Conversioni. Michel Camdessus
come Paolo di Tarso?
Da direttore del cattivissimo Fondo monetario
internazionale a membro vaticano di Giustizia e Pace. Polemiche (e silenzi)
su una nomina choc
di Sandro Magister
La notizia è passata quasi senza rumore. Ma ha avuto nei
circoli finanziari che contano un doppio seguito polemico. Riassumiamo.
La notizia è la nomina a membro del Pontificio consiglio della Giustia e della Pace di
Michel Camdessus, direttore generale del Fondo monetario internazionale dal 1987 al 2000.
Attenzione, non a consulente, ma a membro a pieno titolo, al pari di cardinali e vescovi.
Che Camdesuss, francese, fosse cattolico fervente, si sapeva. Come si sa che lo sono il
governatore della Banca dItalia, Antonio Fazio, e lex governatore della
Bundesbank, Hans Tietmeyer: anchessi con forti legami in Vaticano. Camdessus è
anche lettore appassionato del filosofo Jacques Maritain e dello scienziato teologo Pierre
Teilhard de Chardin. Inoltre è tra gli esperti che hanno contribuito alla stesura dellenciclica
di Giovanni Paolo II Centesimus Annus.
Ma Camdessus ha impersonato, per tredici anni, il Fondo monetario. Ossia lentità
più turpe dellimmaginario cattolico: accusata dessere la massima responsabile
degli squilibrii umani del pianeta e di affamare il sud del mondo. Cera quindi da
attendersi un coro di furenti proteste da parte dei cattolici progressisti, alla notizia
della sua nomina a membro di Giustizia e Pace.
Invece tutti zitti. A tirare una micidiale frecciata contro Camdessus è stato chi meno si
aspettava: il Wall Street Journal, la bibbia
del liberismo. In un editoriale di metà agosto intitolato con ironia Camdessus di
Tarso, il quotidiano di New York così ha esordito: «Forse le croste sono cadute
dai suoi occhi. Un uomo spende molti anni della sua vita a manovrare lalta finanza,
col principale effetto di favorire il ricco a spese del povero. Finché un giorno si trova
atterrato dal suo (alto) cavallo. Per un po sparisce dalla vista, ma solo per
ricomparire come un uomo convertito. Che si unisce a Bono, la rock star, a papa Giovanni
Paolo II e ad altri notabili eccellenti per liberare il povero dal fardello del debito che
lui stesso aveva contribuito a caricargli addosso».
Sulla cancellazione del debito, leditoriale del Wall Street Journal
prosegue esponendo le proprie posizioni. Ma non è questo il punto. Sono interessanti,
piuttosto, le reazioni dellentourage del convertito Camdessus. Alleditoriale
hanno replicato due pezzi grossissimi del Fmi, lolandese Frits van Beek e lindiano
P.R.Narvekar. Per difendere la politica del Fmi? Macché. Per testimoniare invece la
cattolicità a 24 carati dellex direttore, «instillatagli dalla sua stessa
famiglia», le sue letture teologiche, i buonissimi rapporti dantica data con
Giovanni Paolo II e la Conferenza dei vescovi dellAmerica latina. Per cui «pochi
come lui a livello mondiale hanno fatto tanto per i diseredati»...
E i cattolici impegnati? Di nuovo zitti. Forse che anche loro, come Camdessus, spariscono
per un po per poi ricomparire convertiti? Forse che anche dai loro occhi sta cadendo
qualche crosta, nel giudicare quella triade di mostri planetari pregiudizialmente
identificati nel Fmi, nella Banca mondiale e nelle multinazionali?
(28.08.2000)
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