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VENTI SECOLI DI PAPATO


 

Sangue sparso

 

Innocenzo III° sedeva sul trono, con un miscuglio di eccitazione e collera. Di fronte a lui stava un segretario con un bianco abito cistercense in mano, perforato da parte a parte e inzuppato di sangue secco. "Ecco, Santità, questo è l'abito di Fratel Pietro di Castelnau." Il Papa corresse con gravità:"San Pietro di Castelnau".

Il 10 marzo 1208 , canonizzando fratel Pietro, Innocenzo emanò anche la sua Bolla di Anatema contro gli eretici della Linguadoca. Alzandosi dal suo trono egli intonò:"Morte agli eretici".

 

Naturalmente le cose non erano così semplici. La morte di fratel Pietro era solo un pretesto. L'eresia era fiorita per oltre un secolo nella bellissima Linguadoca, tra il Rodano e le montagne, e Innocenzo sapeva benissimo che l'eresia dei Catari e degli Albigesi aveva come unica origine la spaventosa corruzione del clero. Egli scrisse persino di sua propria mano :" In tutta questa regione i prelati sono fonte di irrisione e riso per i laici. Ma l'origine del Male risiede nell'arcivescovo di Narbonne. L'uomo non conosce altro dio che il denaro ed ha un portafogli (borsa) al posto del cuore. Nei dieci anni in cui ha retto la carica (di arcivescovo) non ha visitato una sola volta la sua diocesi...dove tutti possono osservare preti e monaci che hanno gettato alle ortiche i loro abiti, hanno preso mogli ed amanti e vivono di usura".

Fonti dell'epoca confermano che in Linguadoca, come in molti altri luoghi, preti e vescovi vivevano come puttanieri. Giocavano d'azzardo, andavano a donne, scomunicavano a piacimento chi li guardava storto, non dicevano messa, chiedevano un prezzo per tutto, dalle ordinazioni sacerdotali alle dispense matrimoniali e cancellavano a piacere le disposizioni testamentarie, appropriandosi dei beni del defunto.

 


I perfecti Albigesi erano invece uomini e donne casti e morigerati che evitavano i piaceri terreni ed ai quali era attribuita una grande autorità morale. Essi negavano i dogmi ed i sacramenti della Santa Chiesa, disprezzavano il clero e chiamavano Roma "La Puttana di Babilonia" ed i suoi vescovi "Gli Anticristi" . Sembra che predicassero una forma di dualismo nel quale il Dio del Vecchio Testamento era responsabile del male e della terrena corruzione mentre Gesù era il Dio del mondo dello spirito. Questa era una delle ragioni per cui disprezzavano icone ed immagini sacre, reliquie e la stessa croce, immagine della morte terrena. Corpo e sesso erano fonte di male e persino l'avere figli non era giusto in quanto avrebbe prodotto altri "terreni" esseri viventi. Non sembra però che vi fossero atteggiamenti costrittivi nei confronti di chi non riusciva ad adeguarsi ai loro standard morali ed erano ospitali e comprensivi verso i presunti "peccatori". Non risulta facilissimo interpretare correttamente le loro dottrine in quanto non è rimasta documentazione se non in misura ridotta e casuale.

Innocenzo ordinò di esibire l'abito di fratel Pietro in ogni chiesa della Linguadoca al fine di promuovere una nuova crociata. E questa volta non contro i Turchi ma contro altri cristiani che si limitavano a negare la Sua autorità.

 

Sino dal 1096, guidate dalla follia di Pietro L'Eremita (d'Amiens) e Walter il Penniless, le crociate avevano scatenato enormi entusiasmi. La prima , originariamente formata da contadini, donne, bambini e scalzacani, era terminata (nella sua fase prodromica) , dopo un assurdo viaggio attraverso Ungheria ed Iugoslavia, in uno spaventoso massacro sul Bosforo. Lì, il 21 ottobre, questa banda di fanatici derelitti era stata fatta a pezzi dai Turchi. Quando, nell'estate successiva, arrivarono i cavalieri cristiani, tedeschi e francesi (che partecipavano alla crociata "regolare"), trovarono soltanto enormi montagne di cadaveri disseccati, che i Francesi usarono, mischiandoli con il fango, per costruire le prime mura delle proprie fortezze in Terrasanta.

 

Naturalmente quel maniaco bastardo di Pietro l'Eremita fu uno dei pochi a sopravvivere.

