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Riflessioni: Il manifesto destino degli USA : la distruzione totale
Da molti anni io porto la convinzione che gli USA sono destinati, non
alla
sconfitta : alla obliterazione. Se noi analizziamo la storia americana,
ma
depurata della falsa retorica con cui ce la presentano, e se penetriamo
in
profondità nella loro psicologia, allora capiamo come gli americani
sin dall
inizio hanno impostato il loro rapporto col resto del mondo :
essi vogliono
essere o padroni o niente. E con niente - sia pure a livello inconscio,
che
comunque non è meno influente - intendono che preferiscono non
esserci più,
scomparire, anche essere sterminati : aut Caesar aut nihil.
Si vede dalle loro guerre. Innanzitutto dalla frequenza
: da quando sono
indipendenti gli USA sono sempre stati in guerra ! Un caso singolare,
che lo
storico inglese William Blum ha studiato appositamente arrivando a
calcolare, fra i minori e le guerre mondiali, ben 168 interventi bellici
all
estero degli americani dalla Pace di Parigi del 1783 sino al 1945,
per la
media circa esatta di uno allanno. Interventi che hanno riguardato
praticamente tutti i Paesi che esistevano : Gran Bretagna, Francia,
Italia,
Germania, Austria-Ungheria, Spagna, Grecia, Russia, Libia, Algeria,
Marocco,
Egitto, Abissinia, Angola portoghese, Siria, Turchia, Cina, Formosa,
Sumatra, Giappone, Corea, Samoa, Isole Figi, Isole Hawaii, Isole Marchesi,
Filippine, Messico, Nicaragua, Honduras, Guatemala, Panama, Cuba, Haiti,
Repubblica Dominicana, Brasile, Cile, Argentina, Isole Malvinas, Perù,
Paraguay, Uruguay, Colombia.
E si è sempre trattato di aggressioni degli USA
nei riguardi di terzi, mai
viceversa. Anche nella seconda guerra mondiale gli USA furono gli
aggressori, perché lattacco giapponese fu da loro intenzionalmente
provocato, e quando concretatosi a Pearl Harbor anche agevolato. Alcuni
Paesi furono aggrediti più volte, con un accanimento si direbbe
diabolico.
Il caso della Cina è clamoroso : fra il 1843 e il 1941 fu aggredita
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volte, una ogni quattro anni e mezzo ! Le aggressioni avvennero negli
anni
1843, 1854, 1855, 1856, 1859, 1866, 1894-1895, 1898-1899, 1900, 1911,
1912,
1912-1941, 1916, 1917, 1920, 1922-1923, 1924, 1925, 1926, 1927, 1932,
1934.
Caso clamoroso ma non isolato : il Messico fu aggredito 14 volte ( 1806,
1806-1810, 1836, 1842, 1844, 1846-1848, 1859, 1866, 1870, 1873, 1876,
1913,
1914-1917, 1918-1919 ; nel Messico cè un detto : Povero
Messico, così
lontano da Dio e così vicino agli Stati Uniti ! ), il Nicaragua
12 ( 1853,
1854, 1857, 1867, 1894, 1896, 1898, 1899, 1910, 1912-1925, 1926, 1933
), la
Spagna 9 ( 1810, 1812, 1813, 1814, 1816, 1816-1818, 1817, 1824, 1898
),
Panama 9 ( 1856, 1865, 1885, 1903-1914, 1904, 1912, 1918-1920, 1921,
1925 ),
Cuba 8 ( 1822, 1823, 1824, 1825, 1906-1909, 1912, 1917-1922, 1933 ),
l
Honduras 7 ( 1903, 1907, 1911, 1912, 1919, 1924, 1925 ), il Giappone
6
1853-1854, 1863, 1864, 1868, 1941-1945 ), la Colombia 6 ( 1860, 1868,
1873,
1895, 1901, 1902 ), la Turchia 5 ( 1851, 1858-1859, 1912, 1919-1922
), la
Corea 4 ( 1871, 1888, 1894-1896, 1904-1905 ), altri 3 e 2 ; non molti
sono i
Paesi attaccati solo una volta ( come lItalia, 1941-1945 ).
