Ipersostentatori: Flap e Slat

 

L'esigenza di limitare la lunghezza delle piste unita alla maggior sicurezza nell'effettuare manovre come il decollo e l'atterraggio, fan si che si cerchi di progettare velivoli che in tali fasi di volo abbiano una velocità rispetto al suolo piuttosto bassa. Ovviamente questa diminuzione di velocità influenza in maniera netta la portanza, ossia il velivolo perderebbe gran parte della sua capacità di mantenersi in aria o di staccarsi da terra, tanto più che aumentando l'incidenza si andrebbe rapidamente incontro al fenomeno dello stallo.

Coefficiente di portanza per profilo alare a 4 elementi: a =15°, deflessione flap=25°, slat=-25°

airf_press.jpg (7706 byte)

Non volendo intervenire su fattori come diminuzione di peso e aumento della superficie alare, che, seppur favorevoli al sostentamento, provocherebbero l'uno una riduzione di carico pagante e l'altro un calo di prestazioni (ad esempio in termini di consumi), si ragiona sulla forma del profilo tale da garantire una portanza di tutto rispetto in queste situazioni.

E' essenzialmente da questa problematica che nascono gli ipersostentatori: superfici, o meglio appendici alari, mobili contenute normalmente nel profilo alare, ma che si aprono in condizioni di bassa velocità generando sufficiente portanza ed allontanando lo stallo.

Gli ipersostentatori si dividono in Flap e Slat.

  FLAP

  • zapflap.jpg (1568 byte)                         plainflap.jpg (3568 byte)

  •  

    o superfici di bordo d'uscita, producono in primo luogo un aumento di curvatura del profilo (plain flap), generando così maggior portanza. Essi costituiscono il bordo d'uscita del profilo in condizioni normali, ma vengono ruotati verso il basso man mano che la velocità decresce, modificando così l'ala dal punto di vista aerodinamico.

     

    Su aerei più pesanti vengono solitamente utilizzati slotted flap o flap con più slot (fessure), i quali, oltre all'aumento di curvatura, hanno almeno altri due effetti importanti:

    altriflap.jpg (3776 byte)                      slottedflap.jpg (9298 byte)

    - oltre a ruotare si allontanano dall'ala allungandone il profilo,

    - danno luogo a delle aperture tra dorso e ventre attraverso le quali fluisce aria verso la parte superiore del profilo, proprio lì dove il flusso sta quasi per distaccarsi, energizzando tale zona ed allontanando lo stallo.

     

     

     

    Andover C. Mk1: flap e aletta compensatrice in posizione di atterraggio STOL

    flap_mk1.jpg (8495 byte)

      SLAT

     

    o superfici di bordo d'attacco, accompagnano con la loro forma del linee di corrente che stanno per investire il profilo.

    flussoslat.jpg (6577 byte)                     altriflap2.jpg (2721 byte)

    extenslat.jpg (1505 byte)

    Anche l'apertura dello slat crea una fessura che fa entrare aria nella regione anteriore del dorso del profilo, ma, a differenza del flap, non ha tanto lo scopo di energizzare , quanto di modificare l'andamento della pressione sul dorso, riducendo l'espansione che si forma in quella regione e posticipando la separazione: con lo slat si ha un'importante aumento dell'incidenza critica (a *), cioè si allontana il punto di stallo.

    Distribuzione di pressione su un profilo con slat al bordo d'attacco

    slatpressure.jpg (17272 byte)

    Effetto dello slat sul coefficiente di portanza

     

    risultati.jpg (12054 byte)

     

    altriflap3.jpg (3139 byte)                      ibf.jpg (7447 byte)

    Un altra tipologia di ipersostentazione si basa semplicemente sul principio di soffiamento (blowing) o aspirazione (suction) di aria sul bordo del profilo, controllando così lo strato limite. Il sistema IBF (Internally Blown Flap), ad esempio, consiste nel soffiare ad alta velocità dentro lo strato limite un sottilissimo getto d'aria attraverso una fessura parallela alla parete. Si posticipa così la separazione.

    Effetto sul coefficiente di portanza del soffiamento sopra il flap al bordo d'uscita

    cLflap.jpg (9801 byte)

     

    evolution.jpg (17156 byte)

     

     

    Problemi

     L'apertura del flap nella parte posteriore dell'ala crea un momento di beccheggio a picchiare dell'aeroplano. Per bilanciarlo bisognerà agire sul piano di coda che dovrà essere deportante e, quindi, va a diminuire un po' l'aumento di portanza complessivo del velivolo.

     L'aumento del CL che si ha col l'uso di ipersostentatori, in realtà, non sarà mai sfruttato totalmente dal pilota. Nelle fasi come il decollo o l'atterraggio, infatti, aumentando troppo l'angolo d'incidenza si rischierebbe di toccare la pista con la coda, oppure di perdere la visuale del suolo poco prima di toccare terra.

    Uno dei motivi per cui il Concorde era dotato di una cabina ruotabile risiedeva proprio nella necessità da parte dei piloti di vedere la pista in atterraggio. Questo particolare molto sofisticato era destinato a scomparire durante la progettazione del nuovo Concorde, sostituito da un sistema di telecamere con le quali i piloti avrebbero potuto vedere il suolo.

     L'utilizzo degli ipersostentatori aumenta si il CL, ma con esso anche il CD (coefficiente di resistenza). Questo comporta una diminuzione dell'efficienza aerodinamica, parametro importante invece per le autonomie di volo.

     

    Sezione fotografica: ipersostenazione del 747

    747_1.jpg (34936 byte)

    Boeing 747 con sistemi di ipersostentazione aperti

    747_2.jpg (21007 byte)

     

    flap747.jpg (13503 byte)flap747_2.jpg (14879 byte)

     

    Flap sul 747

     

    slat747.jpg (8729 byte)

    Schema slat sul 747

     

    sistema747.jpg (8740 byte) 

     Sistema ad alta portanza sul 747

    Ritorna alla pagina precedente                 Ritorna al menu principale