Era un epoca di assoluta follia, almeno secondo i nostri criteri. In questo periodo si succedettero, oltre alle crociate, per così dire, "storiche" o regolari, le diverse crociate dette dei "bambini", che produssero, 30.000 morti e/o schiavi, tra bambini e donne e disgraziati, ma nessuna pazzia poteva comunque eguagliare o superare quella del papa.

Vero è che Innocenzo aveva già provato a liberarsi degli Albigesi con sistemi meno cruenti. Aveva spedito in Linguadoca Domenico, che avrebbe poi fondato l'ordine domenicano (fantastico serial killer nel corso di tutto il periodo dell'Inquisizione), ma il frate era tornato dicendo:"Li ho pregati piangendo, Santità, ma dove la preghiera ha fallito un grosso bastone potrebbe ottenere risultati".

Innocenzo aveva poi inviato Pietro e fratel Raoul. Pietro aveva accusato Raimondo, Conte di Tolosa, di nascondere e proteggere gli eretici, ed, dopo averlo scomunicato, era stato ammazzato da un suo cavaliere.

La crociata di Innocenzo costituisce una terribile macchia per la Chiesa. Il Pontefice diresse od organizzò scientificamente una guerra contro cristiani in una terra cristiana, dove era virtualmente impossibile separare gli ortodossi dagli eretici. Per questo, in assoluto contrasto con le parabole di Gesù, si decise di bruciare insieme il grano e le erbacce.

 


Scusate la digressione:

La violenza nella nostra tradizione non ha caratteristiche di costanza. All'inizio la Chiesa favoriva un profondo sentimento di santificazione della vita umana. Spargere sangue era sempre un gravissimo peccato e questo produsse sia i martiri dei primi due secoli sia il rifiuto assoluto di partecipare ad operazioni militari da parte dei primi cristiani (ciò che li rendeva cattivi cittadini per gli Imperatori romani). Le cose cambiarono decisamente con Costantino. Dopo di lui Leone il Grande (440-61) ebbe parole di grande stima verso l'imperatore per aver torturato ed ucciso eretici e persino Augustino (teologo sulla cui opera si fonda gran parte della costruzione teorica ecclesiastica) , pur non approvando tortura ed omicidio, sostiene che con gli eretici tre o quattro buone bastonate possono essere utili a mostrare la strada giusta. Mentre nel 177 non c'era un solo soldato cristiano, nel 416 (editto di Teodosio) soltanto i cristiani potevano arruolarsi. Malgrado questo non sembra che in quelle che vengono chiamate "epoche oscure" ci siano mai stati episodi clamorosi, almeno sino ai primi contatti con l'Islam, che invase antiche contrade cristiane come Africa, Asia e Spagna, proclamando un paradiso straordinario ed un inferno orribile.. Maometto era stato capo di stato, comandante militare, giudice e , nella sua fede, il paradiso era destinato a coloro che morivano per Allah. Una goccia di sangue sparsa in guerra era meglio di mille preghiere ed il paradiso era pieno di magnifiche ragazze che si dovevano occupare di te. L'urto con questa tradizione modificò profondamente gli ideali cristiani. Ora l'insegna da seguire non era più il monaco ascetico e pacifico ma il guerriero con la spada grondante sangue. La garanzia di paradiso per il guerriero morente era passata dall'Islam alla Cristianità così come il concetto di Jihad, la cosiddetta Guerra Santa. Quando avversari diciamo così "tradizionali" come gli infedeli non erano disponibili, si cominciò a cercarli nelle zone più prossime e lungo la strada verso la Terra Santa e chi meglio dei giudei (dei quali Giovanni Crisostomo scrisse nel quarto secolo "Odio gli ebrei. Nessun perdono è possibile per gli odiosi assassini di nostro signore ed anche Dio odia gli ebrei e li ha sempre odiati" ) poteva rappresentare un buon obiettivo, fonte di gloria e di indulgenze. Nel 1096 (prima crociata) i soldati Crociati sterminarono prima la metà degli ebrei di Worms ed uccisero poi l'altra metà che si era rifugiata nella residenza del vecovo (che li lasciò in balia dei santi crociati). La stessa cosa si ripetè in tutta la Germania ed in seguito anche in Francia. Ormai la carneficina era diventata la religione ufficiale della Chiesa ed il fine (di eradicare col sangue l'eresia) giustificava l'utilizzo di qualsiasi mezzo.

 


Ma riprendiamo la nostra storia di strage.

