Attualità
Biologia
Ecologia
Medicina
Psicologia
Storia
Religione
Recensioni

 

Areopago >Ecologia

23.11.2000
La febbre del pianeta

Il riscaldamento globale sarebbe di proporzioni superiori a quelle previste

 


A quanto già si sa e si dibatte da tempo, si aggiungono le più recenti previsioni dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Gli oltre cento scienziati impegnati nello studio dell’aumento globale della temperatura e dei cambiamenti climatici a esso connessi hanno in questi giorni emesso un verdetto che, per quanto provvisorio, non lascia sperare in nulla di buono. La prima stesura del rapporto dell’IPCC, che verrà pubblicato nella versione definitiva il prossimo maggio, prospetta un quadro più grave di quello finora delineato: la temperatura globale media della Terra è destinata a salire due volte di più di quanto si era calcolato solo cinque anni fa. L’escursione ora paventata è di 6 gradi rispetto al valore del 1990. Se per caso il valore assoluto non rendesse a sufficienza l’idea del cambiamento in atto, gli scienziati ribadiscono che gli incrementi osservati da vent’anni a questa parte non hanno precedenti negli ultimi 10.000 anni e che i dieci anni più caldi del XX secolo sono concentrati negli ultimi quindici anni. Il fenomeno non è però così giovane, e la sua relazione causale con l’azione dei cosiddetti gas-serra fu ipotizzata per la prima volta nel 1896 da un chimico svedese che già intravedeva nelle attività umane sostenute dalla rivoluzione industriale un fattore di rischio da non sottovalutare. Il timore era fondato se, come riportato dall’Environmental Protection Agency americana, a partire dagli esordi dell’industrializzazione le concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica sono aumentate del 30 per cento, quelle dell’ossido di azoto del 15 e quelle del metano addirittura raddoppiate. Ironia della sorte, un fenomeno naturale che ha finora contribuito a mantenere sul pianeta le condizioni compatibili con la vita si sta trasformando in un potenziale elemento di squilibrio e di distruzione. Con un nostro cospicuo contributo.
Anche in quest’ultima analisi dell’IPCC si sostiene infatti che il riscaldamento della superficie terrestre deriva in massima parte dall’amplificazione dell’effetto-serra operato dai gas atmosferici. L’entità dell’influenza dell’attività solare sull’aumento delle temperature è invece tuttora controversa, ma alla recente conferenza sul rapporto tra cicli solari e clima, sponsorizzata dalla European Space Agency e dall’Unione Europea, si è affermato che, per quanto l’interazione tra la causa naturale e quella antropogenica sia complessa, attualmente gli effetti delle attività umane si stanno intensificando e stanno assumendo un ruolo preminente.
E mentre la questione si presta a essere vagliata ancora a lungo da sempre più precisi modelli matematici, i ghiacci polari continuano a sciogliersi, i livelli oceanici a salire, gli eventi atmosferici estremi a farsi più frequenti. A testimoniare che il clima non resta in attesa della teoria più giusta, le inondazioni del nord-est dell’India, della Cina, del Brasile, della Russia e del Mozambico.

Monica Oldani

© 1999 - 2000 Le Scienze S.p.A

Areopago >Ecologia