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Quando ai pontefici piaceva l'Aldilà
Come è cambiata la predicazione della Chiesa
di ALBERTO ARBASINO
Quando si era bambini, tutti i predicatori sostenevano che la nostra religione si basa
su una tragedia: il commovente dramma del Calvario. Altro che le divertenti "risate
degli Dei". E insistevano, con visi di circostanza: oltre alla Passione e alla
Crocefissione del Figliuolo, Dio Padre ama il martirio e i dolori e i sacrifici dei santi,
dei beati, dei fedeli, dei credenti. Né lui né la Madonna né i Santi gradiscono le
canzonette della radio, le facezie dei comici, gli spettacoli di varietà.
Questi, semmai, appartenevano all'ameno show business pagano (e abominevole) di Giove e
Apollo e Venere e Bacco, alle coreografie con le Grazie e le Muse e le Ninfe, alle balere
con valzer lento e fox-trot. Ma nemmeno alla Maddalena dovevano ormai piacere le
orchestrine e i ballabili. Figurarsi poi a San Pietro, a San Paolo, ai vari San Giovanni.
E lo Spirito Santo non era famoso per le sue battute di spirito.
Eppure Pio XI e Pio XII e Giovanni XXIII e Paolo VI erano contemporanei di grandi talenti
spettacolari come Frank Sinatra e Louis Armstrong, il Quartetto Cetra e il Trio Lescano,
l'inarrivabile Wanda Osiris e l'intramontabile Totò. Però non li invitavano, non li
imitavano, non li seguivano. Neanche la somma Edith Piaf.
Prima della cultura dei presidenti-attori alla Reagan e dei demagoghi-fantasisti alla
Haider, tutto quell'"entertainment" da presentatori e vallette era piuttosto
scoraggiato nei paraggi dell'Addolorata e del Crocifisso. Sconsigliati anche i più
strazianti tanghi argentini. Si puntava soprattutto su Maria Goretti. Ricordate?
Si sottovalutavano le frivolezze terrene, si condannavano le "pompe" di questo
"basso mondo". Si sopravvalutava piuttosto l'Eternità, nell'Aldilà. Come ai
tempi di Dante e dei profeti più visionari per gli "effetti speciali"
apocalittici e punitivi. Le profezie e le prediche insistevano parecchio sul Paradiso e
l'Inferno, e addirittura sul Purgatorio! Si discorreva del Giudizio Universale con
ossessioni e pedanterie financo eccessive. (E presto smantellate, infatti). Vivendo nel
culto del Santo Padre, si prometteva ai più buoni - se proprio si comportavano benissimo,
e offrivano tanti dolori alla Madonna - tutta una vita eterna in presenza dei Papi Ratti,
Pacelli, Roncalli, Montini, con grandi cardinali come Siri e Schuster, Tisserant e
Agagianian. In un empireo di angeli e arcangeli e cherubini e serafini tutti intenti a
suonare le arpe angeliche. Fino alla Resurrezione?
E queste non sono ubbie né nostalgie, anche se adesso magari lo sembrano: è mera
documentazione di memoria storica. Tutti i religiosi e le religiose pregavano e
predicavano in tal senso, infatti.
Poi, per qualche anno, si diffusero dubbi sull'esistenza dell'Aldilà e dell'Eternità:
sono una metafora... sono una poetica... sono un placebo per i sofferenti... sono
un'esclusiva per le anime elette... Varie proposte e discussioni: l'Inferno c'è ma è
vuoto, all'Inferno ci va solo chi ci crede, l'Inferno è un' invenzione decorativa o
politica, per dipingere affreschi e intimorire le masse. Però, ragazzi, ha fatto il suo
tempo: come le Crociate e le maledizioni ai Giudei, come la sedia gestatoria e i flabelli
di piume nelle cerimonie papali. Qualche pontefice in crisi sempre più flebilmente
mormorava: si sente ancora Satana in giro fra noi. Ma "Belzebù" era ormai solo
un cliché giornalistico; e Mefistofele non usciva dai teatri d'opera.
In una moda culturale oggi così diversa, quindi, sarà morale trasmettere ai giovani il
messaggio che ci fu impartito nella più verde età, cioè la promessa di un Aldilà con
tutti i papi del Novecento e arpe incessanti, angeliche? Ad Inferno e Paradiso e
Purgatorio probabilmente unificati, se esistono ancora? Magari simili a una
"convention" americana con interventi rock, a una spiaggia italiana a
Ferragosto, a una platea planetaria per il "Grande Fratello"? Con prevalenza
forse di Nietzsche (il superuomo, la volontà di potenza, l'eterno ritorno...) sopra
l'Apocalisse di San Giovanni e la Divina Commedia dell'Alighieri?
Ma chi si permetterà ancora di discorrere di valli di lacrime o corone di spine o amari
calici, in questa beata New Age?
http://www.repubblica.it/quotidiano/repubblica/20000827/cultura/34arb.html