Filippo di Francia si rifiutò di guidare la Crociata degli Albigesi (l'azione contro Raimondo IV° di Tolosa avrebbe potuto creargli difficoltà con i nobili) e così Innocenzo III° nominò suo comandante in capo il suo legato, Arnaldo-Amalric, generale cistercense di Citeaux.

Alla chiamata alle armi rispose gente di tutte le risme, dai cavalieri, ai contadini ed ai mercenari Fu decretata una speciale "indulgenza" per il periodo di ferma previsto (quaranta giorni) e terra a disposizione in Linguadoca (il che fa pensare che la carneficina era stata deliberatamente programmata e preordinata dal pontefice).

La truppa era composta da 200.000 fanti ed almeno 20.000 cavalieri, tra cui c'erano nobili, duchi e conti. Era presente anche Raimondo di Tolosa che, saggiamente, aveva fatto pace con la Chiesa una settimana prima, presentandosi seminudo come un penitente alle porte della cattedrale di Saint-Gilles e giurando la sua fedeltà sulle sacre reliquie.

I cristiani marciarono su Béziers , il cui assedio cominciò il 22 di luglio (giorno propizio in quanto festa di Maria Maddalena ?).

Amalric chiese ai cittadini di consegnare i due o trecento eretici che abitavano in città, così da essere risparmiati, ma gli abitanti decisero di non consegnare alcuno e di resistere.

Per una stupida azione di disturbo compiuta da giovani del posto, la roccaforte che avrebbe potuto resistere per mesi, cedette all'attacco dei mercenari.

Questo è il momento della famosa frase di Arnaldo-Amalric : "Uccideteli tutti; Il Signore riconoscerà i suoi!"

La strage fu spaventosa. Vennero uccisi tutti, donne e bambini, per strada e nelle chiese (cattoliche), cristiani ed albigesi. Nella chiesa di Maria Maddalena, nel corso della carneficina cadde a terra il calice contenente ostie e vino, così il sangue di Cristo si mischiò con quello del popolo di Béziers. Della città non restarono che rovine.

Nella relazione di Arnaldo al Pontefice sta scritto:"Oggi, Vostra Santità, sono stati passati a fil di spada ventimila cittadini, senza riguardo all'età o al sesso.". In quella che è stata storicamente la più terribile persecuzione contro i cristiani, sotto l'Imperatore Diocleziano, si calcola siano morti circa duemila cristiani. Nella sua prima operazione di "pulizia", Innocenzo III° ne aveva ammazzati dieci volte tanti.

A Carcassonne, conquistata con l'inganno mentre i capi della città trattavano una tregua, i cittadini vennero lasciati liberi, nudi, con l'obbligo di non farsi mai più rivedere, pena la morte. Il loro salvacondotto era per un solo giorno e recitava che erano liberi ma dovevano andarsene:"...completamente nudi, fatti salvi i peccati che si portavano addosso".

Sempre a Carcassonne il legato pontificio nominò Simone de Montfort (in seguito citato sia in relazione ai Templari, sia in relazione al Priorato di Sion) come incaricato di risolvere la faccenda. Questi, nel 1210 a Bram, non uccise nessuno con la scusa che i morti sono pessimi messaggeri. Strappò però naso e occhi a tutti gli abitanti. Ad un solo cittadino venne lasciato un occhio perché facesse da guida agli altri fino a Cabaret per spaventare gli altri albigesi.

Di cittadina in cittadina vennero bruciati tutti i "perfecti" e, secondo quanto scritto al Pontefice da Vaux de Cernay, "cum ingenti gaudio combusserunt" (li bruciarono con immensa gioia).

 

 

De Monfort ed Innocenzo III° morirono entrambi nel 1216, un anno dopo il 4° concilio Laterano, ma la crociata ebbe materialmente termine solo nel 1126, dopo diciotto anni di stragi nelle quali morirono in centinaia di migliaia e solamente per "disobbedienza al pontefice". La Linguadoca venne ridotta terra rasata e tutte le antiche tradizioni locali andarono irrimediabilmente perdute, ma in realtà Innocenzo, che non riusciva a comprendere l'incongruenza tra la piccola eresia prodotta dalla disobbedienza e dal disprezzo verso un uomo, fosse pure il papa, e la rinuncia pratica al Discorso della Montagna portata a compimento definitivo con "terapia" dell'eradicazione sanguinosa e la creazione dell'Inquisizione.



http://web.infinito.it/utenti/c/capurromrc/papato11.html

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