Uno dei temi classici su cui si cimentavano
gli armaioli americani negli anni Sessanta e Settanta erano le “1911” con
canna da 6 pollici, in luogo di quella da 5 che “papà” Browning
disegnò per quella che per tre quarti di secolo fu l’arma d’ordinanza
dell’esercito USA. Questi “allungamenti” della fortyfive nascevano con
l’idea di farne un’arma da tiro, ma anche per il puro e semplice gusto
di creare un oggetto inconsueto e, per questo, ambito dagli appassionati.
Si trattava di una trasformazione particolarmente
laboriosa - è necessario modificare canna e carrello, oltre a parti
minori - che fu abbandonata verso gli anni Ottanta, quando nacquero le
prime armi di questo tipo prodotte industrialmente in serie.
Ripropone oggi questo tema indubbiamente interessante
la Springfield Armory, ditta ben nota per le sue “1911” disponibili in
numerosissime varianti, con il modello “Long Slide” calibro .45 ACP.
Impugnatura sempre valida
È quella classicissima della “1911”,
il cui angolo probabilmente costituisce il miglior compromesso fra comfort
di tiro e corretta alimentazione.
La leva della sicurezza dorsale offre le massime
garanzie contro l’”hammer bite” (le fastidiose pizzicature che la cresta
del cane produce sulla mano del tiratore).
Il profilo esterno della sede della molla
del cane è diritto. Tutti i comandi manuali sono facilmente raggiungibili
e azionabili.
Le guancette di legno, oltre ad essere belle
dal punto di vista estetico, sono ben grippanti grazie alla zigrinatura
molto fine ed estesa a tutta la loro superficie.
Mire ad hoc
Per un’arma con vocazione al tiro è
d’obbligo la tacca di mira regolabile; in questo caso si è fatto
ricorso alla gardonese LPA che offre quanto di meglio si trova oggi sul
mercato della componentistica.
Il mirino è del tipo a rampa, fissato
al carrello mediante il tradizionale codolo ribattuto.
La prova a fuoco
Abbiamo provato l’arma con cartucce MFS caricate
con palla da 230 grani Full Metal Jacket che hanno fornito una velocità
iniziale di 255 m/s (Eo = 49,3 kgm) e con ricariche da tiro (palla da 178
grani SWC spinta da 4,8 grani di polvere Norma “R-1”).
Il funzionamento è stato esente da
problemi in ogni caso (anche l’alimentazione delle palle Semi Wad Cutter
non ha dato noie), mentre il comportamento allo sparo è piuttosto
particolare: rinculo scarsissimo e rilevamento un po’ accentuato che, riteniamo,
sia attribuibile al lungo tempo di canna. In ogni modo, l’arma è
piacevole da sparare (anche con le Hardball da 230 grani) e non è
difficile adattarsi al suo comportamento.
La componentistica e lo scatto contribuiscono
al giudizio positivo sull’arma. Per quanto riguarda infine la precisione,
a 25 metri nel tiro a due mani senza appoggio si riesce a rimanere nel
“9” del Bersaglio di Pistola Standard con le ricariche specifiche per questo
uso.