Dopo il 1945 nessuno ha fatto statistiche che io sappia,
ma il ritmo degli
interventi armati americani allestero dovrebbe essere addirittura
aumentato, visto che ci sono stati la guerra di Corea, del Vietnam,
le
invasioni della Repubblica Dominicana, di Haiti, i bombardamenti dal
mare a
Timor Est e in Palestina, dallaria sulla Libia, lo sbarco a Grenada,
l
assalto a Panama, la guerra in Somalia, allIraq, alla Serbia,
certo altro
che ora non ricordo e poi le miriadi di azioni di counterinsurgency
dei
Green Berets, della Delta Force, dei Marines, eccetera. E ancora, neanche
a
chiederselo, si è sempre trattato di aggressioni, che qualche
volta hanno
ricolpito i già pluricolpiti, come la Cina ( inviati 100.000
soldati nella
guerra civile cinese, 1945-1949 ), la Corea, la Repubblica Dominicana,
il
Guatemala, Panama, altri.
Quindi è da considerare il modo in cui gli americani
hanno sempre condotto
queste guerre, cioè queste aggressioni : sempre facendo stragi
di civili.
Cominciarono con gli indiani, ridotti dai 5 o addirittura 10 milioni
del
1630 ai 250.000 del censimento del 1900 a forza di massacri negli
accampamenti e di epidemie di vaiolo e di carestie artatamente provocate
;
continuarono poi con i bombardamenti - spesso preventivi e dimostrativi,
sempre improvvisi e notturni e quindi sempre oltremodo sanguinosi -
eseguiti
da navi ( dalle " cannoniere " ) su città costiere
o fluviali del " nemico
", in America Latina, in Asia, nellAfrica mediterranea ;
e quindi
arrivarono negli anni Venti a ideare una strategia di guerra basata
quasi
esclusivamente sulle stragi di civili, per portare i governi nemici
alla
resa con la minaccia del genocidio : in base ad essa furono eseguiti
i
bombardamenti a tappeto della seconda guerra mondiale, che fecero 2
milioni
di morti in Giappone e 1 milione in Europa ; della guerra di Corea,
che
fecero 4 milioni di morti ; della guerra del Vietnam, che fra Vietnam,
Laos
e Cambogia fecero 6 milioni di morti ( secondo il governo vietnamita,
mentre
quello USA ne ammette ufficialmente 3 milioni ; non so perché
qualcuno in
Italia insiste nel dire che i morti in quella guerra furono 1,5 milioni
: è
più realista del re ) ; e in base ad essa furono compiuti i bombardamenti
aerei " intelligenti " dellIraq nel 1991, esitati in
300.000 morti, e della
Serbia nel 1999 ( 5.000 morti ), e quello terrestre con mortai del quartiere
di El Chorrillo a Panama City nel 1989, esitato in 4.000 residenti
sbudellati.
Cosa significano tutte queste guerre e tutti questi sistemi
? Che gli USA
vogliono qualcosa dal mondo - evidentemente, dato che li conosciamo,
sottometterlo allo scopo di sfruttamento - e che per ottenere tale scopo
essi hanno ingaggiato con lui una sfida mortale, allultimo sangue,
dove non
è prevista la resa ma solo la morte dello sconfitto. Pensiamoci
: ogni volta
sono stati sterminati civili, qualche volta in numeri apocalittici,
incredibili, mai sentiti prima nella storia. Il resto dellumanità,
ogni
volta sempre meno distratta, vedeva, disapprovava, ricordava. Nel contempo,
rifiutava gli americani come padroni : sapeva che non volevano governare
ma
solo sfruttare, e li disprezzava come uomini, giusto dei bottegai e
dei
pagliacci, ma cattivi. Non si può continuare troppo a lungo su
una strada
del genere. Gli americani lo sapevano, e certamente immaginavano che
sarebbe
arrivato il momento in cui questa umanità si sarebbe sentita
direttamente
minacciata, facendo scattare il suo supremo e sommario istinto di
conservazione. Avrebbero potuto fermarsi. Avrebbero potuto rientrare
nella
norma, fare le loro guerre come erano sempre state fatte da tutti, con
accanimento e ferocia anche, ma accettando delle regole, dei limiti
da non
superare a costo di accettare una sconfitta.
