal convento Francescano.


Il Tiglio di San Bernardino
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    Todi (Perugia)

    Bellissimo albero che cresce proprio di fronte all'ingresso del convento del Monte Santo, appena fuori del centro di Todi. Dal piccolo piazzale dominato da questa maestosa pianta si gode anche una splendida vista panoramica sulla famosa cittadina umbra.


La Quercia bella di Quadro
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    Todi (Perugia)

    E' una Rovere, ed è visibile in mezzo ai campi lungo la strada che porta da Todi verso la frazione di Quadro. Le sue forme sono imponenti e, purtroppo, erano magnificamente regolari. In tempi recenti, infatti, uno dei due enormi rami laterali è crollato lasciando la pianta mutilata per quasi metà. Non siamo riusciti a sapere se ha ceduto per il peso o se è stata colpita da un fulmine. Chi avesse informazioni più precise può comunicarcele.


L'Olivo di Sant'Emiliano
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    Trevi (Perugia)

    Questo è un albero davvero singolare. Un ulivo vecchissimo che ha ormai perso tutto il cuore del suo tronco e che rimane vivo e "vegeto" grazie all'involucro esterno, scomposto in diversi tronchi disposti circolarmente. Bellissimo nelle sue forme tortuose, la circonferenza originale del tronco supera l'incredibile misura di nove metri. Si trova nel mezzo di un riquadro di terreno lungo la strada provinciale che porta da Spoleto verso la frazione di Bovara.


La Roverella di San Biagio
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    Marsciano (Perugia) - Frazione San Biagio della Valle

    Non è facile da trovare, meglio se riuscite a chiedere a qualcuno di indicarvela. Si trova presso la frazione di S.Biagio vicino Marsciano, all'interno di un bellissimo bosco di Querce. Il suo aspetto è particolare poichè una robusta liana di edera ricopre pressochè interamente il suo tronco.


Il Leccio dell'Eremo delle Carceri
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    Assisi (Perugia)

    Il luogo è assolutamente da non mancare. Si tratta del magnifico Eremo francescano detto "delle carceri" che si trova proprio sopra Assisi, lungo la strada che sale al monte Subasio in una gola naturale di notevole bellezza. In prossimità del ponticello di pietra vegeta questo albero, o meglio i suoi resti precariamente sostenuti da diverse strutture artificiali. La pianta, oltre all'età, ha altri diversi motivi di interesse, fra i quali diverse leggende francescane. Basti dire che sui rami di quest'albero pare si posassero spesso alcuni degli uccelli con i quali parlava il Santo patrono d'Italia.


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Toscana


Il Leccio delle Ripe
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    Piancastagnaio (Siena)

    Come molti alberi monumentali del nostro paese, anche questo lega la sua storia a quella di S. Francesco, che pare si riposò sotto la sua chioma. E' uno splendido Leccio dal tronco composto da più alberi. Facilmente raggiungibile, è segnalato lungo la strada principale poco fuori dal centro abitato di Piancastagnaio.


La Roverella di Le Checche
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    Pienza (Siena)

    Sicuramente il più bell'esemplare della sua specie fra tutti quelli che abbiamo visitato fino ad oggi. Nei pressi della magnifica cittadina quattrocentesca di Pienza (visita da non mancare), lungo la strada che dalla Val d'Orcia risale verso Chianciano. Impossibile confondersi : cresce a pochi metri dalla strada e la sua chioma colossale è visibile da grande distanza. Magnifico tronco, enormi rami orizzontali che si irradiano tutto intorno, fra i quali uno da solo potrebbe fare un'altro albero. Uno spettacolo davvero unico di maestosità e grazia. Visita davvero irrinunciabile.


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Calabria


I Giganti della Sila
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    Camigliatello Silano (Cosenza)

    Una riserva integrale esiste apposta per loro : si tratta di circa sessanta esemplari di Pino Laricio che definire colossali è ancora poco. Vivono tutti da almeno duecento anni e raggiungono facilmente i 40 metri di altezza. Si trovano nel territorio del Parco Nazionale della Calabria, nella zona della Sila Grande, nei pressi della località Croce di Magara. Il loro nome non è un'esagerazione: camminando in questo bosco, si ha davvero la sensazione di essere circondati da giganti.


Gli Olivi di Guarnaccia
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    Sinopoli (Reggio Calabria) - Contrada Guarnaccia

    Appena dentro il territorio del parco dell'Aspromonte, subito fuori del centro abitato di Sinopoli, ai lati della strada crescono in gran numero questi vecchissimi ulivi, dal tronco incredibilmente cavo e tortuoso. Paesaggio decisamente affascinante.


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Sicilia


Il Castagno dei Cento Cavalli
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    Sant'Alfio (Catania)

    L'albero più famoso d'Italia, facile da trovare perchè abbondantemente segnalato. Un Castagno che cresce ai piedi dell'Etna (luogo di visita obbligata) e che grazie alla fusione di diversi alberi si esibisce con una chioma davvero gigantesca e di rara perfezione di forme. Il suo nome deriva dalla leggenda che vuole Giovanna D'Aragona essersi riparata sotto la sua chioma durante un temporale, insieme ai suoi cento soldati a cavallo. Lo spettacolo del magnifico albero con lo sfondo del vulcano fumante è davvero unico.


Il Castagno di Sant'Agata

    Mascali (Catania)

    A pochissima distanza dal Castagno dei Cento Cavalli (vedi sopra) sovrasta la strada ricoprendola come un cavalcavia naturale. Le sue misure sono quasi incredibili: il tronco raggiunge i venti metri di circonferenza, la chioma un diametro di diciannove !


Le sughere di Pisciotto - Val Finocchio
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    Niscemi (Catanissetta) - località Pisciotto

    Luogo affascinante e suggestivo. Un intero bosco di vecchissime sughere (alcune enormi) dal tronco scuro e dalle forme minacciose. Sono raggiungibili seguendo la strada che porta da Niscemi verso Vittoria. Imboccate un stradina in prossimità di una riconoscibilissima palma di altezza inverosimile (le palme erano due, ora di una resta solo un mozzicone di tronco), dopo neanche cento metri inizia il bosco in questione.


Il Ficus dell'Orto Botanico
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    Palermo - Orto botanico

    Un albero incredibile, definito come il più bell'esemplare della sua specie presente in Italia. E ci si può credere : una pianta che da sola ricrea un'intera foresta. Tronco enorme, una sconfinata quantità di rami che si intrecciano in tutte le direzioni. Radici e liane che rientrano nel terreno (e nell'asfalto) quasi a creare nuovi alberi. Uno spettacolo unico. Assolutamente imperdibile.


La Yucca dell'Orto Botanico

    Palermo - Orto botanico

    Si stenta quasi a riconoscere una Yucca in questo albero dal tronco elefantiaco (il genere infatti prende il nome di elephantipes). Ha senz'altro più di duecento anni. Un angolo di deserto messicano nel cuore della città.


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Informazioni sugli Alberi monumentali d'italia sono rintracciabili su
"Guida agli alberi monumentali d'Italia"
Edizioni Abete - Lega per l'ambiente


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Un ringraziamento particolare ad Alessandro Borgogno autore della galleria 1