Ma non lo fecero. Essi decisero che si sarebbero impossessati
del mondo,
altrimenti avrebbero preferito non esistere : o padroni o morti. Il
punto di
non ritorno per entrambi probabilmente è stata la seconda guerra
mondiale,
con quelle stragi di civili così iperboliche e così concentrate
; se ci si
vuole mettere una data, potrebbe essere il 9 agosto 1945, quando fu
gettata
la seconda bomba atomica, quella su Nagasaki. Da allora gli americani
non
possono più perdere ; possono impattare, ritirarsi come fatto
in Vietnam
dopo però aver fatto 6 milioni di morti, ricordiamo ), ma non
capitolare :
non verrebbero accettati come sconfitti, perché è ormai
stabilito da
entrambe le parti che la lotta è allultimo sangue, senza
prigionieri.
Arrivato il momento il mondo troverà i suoi modi e i suoi protagonisti
per
ottenere il risultato e per presentarlo come legittimo e inevitabile
nonostante la dimensione. Non sarebbe la prima volta, neanche per la
dimensione se facciamo le tare ai tempi.
Per questo io sono convinto che gli USA sono destinati
alla obliterazione.
Il mondo - tranne la sua piccola frazione dellEuropa Occidentale
- non li
vuole per suoi padroni mentre loro hanno impostato una lotta allultimo
sangue : saranno distrutti. Cadranno la prima volta, come tutti sono
caduti,
e sarà lultima. Io penso che addirittura questo momento
potrebbe non essere
tanto lontano, che lo potremmo anche vedere. Lattacco dell11
settembre
scorso ha mostrato come gli USA non siano affatto invulnerabili, come
possano subire colpi che li paralizzano. Certo, non cadranno per le
azioni
di organizzazioni clandestine, ma una Potenza sotto attacco americano
potrebbe trarre degli spunti per decidersi a reagire come da lungo tempo
doveva fare.
Dobbiamo piangere per gli americani ? Io posso dire che
il popolo americano
ha sempre capito il reale senso delle azioni compiute allestero
dal suo
governo, al di là delle false motivazioni e giustificazioni sempre
messe
avanti da questo. Capiva che i bombardamenti a tappeto nella seconda
guerra
mondiale erano per uccidere civili e non per danneggiare fabbriche ma,
se
serviva per vincere andava bene. Capiva che le due atomiche venivano
gettate
a Giappone già arreso ma, se Truman faceva così voleva
dire che conveniva.
Capiva a suo tempo che le migliaia di " ribelli comunisti "
uccisi dai
Berretti Verdi in Guatemala erano solo contadini in sciopero contro
una
Multinazionale statunitense della frutta ma, così le banane costavano
meno,
20 cents per pound invece che 25. Capiva che lIraq in Kuwait era
a casa sua
ma, negli USA sarebbe aumentata la benzina e allora anche sterminare
gli
iracheni andava bene.
Capiva sempre tutto questo popolo, capiva anche le implicite
e logiche
conseguenze di quelle azioni, cioè quanto sopra spiegato. Anche
se ha sempre
rimosso dalla coscienza tali fastidiose nozioni, relegandole nel subconscio,
dove la loro presenza era rivelata da un eccessivo, maniacale bisogno
di
sicurezza militare, così patologico che difatti neanche la scomparsa
dell
URSS ha mitigato, anzi : ora si vuole lo Scudo Stellare.
Io penso che dobbiamo piangere per noi stessi. Probabilmente
il disastro
americano coinvolgerà un po tutti al mondo, ma quasi sicuramente
sarà
micidiale per lEuropa Occidentale, che le relative elite economiche
hanno
troppo legato agli USA, questo cadavere che cammina. Bisognerebbe ribaltarle
ma, siamo capaci ? No, e forse allora anche il nostro è un destino
che si
deve compiere.
John Kleeves
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